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Messaggi del 03/05/2022

Ogni potere da una responsabilità...

Post n°1232 pubblicato il 03 Maggio 2022 da scricciolo68lbr

Da tempo sentivo l’esigenza di affrontare questo argomento, ed è questa la prima volta che mi trovo a parlarne entrando nel merito della discussione, di cosa sia più giusto fare quando ci si accorge di possedere un potere spirituale. Ho deciso di dire la mia in quanto navigando su alcuni forum di Reiki, ed avendo avuto modo di parlare con un operatore di metodi di guarigione esseni, mi sono accorto che uno degli argomenti più gettonati, che mi è “risuonato” subito a livello interiore, è appunto relativo al costo delle prestazioni. 

La domanda alla quale cerco di rispondere è la seguente: “È giusto farsi pagare? Perché? E se lo è, quanto?”

 

Inizio con il precisare che affrontare un discorso di giustizia o meno, ha un valore puramente indicativo, non essendo quello del giusto un concetto assoluto, ma relativo, legato alla cultura, alla sensibilità, all’etica, all’ordinamento giuridico, ai precetti religiosi eccetera che hanno formato la vita di ciascuno. Inoltre, e soprattutto in una dimensione spirituale, il concetto di giustizia è strettamente legato a livelli di espansione della coscienza dei singoli individui. Tenete presente che ad ogni livello di espansione della coscienza corrispondono delle verità e credenze diverse e modi di essere ed agire consequenziali. Una esistenza legata ad una coscienza tridimensionale è per forza di cose intrisa di una serie di paure che porta l’individuo ad adottare un certo tipo di comportamenti. A meno che non sia ad un livello di coscienza estremamente avanzato, chi si trova in terza dimensione a perte qualche potere che può mostrare di possedere, è una persona piuttosto comune, con i pro e i contro di un individuo comune. Mentre, una coscienza che ha un livello di espansione maggiore, da quarta dimensione ad esempio, porta l’individuo ad avere una percezione della realtà completamente diversa, legata all’amore (vero) per se stesso è per gli altri, per il divino, alla condivisione ed alla compassione come espressioni comportamentali dell’amore stesso. San Francesco, per citare un esempio, come ben saprete, ad un certo punto della sua vita decise di spogliarsi e  donare tutti i suoi beni materiali ai poveri, ed in verità in quel momento, non poteva fare nulla di diverso, in quanto il suo amore e la sua fede nel divino erano talmente forti e radicati dentro di lui, che la sua consapevolezza lo aveva reso totalmente distaccato dalle paure legate alla sopravvivenza ed al godimento che si può provare attraverso il possesso di beni materiali. La sua vita, dedicata al divino, giunta ad un certo punto, doveva contemplare una decisione simile. Esso era perfettamente consapevole che in qualsiasi momento Dio, gli avrebbe dato tutto ciò di cui avesse avuto necessità e bisogno per vivere. Lo stesso esempio lo possiamo fare per molti maestri (veri) di altre religioni, che hanno e che vivono sulla nostra amata madre terra (es. Sri Mata Amritanandamayi Devi, Thich Nhat Hanh).

La maggior parte delle persone comuni quando dona qualcosa, lo fa semplicemente per soddisfare un proprio bisogno egoistico. Quanti di noi sarebbero in grado di donare tutto quanto in loro possesso ai poveri, senza successivamente provare rimpianto per il gesto fatto? Quanti di noi hanno una fede così grande da affidarsi totalmente a Dio? E poi questa deve rappresentare una scelta consapevole, non forzata, altrimenti non avrebbe alcun valore.

La mentalità umana ha creato il concetto che tutto ciò che è spirituale debba essere dato gratuitamente, senza chiede niente, ma tutti quanti noi sappiamo che non è così. Ciò che è vero per un individuo, non lo è per un altro. E così dovremmo smettere di giudicare cosa sia giusto o sbagliato, semmai come accennavo, dovremmo prendere coscienza che che la maggior parte dei maestri, con le dovute eccezioni, altro non sono che delle persone comuni, con i loro pregi e le loro debolezze ed insicurezze, che non hanno ancora sviluppato la vera fede autentica in Dio che li porterebbe al totale abbandono di tutto in questa vita, per abbracciare un’esistenza vissuta e dedicata al Divino, il quale avrebbe come naturale conseguenza il soddisfacimento in Dio di tutti i bisogni e le esigenze, sia materiali che spirituali. Con questo non voglio dire che queste persone siano tutte dei mistificatori, affatto, ma semplicemente non mettiamo sul pulpito un insegnante di discipline spirituali, ed allo stesso modo neppure mettiamolo alla gogna se per il suo operato chiede un compenso. Egli è pur sempre una persona normale, con qualche conoscenza ed esperienza in più della massa delle persone, ma, per il resto, ha anch’egli molta strada da percorre nel lungo sentiero della vita. Dovremmo comunque essere grati a queste persone per il tempo che dedicano alle discipline spirituali per  migliorare il mondo attraverso la condivisione delle proprie esperienze, più o meno gratuita essa sia. È anche vero, che ci sono molti finti insegnanti ed operatori, come in tutte le discipline della vita. persone che si improvvisano tali, e che hanno veramente poca esperienza e conoscenza da condividere. Poi ci sono addirittura quelli che hanno molte conoscenze, ma che le usano per soddisfare unicamente il proprio ego ed il proprio portafoglio. In questo caso sta anche a noi imparare il discernimento e capire se l’insegnate opera solamente per se stesso oppure per condividere realmente quello in cui crede.

 

Ci sono persone che pur di illudersi di raggiungere grandi traguardi spirituali sono disposte a spendere cifre esorbitanti per certe prestazioni spirituali. Come potete comprendere quindi, la responsabilità non è solo di chi domanda certe cifre così alte, ma anche di chi è disposto a spenderle, pur di illudersi di ottenere chissà quale beneficio. Ricordatevi sempre che non esistono scorciatoie, e che per crescere è necessario impegnarsi a fondo, dedicando tempo alla propria evoluzione spirituale. Nella realtà del Reiki (e non solo di questo) vengono giustificate certe cifre con la scusa che più si paga più si da valore a quello che si è ricevuto. Anche questo non è vero in senso assoluto, ci sono persone che inconsciamente sono in sintonia con questo concetto ed altre che non lo sono. Nel Reiki, soprattutto per il livello di Master, ci sono molti insegnati che chiedono 10.000 o 15.000 €, cifra che viene giustificata con la grande responsabilità che un master ha nei confronti della propria scelta. Pertanto questi “sedicenti” maestri dicono che il prezzo elevato è giustificato dalla necessità di verificare le vere motivazioni dell’allievo. In questo modo creano un precedente devastante, in quanto l’allievo a sua volta paragonerà il proprio valore di insegnante alla cifra spesa, cosa assolutamente illusoria. Ma allora, ancora una volta mi domando, qual è il comportamento corretto? Quanto si deve pagare per un insegnamento o una prestazione spirituale? La risposta (non risposta) è semplice, ognuno di noi pagherà quello che riterrà giusto pagare.

Ma, la vera domanda la rivolgo ai vari insegnanti: quanto trovate giusto che le persone paghino per i vostri insegnamenti?

 

Ora vi faccio alcuni esempi secondo il mio modo di vedere la questione. Un vero Maestro (illuminato), non vi chiederà assolutamente nulla, sarà grato al divino di avere raggiunto quel livello di consapevolezza della coscienza, quanto sarà pienamente convinto di non avere bisogno di altro al di fuori del divino e vivrà nella certezza/convinzione che Dio stesso soddisferà qualsiasi sua esigenza. Egli vivrà costantemente dall’Amore Universale, nutrito dall’Amore divino, si sentirà simile al proprio creatore, quindi padre e madre di tutti quanti gli esseri viventi, e come qualsiasi buon genitore, darà ai propri figli tutto quello di cui necessitano senza chiedere nulla in cambio. Un buon insegnate invece, avrà dei prezzi ragionevoli che permettano a chiunque di ricevere i suoi insegnamenti, e nel caso in cui ci siano persone che non sono in grado di pagare le ragionevoli somme, sarà ben felice di donare gratuitamente ad esse i suoi insegnamenti. Un cattivo insegnante, infine, che agisce per motivi eroici, praticherà cifre più o meno alte, ma sarà soprattutto rigido sul fatto di non dare il suo insegnamento gratuitamente, adducendo le più svariate scuse possibili. Paghino il mio tempo, si dirà e se non paghi non apprezzi, più paghi più dai valore al trattamento ricevuto e così via... 

Poi troviamo l’insegnante perbenista/buonista, anch’esso è pericoloso in quanto solitamente lavora a offerta libera, in quanto non ha il coraggio di chiedere una cifra stabilita per paura di essere giudicato male, oppure darà i propri insegnamenti gratuitamente esaltando il proprio ego spirituale. Solitamente sarà una persona che non ha fatto un reale lavoro di crescita personale e spirituale, ma si vorrà comportare come se lo avesse fatto. Non si accorgerà che si sta creando delle illusioni pericolose, e di conseguenza anche la qualità dei suoi insegnamenti sarà abbastanza scadente.

 

Quest’ultima tipologia di sedicente maestro, mi da lo spunto per fare un’ulteriore riflessione, evidenziando la grande differenza tra l’essere ed il fare. Un vero Maestro è e tenderà ad essere Amore incondizionato, perché così percepirà di essere, darà ai suoi simili tutto quello di cui hanno bisogno senza nulla chiedere semplicemente perchè avvertirà che questo fa parte della propria natura divina.

 

Un insegnante perbenista/buonista darà quello che ha per soddisfare il godimento il proprio ego, e perché avrà a cuore l’essere giudicato come una persona spiritualmente “evoluta”. Un buon insegnante è colui che adotterà e ragionerà maggiormente con il buon senso, sarà maggiormente concentrato sui propri L imiti umani, le proprie insicurezze, e si farà sicuramente pagare cifre ragionevoli che gli permettano di fare una vita dignitosa, senza mai eccedere nelle richieste e ti darà anche un buon insegnamento in quanto ciò che tu percepirai sarà realmente il frutto della sua vera esperienza “evolutiva”. Occorre anche ricordare a tutti che, a meno che non si eserciti in casa propria, molto spesso un insegnante avrà anche delle spese, locali in affitto dove dispensare i suoi insegnamenti, materiale didattico, tasse da pagare e tante altre spese come libero professionista. Potrà sembrare brutto usare questo temine, libero professionista, ma bisogna anche fare i conti con la legge che impone a tutti quanti abbiano dei redditi, a fronte di prestazioni di qualsiasi natura, di doverli dichiarare. Fatte tutte queste considerazioni mi sento di dover esortare tutti quanti al buon senso, evitando di giudicare sommariamente senza aver fatto le dovute riflessioni, ed allo stesso tempo, senza farvi ingannare da illusionisti spirituali. Un buon insegnante, che scopre la propria dimensione spirituale più autentica, dedicherà tutta la sua vita alla disciplina che insegna, non avrà solitamente altri redditi, perché gioirà assieme agli atri di quel suo particolare dono, pertanto mi sembra doveroso lasciare al proprio modo di sentire quel dono, la decisione se farsi pagare o meno per il proprio operato.


 
 
 

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