Creato da scricciolo68lbr il 17/02/2007

Pensieri e parole...

Riflessioni, emozioni, musica, idee e sogni di un internauta alle prese con la vita... Porto con me sempre il mio quaderno degli appunti, mi fermo, scrivo, riprendo il cammino... verso la Luce

 

Messaggi del 06/08/2022

Il PD è morto!

Post n°1309 pubblicato il 06 Agosto 2022 da scricciolo68lbr

 

Il Pd ha perso i suoi elettori perché ha perso i suoi ideali, le associazioni di riferimento, gli intellettuali di riferimento, le sue basi culturali. Li ha persi in nome dei suoi stessi malintesi ideali, per stare giustamente al passo (nel modo sbagliato, ingannati dal neoliberismo) con la modernità. Li ha persi perché nato dalle ceneri del PCI, anti americano, ne è divenuto schiavo.

È nato come il “partito della Costituzione”. La costituente era formata da personaggi di sinistra. Ma poi ha litigato con la stragrande maggioranza dei costituzionalisti italiani, persino con i partigiani. Lo ha fatto varando, con una maggioranza parlamentare eletta in modo incostituzionale, una modifica in senso autoritario (certamente non in senso liberale) di un terzo della Costituzione. Ma l’Italia non ha bisogno di più leggi, fatte in fretta e furia. Ha bisogno di leggi migliori, fatte da individui migliori, fatte con attenzione, da parlamentari e istituzioni veramente sotto il controllo di chi detiene la sovranità. L’esatto contrario dell’idea di Renzi (e, prima di lui, gli altri nipotini di Veltroni: Letta, ecc.).

Ha ignorato o manipolato la domanda di moralizzazione del sistema politico (ridurre gli stipendi dei parlamentari) mossa dal popolo, che la sostiene da anni, riducendola a una questione di costi (ridurre il numero dei parlamentari, riforma poi realizzata). A una domanda di “più democrazia” ha risposto: “riduciamo le istituzioni di controllo della democrazia”. La Rai e la pubblica amministrazione sono ancora “politicizzate”, perpetuando una soffocante “dittatura della mediocrità”, premessa di ogni corruzione. La corruzione infatti in Otalia dilaga, complice una magistratura dormiente.

È nato come il “partito della giustizia sociale”, ma ha poi litigato con tutti gli economisti neo-keynesiani, e con il sindacato, perché ha preferito l’euro e il neoliberismo di Maastricht. A causa delle pressioni innescate dall’euro ha dovuto varare fra l’altro:

– il “pareggio in bilancio” in Costituzione, sancendo la rinuncia alle classiche politiche keynesiane di contrasto alla disoccupazione;

– il Jobs Act, perché in assenza di tassi di cambio aggiustabili, e di meccanismi alternativi (rifiutati dalla Germania) l’aggiustamento di eventuali divaricazioni competitive non può che farsi attraverso la precarizzazione e il deprezzamento del lavoro.

Ha così presieduto a un’impennata senza precedenti e tuttora irrisolta della prima causa di povertà e disagio sociale – la disoccupazione -, e a una diffusa precarizzazione del lavoro.

La disoccupazione a sua volta ha reso esplosiva la “questione migranti”, e lasciato alle classi popolari l’unica opzione di una “guerra fra poveri” tipicamente di destra.

È nato come il partito delle primarie aperte, il partito dell’articolo 49 della Costituzione (che imporrebbe la democrazia nei partiti). Ma ha poi organizzato primarie truffaldine, che un Pietro Scoppola (lo storico indipendente della sinistra cattolica, “garante” del Pd nella fase di gestazione) quasi piangente, nella primavera del 2007, fu sul punto di denunciare pubblicamente. Grazie a molteplici norme capziose, chi non è un maggiorente del partito e non controlla cordate non ha nessuna possibilità – non di vincere, ma – di partecipare in più del 10-12% dei collegi. Inoltre, nell’epoca dei social media, quando i giovani e la gente più che mai vogliono partecipare, i circoli del Pd sono stati trattati come meri centri di raccolta del consenso, privati di qualsiasi potere, titolari di una partecipazione meramente formale. Né alle associazioni ambientaliste, antimafia, per i dd.uu., ecc., sono stati riservati posti in Direzione nazionale.

La soluzione è un grande Congresso di rifondazione, preceduto da quattro grandi Conferenze programmatiche su “Democrazia”, “Economia e Classi popolari”, “I migranti e noi”, “Il Partito: democrazia e partecipazione”, dove il ruolo primario sia affidato agli intellettuali per la discussione, e alla base del partito per il voto (anche online?) delle tesi contrapposte. Si discuta apertamente:

1. di come moralizzare e democratizzare (nella sostanza) il sistema politico;

2. dell’euro, di Maastricht, e del perché la sinistra necessariamente muore in un simile contesto di regole economico-finanziarie; di come si possa superare questa situazione, non escludendo a priori alcuna opzione;

3. di come limitare l’immigrazione quando da noi c’è crisi, e di come integrare chi accogliamo;

4. di come attivare una partecipazione diretta dei circoli nelle scelte del partito; di come passare dalla cooptazione della classe politica alla democrazia delle pari opportunità per tutti.

Poiché il Pd è ormai largamente renzizzato, lo scontro politico-identitario vedrà probabilmente protagonista un gruppo neoliberale, che si strutturerà intorno all’ex segretario e a Calenda. Poi vi sarà, intorno al bravo Zingaretti, uno stormo di struzzi ex-Pci che non hanno capito la profondità del cambiamento necessario: quelli che pensano di risolvere andando a “battere i pugni a Bruxelles” (sai che risate i signori dello spread). L’unica speranza per il Pd è emerga un gruppo socialdemocratico neokeynesiano neo-roosveltiano critico dell’eurozona, anticasta, innestato di giovani e teste pensanti, capaci di trovare strade nuove.

P.s.: Qualche tempo fa, su Repubblica Ezio Mauro scriveva che gli italiani sono sempre disposti a “scambiare la libertà con la protezione”. Non ha capito: gli italiani le vogliono entrambe. 

 

 
 
 

VOGLIA DI BENEFICIENZA... COL DERETANO ALTRUI!

Post n°1308 pubblicato il 06 Agosto 2022 da scricciolo68lbr

Monica Cirinnà rivuole i soldi che  il fato (?) le aveva fatto trovare nella cuccia del suo cane.

È appena finito il processo che vede archiviata la causa che ha coinvolto la senatrice Monica Cirinnà (come parte offesa), moglie del sindaco di FiumicinoEsterino Montino, per uno strano caso di soldi che sono stati trovati nella cuccia del suo cane in una tenuta in Toscana, naturalmente in quel di Capalbio, il paradiso della sinistra di potere, che ricomincia a frignare. Infatti, come dice il proverbio, a caval donato non si guarda in bocca e i soldi fanno gola a tutti. Si tratta di ben 24.000 euro suddivisi in 48 ordinate banconote da 500 (il taglio preferito per il malaffare).

La vicenda ebbe inizio circa un anno fa quando il 18 agosto alcuni operai trovarono i soldi nascosti in una cuccia per cani abbandonata prestata –si ebbe subito a dire- ad un vicino. Furono avvertiti subito i carabinieri dello strano fatto. La Cirinnà, un’altra allevata a tartine imburrate al caviale negli atticucci di Roma, non perse occasione per manifestare il suo sdegnato radical – chicchismo contro la cameriera. Questa figlia di quel popolo -che la Cirinnà finge di difendere- era rea di fuga durante le vacanze ed aveva lasciato la progressista in brache e in ambasce.

Ebbe a dire allora la senatrice sempre progressista: “Ero già nei pasticci di mio, nelle ultime settimane. Nei pochi giorni di ferie, cinque per la precisione, sto facendo la lavandaia, l’ortolana, la cuoca. Tutto questo perché la nostra camerierastrapagata e messa in regola con tutti i contributi Inps, ci ha lasciati da un momento all’altro. Volete sapere il motivo? Mi ha telefonato un pomeriggio e mi ha detto, di punto in bianco: “Me ne vado perché mi annoio a stare da sola col cane”. Capito la screanzata? È addirittura “strapagata” e l’ammolla sul più bello. Popolo inaffidabile. Perfido sottoprloteraiato! Giusto quindi il risentimento della Padrona, che senechianamente a parole è appunto pro lavoratori (quando non sono i suoi però). 

Ma la Cirinnà, fiutato l’affare, aveva fatto immediato ricorso per cuccarsi i soldi che inopinatamente il fato (?) aveva fatto ritrovare nella sua proprietà. E pensare che, come riporta il Corriere della Sera, i sospetti ad un certo punto sono caduti pure sul fratello della senatrice, Claudio Cirinnà, coinvolto in un processo per usura. Tuttavia questa pista non diede risultati. Ma torniamo alla Cirinnà senatrice progressista, famosa per la legge sulle unioni civili. Naturalmente aveva dichiarato coram populo che la richiesta dell’affidamento dei soldi non era per lei ma per una certa organizzazione antiviolenza di sua conoscenza. Il malloppo ha però preso il volo comunque e la Cirinnà frigna e si dispera:

“Ho vissuto giorni di panico a causa della fuga di notizie che ha messo in pericolo me e la mia famiglia. Qualunque malfattore avrebbe potuto avvicinarci e minacciarci per avere i soldi indietro. Ero sola con la mia famiglia. Quando sono stati ritrovati i soldi abbiamo immediatamente chiamato le forze dell’ordine per denunciare il fatto e chiedere protezione. Ma a noi non è stato neanche consegnato il verbale della denuncia mentre, nel giro di 48 ore, ce l’avevano tutti i giornali”.

Come dire, ho rischiato la pellaccia almeno “datemi i sordi”. Ma il giudice non si è fatto commuovere. Un suggerimento per finanziare il centro che le sta tanto a cuore però noi ce l’avremmo. Visto che i due, marito e moglie, drenano un bel po’ di soldini dal Comune di Fiumicino e dallo Stato italiano, sicuramente superiore ai 26 mila euro al mese ritrovati che dire di fare un vero atto proletario e darli loro i soldi? Perché è bello fare i generosi con il deretano degli altri, in questo caso del “fato”, più difficile farlo con il proprio

 
 
 

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Le parole contano
dille piano...
tante volte rimangono
fanno male anche se dette per rabbia
si ricordano
In qualche modo restano.
Le parole, quante volte rimangono
le parole feriscono
le parole ti cambiano
le parole confortano.
Le parole fanno danni invisibili
sono note che aiutano
e che la notte confortano.
                                  i
 
 

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