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Messaggi del 03/11/2024

CARUSO NON SAREBBE STATA MAI SCRITTA SE…

Post n°1940 pubblicato il 03 Novembre 2024 da scricciolo68lbr
 

Le canzoni nascono da sole, come i sogni... Secondo Lucio Dalla, Caruso è una canzone predestinata. Senza dubbio con una genesi magica... e particolare.


Lucio Dalla se ne andava più di 12 anni fa, il primo marzo del 2012, poco prima di quel celeberrimo 4 marzo che ha cantato e in cui avrebbe spento 69 candeline. I numeri della vita attirano spesso la nostra curiosità, forse perché in qualche modo cierchiamo di trovarvi dentro significati, connessioni e presagi che svelino il mistero del nostro passaggio su questa terra. Al destino Lucio Dalla ha creduto sempre moltissimo e pensava che riguardasse non soltanto gli uomini, ma anche le canzoni. «Noi per casualità intendiamo i grandi movimenti che ci sono sulla nostra testa e soprattutto sulla nostra anima. Io credo che tutto sia scritto prima, ognuno ha il suo destino e il destino di una canzone è come quello di un uomo, perché la canzone ha un valore assolutamente umano».

Lo dice a proposito di Caruso, una delle sue canzoni più celebri, che rappresenta anche uno dei brani italiani più conosciuti e cantati nel mondo. La scrive a Sorrento, nel 1986, grazie a una serie di incastri perfetti, come spiega lui stesso: «Se non mi si rompeva la barca tra Sorrento e Capri… se non chiamavo un amico a trainare la mia barca e se questo mio amico non fosse stato proprietario dell’albergo dove Caruso morì… se non mi avesse dato la stanza di Caruso e se io non avessi fatto tre note sul piano di Caruso... E se il barista della Scogliera non mi avesse raccontato la storia di Caruso innamorato di questa ragazza giovane che lui, con la scusa di insegnarle a cantare… lei era una cagna bestiale.

Se… se… La canzone l'ho scritta in dieci minuti».


Lucio Dalla a Sorrento capitò davvero per caso, il giorno in cui Catarro, il suo fuoribordo, decide di “lasciarlo a piedi” nel bel mezzo del golfo. L’amico che gli viene in soccorso è il proprietario dell’Hotel Excelsior di Sorrento e, dopo aver trainato il cantautore fino al porticciolo, gli offre ospitalità proprio nella suite in cui il tenore Enrico Caruso aveva trascorso i suoi ultimi giorni di vita. 

La sua permanenza in quel luogo ricco di storia venne resa ancora più magica dai racconti più o meno romanzati del barista. Sua zia aveva servito Caruso in quei giorni per lui di convalescenza dopo una pleurite e ricordava la presenza di una giovane donna. Il tenore, che le dava lezioni di canto, se ne era perdutamente innamorato. Una sera, consapevole di essere ormai in punto di morte, si sedette al pianoforte sulla terrazza dell’albergo e intonò il suo ultimo canto disperato.
Lucio Dalla venne profondamente toccato da quella storia romantica e, anche grazie alla complicità della vista dalla stessa terrazza, scrisse una canzone immortale.

“Qui dove il mare luccica e tira forte il vento, su una vecchia terrazza davanti al golfo di Surriento, un uomo abbraccia una ragazza dopo che aveva pianto, poi si schiarisce la voce e ricomincia il canto.”

La storia ci dice che in realtà Caruso esalò il suo ultimo respiro a Napoli, all'hotel Vesuvio. Ma che importa, la favola di Dalla è talmente bella, che le concediamo volentieri qualche “licenza poetica”.

Qui una cover dello splendido brano: https://youtu.be/C8_Sjcl5inM?feature=shared.

Questo brano, in grado di fondere sapientemente l’eredità dell’opera e la tradizione musicale partenopea - Dalla ha sempre studiato quest’ultima con grande curiosità e passione - non soltanto spianerà la strada più pop ad artisti come Pavarotti e Bocelli (entrambi si cimenteranno con Caruso), ma nel 2009 darà anche a Lucio la possibilità di portare nei teatri la sua personale rielaborazione moderna della Tosca di Puccini. 

«Se canto il pop è colpa di Caruso», dichiarò Pavarotti. Pare incredibile, ma per interpretarla, il tenore dovette abbassarla di un tono. «Lui che per me è il più grande cantante degli ultimi settant’anni, non ci arrivava. Io lì, preso in questa specie di furore trans-mistico-canoro-cinematografico riuscii a beccare anche note altissime».

 
 
 

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