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Messaggi del 30/09/2022

La sinistra italiana non cambierà mai...

Post n°1342 pubblicato il 30 Settembre 2022 da scricciolo68lbr

Viviamo un periodo storico che dire complicato pare un eufemismo, con una crisi economica e morale che pervade tutti gli stati, europei e nel mondo, con una guerra all’interno del continente europeo che rischia di fare saltare il banco con il croupier, eppure la sinistra trova ancora la forza (direi più la faccia “tosta”, giusto per non essere volgare) di perseguire le sue dubbie battaglie in difesa dei suoi pilastri ideologici.

Così, è stato approvato l’ordine del giorno del PD sul pieno sostegno all’aborto, anche grazie ai voti di Forza Italia, Lista Toti e Lega. Fratelli d’Italia si smarca ma non vota contro, preferendo l’astensione. Alla vigilia della nuova legislatura viene da chiedersi perché il centrodestra sembri più impegnato a rassicurare gli avversari che a impegnarsi per quei valori che pure, timidamente, proclama.

 

Mentre il centrodestra a livello nazionale si prepara a governare, in Liguria (dove già governa con Giovanni Toti) si unisce alla sinistra per proclamare il diritto all’aborto. Nella seduta di martedì 27 settembre è stato approvato l’ordine del giorno n. 647 del consigliere Roberto Arboscello e di altri esponenti del Partito Democratico, «sul diritto delle donne di scegliere l’interruzione volontaria della gravidanza».

La Regione a guida centrodestra fa propria la proposta piddina di «assumere le iniziative più opportune affinché sia assicurata la piena attuazione della legge 194». Con «piena attuazione» non si allude certo a quella parte della legge (art. 5) relativa alla prevenzione e alle possibili alternative all’aborto. Al contrario, si parla di piena attuazione nel senso di rimozione di tutti gli ostacoli, il primo dei quali, neanche a dirlo, è costituito dagli obiettori – “bestia nera” dei paladini della libertà che paradossalmente diventano intolleranti con chi si avvale della propria per ragioni etiche (che non vuol dire automaticamente religiose).

Il testo rinvia alla risoluzione del Parlamento Europeo che «ribadisce l'importanza della storica decisione Roe v. Wade» della Corte Suprema americana del 1973 sul diritto all’aborto – risoluzione europea seguita alla sentenza statunitense del giugno scorso che ha “rovesciato” la Roe v. Wade, ma che non ha “vietato” l’aborto, come erroneamente si sente dire, bensì solo delegato la questione ai singoli Stati. Sarebbe troppo lungo in questa sede chiedersi se da allora (e dal 1978, quando è entrata in vigore la legge italiana in materia) non ci si possa porre qualche domanda sui milioni di bambini mancanti all’appello – e anche sul dramma vissuto dalle madri, poiché gli stessi abortisti sono consapevoli che non è una “banale” operazione chirurgica. Ma se è un dramma, sarà il caso di fare il possibile per evitarlo piuttosto che rivendicarlo come diritto a ogni costo.

Nel documento ligure si ricorda inoltre che i parlamentari europei «hanno chiesto di inserire il diritto di aborto nella Carta dei diritti fondamentalidell’Unione Europea», impegnando di conseguenza tutti i Paesi coinvolti. Quindi si lamentano le difficoltà italiane per chi volesse abortire, legate «soprattutto all’altissimo numero di obiettori di coscienza fra ginecologi, infermieri ed OSS», pari rispettivamente al 67%, al 43% e al 37%, stando ai dati del ministero della Salute riportati nell’ordine del giorno del consigliere Arboscello. E verrebbe da chiedersi se quel 67% di ginecologi sia costituito da pericolosi fondamentalisti o se proprio attraverso la loro professione non abbiano maturato riserve di altro tipo. Qui cade anche il classico slogan “Sei contrario all’aborto? Non abortire, ma lascia libertà agli altri" – evidentemente non applicabile ai medici che secondo alcuni dovrebbero praticare gli aborti a prescindere dalle proprie convinzioni.

Nonostante in Italia anche durante il lockdown l’aborto è stato garantito come servizio ritenuto essenziale e indifferibile, il nostro Paese non è considerato “in regola” con gli standard europei: l’ordine del giorno ricorda che «il Comitato Europeo dei Diritti Sociali, organo del Consiglio d’Europa, ha dichiarato l’Italia un Paese in cui la legge sull’IVG non è ancora completamente applicata». Con l’approvazione, il consiglio regionale impegna il Presidente e la Giunta a favorire il più possibile l’accesso all’aborto in Liguria e «a sostenere nelle sedi più opportune la richiesta del Parlamento europeo al diritto all’aborto legale e sicuro nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea».

L’ordine del giorno è passato con 21 voti, anche del centrodestra. Oltre al proponente PD, hanno infatti votato a favore quasi tutti i partiti, compresi Lega, Forza Italia e la lista di Toti. Esclusi i 6 parlamentari assenti (di vari schieramenti), la sola presa di distanze è stata l’astensione dei 3 consiglieri di Fratelli d’Italia. La posizione del centrodestra (e l’astensione di FdI) pone qualche domanda, anche alla luce della nuova maggioranza parlamentare e in vista della formazione del nuovo governo. Al di là della prevedibile lamentela del consigliere Arboscello («I consiglieri liguri di Fratelli d’Italia si sono astenuti sul mio ordine del giorno [...] Fratelli d’Italia sui diritti non guarda al futuro ma al passato»), resta il fatto che Giovanni Toti e la sua maggioranza hanno accolto l’impegno di buon grado. Toti, che oltre alla Presidenza ha anche la delega alla Sanità, «ha ribadito l’intenzione della giunta di garantire un servizio previsto dalla legge e ha illustrato l’organizzazione in merito fornendo il numero di interruzioni volontarie e di obiettori nel comparto medico e non medico», come riporta il comunicato relativo ai lavori del 27 settembre.

Infine, nessuno ha votato contro, neanche Fratelli d’Italia, che ha scelto la via dell’astensione. Se già risulta difficile capire l’adesione di Forza Italia e della Lega (specie di quest’ultima), ancora più arduo è comprendere questa parziale presa di distanze del partito di Giorgia Meloni che finisce per scontentare gli uni e gli altri. Peraltro, gli stessi consiglieri di FdI astenuti sono firmatari di una proposta per istituire sportelli pro vita in ogni struttura ligure che effettui interruzioni di gravidanza, definendo l'embrione «figlio dalla vita nascosta e in pericolo» ma affrettandosi a dichiarare che la 194 è «una legge bellissima» (parole del capogruppo Stefano Balleari) e che «nessuno del resto mette in discussione l’altra scelta, quella di interrompere la gravidanza». Verrebbe da chiedergli: ma questo «figlio dalla vita nascosta» c'è o non c'è?

Se c’è un “merito” (si fa per dire) che si può invidiare alla sinistra è che, in materia di principi non negoziabili, rivendica e persegue tenacemente i propri obiettivi (naturalmente a modo loro). Il centrodestra sembra talvolta più preoccupato di “rassicurare” gli avversari che di impegnarsi sul terreno di quei valori che pure, timidamente, proclama.

Ma non è finita qui. La pillola del giorno dopo in Francia sarà presto gratuita per tutte le donne, indipendentemente dall'età e senza il bisogno di presentare una prescrizione medica in fase d'acquisto. Ad annunciarlo è il ministro della Salute, Francois Braun, in un'intervista pubblicata sul quotidiano 20 Minutes. La misura sarà inserita nel progetto di legge sul finanziamento della sicurezza sociale del 2023. 

Oggi il ricorso alla contraccezione d'emergenza gratuito e senza prescrizione medica è riservato alle donne fino ai 25 anni, fino allo scorso anno solo alle minori di 18 anni, presso farmacie, infermerie scolastiche e centri di screening. Per tutte le altre donne il costo della pillola del giorno dopo varia tra i 3 e i 20 euro.

Il governo ha inoltre deciso di rendere accessibile gratuitamente lo screening delle malattie sessualmente trasmissibili fino ai 26 anni di età.

E in Italia? La pillola abortiva Ru486 "verrà distribuita in Emilia-Romagna dalla prossima settimana". Lo ha detto Stefano Bonaccini, presidente dell'Emilia-Romagna, ospite di 'Otto e Mezzo' su La7, riferendosi alla distribuzione nei consultori della regione.

La pillola abortiva Ru486 - diversa dalla pillola "del giorno dopo" - si può al momento prendere solo in strutture sanitarie: in Emilia-Romagna in day hospital dal 2005 e da fine 2021 in ospedale anche in regime ambulatoriale.

Con la distribuzione della pillola abortiva Ru486 nei consultori della regione "si parte la prossima settimana - ha spiegato Bonaccini - da Parma, poi Modena, Bologna, la Romagna e tutto" il territorio.

 

 
 
 

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