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Messaggi del 17/12/2022

DECRETO RAVE PARTY COME UN “LIBERI TUTTI?”

Post n°1398 pubblicato il 17 Dicembre 2022 da scricciolo68lbr

14 dicembre 2022

LE RIFLESSIONI A BOCCE FERME!

Il decreto anti-rave è diventato il cavallo di Troia per un liberi tutti per i corrotti, con la previsione di benefici ai carcerati?

Punisce con il carcere chi organizza “i raduni musicali”, consente di reintegrare i medici obiettori. E fa un passo indietro per l’ergastolo ostativo

Il decreto anti-Rave è il primo provvedimento del governo Meloni che arriva in porto in un ramo del Parlamento a cinquanta giorni dalla sua nascita. Il Senato ha approvato ieri la conversione e arriverà alla Camera il 27 dicembre. «Un decreto bugiardo sin dal nome», ripetono i parlamentari delle opposizioni. La legge oltre a non nominare mai la parola rave (si legge: “invasione arbitraria di terreni o edifici […] al fine di organizzare raduni musicali”) in realtà è un contenitore di altre norme così diverse da aver rischiato un’eccezione di costituzionalità motivata dalla non eterogeneità del contenuto.

Il provvedimento interviene su più temi: sicurezza, giustizia e sanità. Dal reintegro in servizio del personale sanitario che ha scelto di non sottoporsi all’iniezione del siero sperimentale, alla riforma dei reati ostativi, fino ai benefici penitenziari per i detenuti mafiosi che non collaborano. I corrotti, invece, d’ora in poi potranno ottenere i benefici carcerari. Sono questi alcuni dei principali ritocchi apportati durante il passaggio nella commissione Giustizia al Senato e nell’aula di Palazzo Madama.

Anche la genesi fa discutere: lo strumento utilizzato è infatti quello del decreto-legge, il terzo solo nel corso del primo mese di governo. Un provvedimento che dovrebbe essere adottato dal governo nei casi straordinari di necessità e urgenza e che segna una quasi continuità con il governo precedente- in un altro tempo sarebbe stato bollato da Fratelli d’Italia come un abuso.

Anti-Rave? Non solo
La riscrittura dell’articolo 5 dedicato ai rave party entra al centro di critiche e polemiche - con un emendamento presentato dal Governo, messo a punto dal ministero della Giustizia che non nomina mai la parola “rave”. Si legge nell’emendamento approvato: reclusione da tre a sei anni e la multa da 1.000 a 10 mila euro per “chiunque organizza o promuove l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati” al fine di “realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento” quando questo metta a rischio “l’incolumità pubblica” o sia luogo di uso di stupefacenti. Inoltre “è sempre ordinata la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato” nonché di “quelle utilizzate per realizzare le finalità dell'occupazione o di quelle che ne sono il prodotto o il profitto”.


Per il costituzionalista Angelo Schillaci: «Un emendamento inutile, irragionevole e pericoloso. Inutile perché esistono già norme per intervenire a tutela della proprietà privata in caso di rave party come si è visto nel caso di Modena. Irragionevole perché punisce con pene spropositate, rispetto a quelle previste per fattispecie analoghe. Pericolosa perché permangono dei margini di incertezza che potrebbero far sì che venga applicata non solo ai rave, come immaginiamo ma a semplici feste come, ad esempio, quelle dentro un centro sociale occupato. Un intervento con seri profili di inesattezza giuridica e illegittimità costituzionale». Anche il leader dell'Unione delle camere penali Giandomenico Caiazza ha puntato l'indice sulla «assoluta indeterminatezza» del nuovo reato: «il testo parla di tutto fuorché dei rave party».

Rinvio delle multe per coloro che hanno scelto di non sottoporsi all’iniezione del siero.
Grazie all’emendamento a prima firma del capogruppo della Lega Massimiliano Romeo, “fino al 30 giugno 2023 sono sospese le attività e i procedimenti di irrogazione della sanzione” nei casi di inadempimento dell’obbligo vaccinale Covid-19. Una decisione equa per tutti coloro che avevano scelto di non sottoporsi alla iniezione del siero, cioè tra gli over 50, docenti, operatori sanitari, forze dell’ordine. Si tratta di quasi due milioni di sanzioni rinviate.

Via libera ai medici che non si sono sottoposti all’iniezione del siero sperimentale.
È stato approvato l'anticipo della fine dell'obbligo vaccinale al 1° novembre per i medici e tutto il personale sanitario, che altrimenti sarebbe scaduto a fine anno. Via libera, quindi, anche alla riammissione in servizio di tutti coloro che non rispettavano gli obblighi stabiliti dallo scorso governo.

Stop ai Green Pass in Rsa e Ospedali.
Il merito è dell’emendamento a prima firma del presidente della commissione Sanità Franco Zaffini (FdI), che aggiunge due articoli al Dl-Rave, intervenendo sul green pass. abolito e non ci sarà più bisogno del certificato per entrare nelle strutture residenziali, socio-assistenziali, sociosanitarie e hospice nonché nei reparti di degenza delle strutture ospedaliere. Il documento non sarà necessario nemmeno per l'uscita degli ospiti delle strutture sociosanitarie. Non servirà il Green pass nemmeno per stare nelle sale di aspetto dei pronto soccorso.

Stop al tampone per uscire dall’isolamento.
L’isolamento delle persone infettate dal coronavirus, che oggi dura 5 giorni, si concluderà senza bisogno di fare un tampone. Oggi bisogna fare il test, non prima di 5 giorni e se non si hanno sintomi. Con la nuova norma si potrà quindi uscire senza bisogno di controlli. Cosa succede se una persona ha ancora sintomi dopo 5 giorni? Dovrà risolvere la questione una circolare di Schillaci, che indicherà ad esempio come comportarsi a seconda che ci siano o meno dei sintomi, dei quali nella norma approvata al Senato non si parla.

Riforma dell’ergastolo ostativo.
L’ergastolo ostativo è tra le misure di emergenza nella lotta alla mafia volute dal giudice Giovanni Falcone nel 1992. Prevede che i condannati per alcuni reati gravi, in particolare mafia, terrorismo e associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, non abbiano la possibilità di accedere ad alcun beneficio penitenziario – come i permessi premio e il lavoro esterno – se non decidono di collaborare con la giustizia, dimostrando così il loro ravvedimento. Il decreto legge interviene sulla disciplina relativa alla concessione dei benefici su detenuti e internati, con riferimento ai delitti commessi “per terrorismo” e per i "reati di mafia".

In particolare si stabilisce che i benefici possano essere concessi purché si dimostri l'adempimento delle obbligazioni civili e degli obblighi di riparazione pecuniaria conseguenti alla condanna o “l'assoluta impossibilità di tale adempimento”, nonché “alleghino elementi specifici” che consentano di escludere “l'attualità di collegamenti con la criminalità organizzata, terroristica o eversiva e con il contesto nel quale il reato è stato commesso” e il pericolo di ripristino di “tali collegamenti”. Per Roberto Scarpinato, ex pm antimafia e senatore del M5s: «Quella sull'ergastolo ostativo potrebbe essere rinominata come una legge per disincentivare la collaborazione con la Giustizia e incentivare la non collaborazione attraverso una serie di meccanismi che riservano ai collaboratori un trattamento peggiore di quello per chi non collabora».

Il reato contro la pubblica amministrazione non è più ostativo
Con l’ok all’emendamento del capogruppo di FI Pierantonio Zanettin vengono cancellati i reati contro la Pubblica amministrazione dall'elenco di quelli ostativi. Adesso potranno godere dei benefici carcerari automatici – e uscire dal carcere, o proprio non entrarci nemmeno – anche i condannati per reati contro la Pubblica amministrazione, corruzione, concussione, peculato. Soprannominata dall’opposizione norma-salvacorrotti o dei colletti bianchi.

 
 
 

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Le parole contano
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tante volte rimangono
fanno male anche se dette per rabbia
si ricordano
In qualche modo restano.
Le parole, quante volte rimangono
le parole feriscono
le parole ti cambiano
le parole confortano.
Le parole fanno danni invisibili
sono note che aiutano
e che la notte confortano.
                                  i
 
 

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