Creato da scricciolo68lbr il 17/02/2007

Pensieri e parole...

Riflessioni, emozioni, musica, idee e sogni di un internauta alle prese con la vita... Porto con me sempre il mio quaderno degli appunti, mi fermo, scrivo, riprendo il cammino... verso la Luce

 

Messaggi di Luglio 2024

ORBAN INAUGURA IL SEMESTRE DI PRESIDENZA EUROPEA CON UN GESTO DI DISTENSIONE!

Post n°1877 pubblicato il 05 Luglio 2024 da scricciolo68lbr
 
Tag: #orban

Il premier ungherese, Viktor Orban, presidente di turno dell'Ue, è arrivato oggi 5 luglio, nella capitale della Russia ed ha affermato di voler sfruttare il semestre di presidenza dell’Ue, iniziato lunedì scorso, per promuovere la pace, una pace negoziata in Ucraina.

Ieri, Radio Liberty, aveva pubblicato la notizia, rilanciata in Italia dall’Ansa, che citava il giornalista investigativo Szabolcs Panyi, secondo il quale una delegazione del governo ungherese era già nella capitale russa in attesa del Presidente Orban.

E adesso è partita la sua personale sfida ai leader europei. Martedì scorso Orban era stato a Kiev per la sua prima missione dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina. Qui il premier ungherese ha chiesto al presidente Volodymyr Zelensky di valutare un cessate il fuoco. ERA ORA! FINO AD ORA LA VON DER LEYEN AVEVA SOLO INASPRITO I TONI E RILANCIATO UNA GUERRA SENZA FINE, ORA ORBAN INVERTE LA TENDENZA! Kiev, però, ha dichiarato di non essere disposta a scendere a compromessi. 

La visita a Mosca del Presidente Orban, è la prima di un leader europeo da quando il cancelliere austriaco Karl Nehammer si recò nella capitale russa nell’aprile del 2022 e fallì il tentativo di convincere Putin a porre fine alla guerra.

"A quanto capisco, lei è arrivato a Mosca anche come presidente di turno del Consiglio Ue e non solo come partner della Federazione russa". Così il presidente russo, Vladimir Putin, ha accolto al Cremlino il premier ungherese, Viktor Orban. Il leader di Budapest, dal canto suo, ha definito "speciale" l'incontro a Mosca col collega russo. Putin ha detto di aspettarsi uno scambio di opinioni anche sulle questioni bilaterali.

I leader europei, intanto, hanno screditato, e non poteva essere altrimenti, il viaggio di Orban.

"Sono pronto a discutere con te" delle proposte per "una soluzione pacifica" della crisi ucraina e "spero che mi farete conoscere la vostra posizione, la posizione dei partner europei", ha scandito il capo del Cremlino, secondo quanto riferisce Ria Novosti.

Il presidente russo Vladimir Putin ha accolto calorosamente al Cremlino il primo ministro ungherese Viktor Orbán, sottolineando che la sua visita non è solo in qualità di leader di un Paese amico della Russia, ma anche in qualità di presidente di turno dell'Unione Europea. "Caro signor Primo Ministro, cari colleghi, benvenuti a Mosca, in Russia, capisco che questa volta siete arrivati non solo come nostro partner di lunga data, ma anche come presidente di turno del Consiglio dell'Ue", ha detto il leader russo, come riporta l'agenzia Tass.

Il presidente russo Vladimir Putin ha detto di considerare "sincere" le parole rassicuranti di Donald Trump di volere mettere fine al conflitto in Ucraina, e quindi che la Russia le "sostiene". Non che le sosterrà, che le sostiene! Lo riferisce l'agenzia Tass. Mosca - fa sapere Putin - non può accettare un cessate il fuoco sulla linea attuale del fronte in Ucraina senza l'inizio di negoziati di pace con Kiev. 

 

L'Alto rappresentante Ue Borrell intanto, ribadisce: “Orban da Putin come premier Ungheria, non rappresenta Unione”.


"Il Presidente di turno dell'Ue non ha il mandato di impegnarsi con la Russia per conto dell'Ue. Il Consiglio europeo è chiaro: la Russia è l'aggressore, l'Ucraina è la vittima. Nessuna discussione sull'Ucraina puo' aver luogo senza l'Ucraina". Lo ha scritto su X il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ieri giovedì 4 luglio, in merito a quell'incontro già in programma tra il premier ungherese, Viktor Orban, e il presidente russo, Vladimir Putin, che oggi, regolarmente, si è tenuto.


Schiumano di rabbia i leader europei, perchè Orban sta ostacolando il loro piano di guerra senza fine con la Russia.

Bisognerebbe mettere loro il collare antisaliva come ai cani... 

 
 
 

QUANDO ZIELINSKY INCONTRÒ CHABAD LUBAVITCH.

Post n°1876 pubblicato il 05 Luglio 2024 da scricciolo68lbr
 

Articolo tratto dal sito Infopal.

FONTE:

https://www.infopal.it/zelensky-riceve-i-rabbini-del-movimento-chabad-lubavitch-chi-sono/

 

.

Zelensky riceve i rabbini del Movimento Chabad Lubavitch. Chi sono?

Di Lorenzo Poli. In questo ultimo anno e mezzo di guerra in Ucraina si è sempre più palesato come essere antisemiti ed essere anti-sionisti sia completamente l’opposto. A dare l’ennesima prova di questa differenza è stato il presidente ucraino Zelensky che, nonostante appoggi dichiaratamente organizzazioni neonaziste antiebraiche che si ispirano allo sterminatore d’ebrei Stephan Bandera e che hanno commesso razzie verso gli ebrei ucraini, è un grande e convinto sostenitore di Israele, delle sue politiche repressive, coloniali, d’apartheid e razziste a tal punto da chiedere anche aiuto politico e sostegno militare, per quanto quest’ultimo non sia arrivato.

Non è un caso che il 60% degli ucraini affermi di sentirsi solidale con gli israeliani quando vengono attaccati dai palestinesi – secondo quanto rivelato da un sondaggio dell’Istituto di Sociologia di Kiev su richiesta dell’ambasciata israeliana in Ucraina –, che il 53% degli ucraini creda che Israele sia un alleato; che il 53% degli ucraini ritenga che Israele e Ucraina siano simili nella loro resilienza; che il 33% ritenga che i due Paesi siano simili nel loro livello di democrazia; e che il 39% creda che entrambi condividano gli stessi valori morali.

A rinsaldare ancor di più questa convinzione è il suo incontro con i rabbini del Movimento Chabad Lubavitch, destinato a sancire, una volta per tutte, l’alleanza tra la lobby sionista e il regime neonazista di Kiev. Chabad Lubavitch è una delle sette sioniste più potenti al mondo e la tradizionale cerimonia dell’Hannukah a piazza Barberini, nel cuore di Roma, è curata da loro dal 1987. 

La festività ebraica di Chanukkah – detta anche “festa delle luci” o “festa dei lumi” o Hanukkah o Chanukkà -, significa “inaugurazione”o “consacrazione”, ricorda la riconquista del Tempio di Gerusalemme, quando i Maccabei miracolosamente sconfissero il potente esercito Greco-Siriano.

L’anno scorso, la neo-eletta presidente del Consiglio Giorgia Meloni partecipò alla cerimonia di accensione del candelabro che si svolse al Museo Ebraico di Roma alla presenza del Rabbino Capo, Riccardo Di Segni, e della presidente della Comunità Ebraica Ruth Dureghello. 

 

I Lubavitcher sono tra le organizzazioni ai quali ogni presidente del Consiglio porge omaggio ogni qual volta entra a Palazzo Chigi. Perché?

Cosa è il Movimento Chabad Lubavitch?

Il Movimento Chabad Lubavitch è una ramificazione dell’ebraismo chassidico (o chassidismo), quest’ultimo un movimento ebraico di massa nato tra gli ebrei ashkenaziti slavi nel XVIII secolo che si basa sul rinnovamento spirituale dell’ebraismo ortodosso con la popolarizzazione della Kabbalah come un aspetto fondamentale della fede nelle comunità ebraiche povere. Il Movimento Chabad Lubavitch è stato fondato in Bielorussia da Shneur Zalman di Liadi, nel XVIII secolo, come un’interpretazione differente della spiritualità e della filosofia chassidiche. “Chabad” e l’acronimo di Chochmah, Binah, Da’at che significano Saggezza, Comprensione e Conoscenza; e “Lubavitch” da Ljubaviči, la città russa che gli servì da base per più d’un secolo. Praticano quindi funzioni rituali e di preghiera (Nusach Ari) basate sulla Kabbalah di Isaac Luria e adottano la filosofia chassidica del taumaturgo e kabbalista Israel ben Eliezer. A partire dal XX secolo questo Movimento si è trasformato in un’organizzazione imponente, con una propria struttura gerarchica e amministrativa con sede nel quartiere di Crown Heights a Brooklyn, New York.

Chabad-Lubavitch ha avuto sette leader religiosi, chiamati rebbe e gli ultimi si sono distinti per importanza: Yosef Yitzchok Schneersohn, morto nel 1950, e Menachem Mendel Schneerson che succedette a suo suocero, diventando il settimo ed ultimo rebbe del movimento, posizione che ha tenuto fino alla morte nel 1994.

Ufaratzta, trasformazione ortodossa degli ebrei moderati e ebraicizzazione dei non-ebrei per velocizzare l’arrivo del Messiah.

Negli anni 19501951, dopo esser diventato Rebbe e a seguito di un’iniziativa di suo suocero, il sesto rebbe Yosef Yitzchok Schneersohn, Menachem Mendel Schneerson incitò il movimento a continuare l’opera di shlichus, ovvero di “servire da emissari”. Come risultato, i shluchim (“emissari”) di Chabad girano per il mondo con la specifica missione di persuadere gli ebrei non-osservanti (moderati) a diventare ebrei osservanti, ovvero ortodossi. Per farlo, sono arrivati a creare un’enorme struttura di welfare volta ad assistere gli ebrei in tutte le loro necessità religiose ma anche in quelle materiali, spirituali e didattiche. Lo scopo ufficiale è quello di incoraggiare gli ebrei a mantenere la loro identità ebraica e praticare il giudaismo ortodosso.

Il movimento, motivato da Schneerson, ha formato e ordinato migliaia di rabbini, educatori, circoncisori (mohel) che, come prassi vuole, poi vengono accompagnati dalle loro spose in molte località del mondo. 

Usualmente un giovane rabbino Lubavitch e sua moglie, con uno o due figli, si trasferiscono in una nuova sede estera e si adoperano a realizzare la loro missione divulgativa, cercando di portare gli ebrei del posto ad aderire più profondamente all’ebraismo ortodosso incoraggiando anche i non-ebrei ad osservare le Sette Leggi di Noè. In sostanza il loro scopo è rendere più estremisti, ovvero rendere ortodossi gli ebrei ed ebraicizzare i non-ebrei o comunque persuaderli ad avvicinarsi.

Perché tutto questo? Schneerson si sentì profondamente ispirato ad “accelerare la venuta del Messiah” ripetendo che l’arrivo del Messiash sarebbe stato imminente. Nel 1991, dichiarò ai suoi seguaci: “Ho fatto tutto il possibile per far arrivare il Messia, ora passo a voi tale missione; fate tutto ciò che potete per farlo arrivare!” Iniziò quindi una campagna per l’arrivo dell’età messianica tramite “atti di bontà e gentilezza” e alcuni dei suoi seguaci pubblicarono annunci sui mass media, tra i quali uno a tutta pagina sul New York Times, esortando tutti a prepararsi per l’imminente arrivo del Messia con opere di bene. Istruì i suoi seguaci a divenire attivi nel Kiruv con lo scopo di educare gli ebrei non-ortodossi a pratiche ortodosse. Tale approccio venne conosciuto come Ufaratzta (da Genesi 28:14), una parola ebraica che significa “vi spargerete”, per implorare i suoi seguaci a far avvicinare i tempi messianici col diffondere l’osservanza ebraica. Ciò provocò enormi disagi. Il Moshiach, ovvero il messianesimo all’interno dello Chabad, provocò molte controversie e conflitti interni nell’organizzazione religiosa dopo la sua morte, tra cui il culto idolatrico della sua personalità. Schneerson diede istruzioni testamentarie affinché dopo la sua morte venisse nominato come rebbe successore il Rabbi Chaim Yehuda Krinsky, importante personalità del suo movimento e direttore dell’organizzazione Agudas Chasidei Chabad; ma la credenza che Schneerson fosse il Messiah, che ritornerà o che non è mai morto, era ed è molto presente tra i suoi seguaci a tal punto ad ora non è stato nominato alcun successore. Inoltre, le sue interpretazioni teologiche sono ancora causa di forti dibattiti interni e le dispute finanziarie sono state anche centro di controversie dal 1995, come per esempio il controllo del quartier generale di Brooklyn.

Mendel Schneerson e il sostegno alle politiche razziste, militari e colonialiste di Israele contro i palestinesi

Schneerson non visitò mai lo Stato di Israele – dove aveva molti ammiratori – perché secondo lui, stando alle leggi ebraiche, era incerto se una persona che si trovasse in terra d’Israele avesse poi la facoltà di lasciarla. Fu gotha di molti presidenti e politici israeliani come Zalman Shazar, di discendenza Chabad, di cui fu privato consigliere, Menachen Begin, Ariel Sharon, Moshe Katsav e Benjamin Netanyahu e così pure numerose altre personalità meno famose, politici, diplomatici, militari e produttori mass-media. Le sue posizioni politiche erano legate all’estrema destra ultraconservatrice esprimendosi a favore della preghiera nelle scuole, “per la vita” sui temi bioetici, sostenitore dei valori della Torah, oltre al sostegno sionista allo Stato d’Israele. Nelle elezioni che portarono il laburista Yitzhak Shamir al potere, Schneerson esortò pubblicamente i suoi seguaci e i membri del Giudaismo ortodosso alla Knesset a votare contro l’allineamento laburista, attraendo l’attenzione dei media e la pubblicazione di articoli su Time, Newsweek e molti quotidiani e programmi Tv e creando notevoli controversie nella politica israeliana.

Durante la Guerra dei Sei Giorni nel 1967 e quella dello Yom Kippur del 1973, Schneerson pubblicamente esortò l’Israel Defense Forces, l’esercito israeliano, a conquistare Damasco in Siria e il Cairo in Egitto, opponendosi vivamente ai ritiri delle truppe IDF dai territori conquistati e a fare concessioni agli arabi.

Affermava che, nell’ambito della legge ebraica, qualsiasi concessione territoriale da parte di Israele avrebbe messo in pericolo le vite di tutti gli ebrei nella Terra di Israele ed era quindi proibita. Insisteva, inoltre, che persino il discutere della possibilità di tali concessioni dimostrava debolezza, sostenendo che ciò avrebbe incoraggiato attacchi arabi mettendo in pericolo le vite ebraiche.

Spinse i politici israeliani ad approvare le leggi in accordo con i dettami delle leggi religiose ebraiche sulla questione di “Chi è ebreo”[1] e dichiarò che “solo colui che è nato da madre ebrea o convertito al Giudaismo secondo l’Halakhah è ebreo”. Ciò causò forti disagi negli USA a tal punto che alcuni filantropi ebrei americani bloccarono i loro finanziamenti al Movimento dato che, nella maggioranza, erano legati ai movimenti dell’ebraismo riformato e dell’ebraismo conservatore (non meno clementi con i palestinesi). Queste idee poco popolari furono mitigate dai suoi assistenti. Secondo Avrum Erlich: “la questione fu alla fine messa a tacere in modo da proteggere gli interessi finanziari di Chabad. Temi controversi, come compromessi territoriali in Israele che avrebbero potuto impedire a benefattori di donare quei fondi così necessari al movimento, furono spesso temperati, specialmente da …Krinsky.”

Nonostante ciò, negli ambienti del potere americano gode di grande ammirazione. Dopo la morte di Schneerson, la Camera dei Rappresentati degli Stati Uniti propose una mozione — sponsorizzata dai Rappresentanti Chuck SchumerJohn LewisNewt Gingrich, e Jerry Lewis, e da altri 220 membri del Congresso americano — per assegnare in modo postumo a Schneerson la Medaglia d’Oro del Congresso degli Stati Uniti d’America. Il 2 novembre 1994 la mozione fu unanimemente approvata da entrambe le Camere onorando Schneerson per i suoi “straordinari contributi all’educazione mondiale, alla moralità e per le importanti azioni di carità”. Alla cerimonia della Medaglia, il Presidente Bill Clinton disse:

“L’eminenza dello scomparso Rebbe quale guida morale della nostra nazione è stata riconosciuta da tutti i Presidenti a partire da Richard Nixon. Per oltre due decenni il movimento del Rabbi ha compreso oltre 2000 istituzioni educative, sociali e mediche in tutto il mondo. Noi (il Governo degli Stati Uniti) riconosciamo il ruolo profondo che Rabbi Schneerson ha avuto nell’espansione di tali istituzioni”.

Ecco quale è il gioco della doppia morale: immolare un incitatore alla guerra e all’odio contro gli arabi e i palestinesi a “guida morale” da cui prendere esempio, che è la stessa logica del doppio standard internazionale nel mondo dell’informazione e della diplomazia.


[1] Mihu Yehudi?, ?מיהו יהודי è una domanda di base sulla questione dell’identità ebraica. Tale questione ebbe particolare rilevanza nel corso di alcuni famosi casi giuridici in Israele sin dalla fondazione dello stato israeliano nel 1948.

 
 
 

QUANDO IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO MELONI INCONTRÒ CHABAD LUBAVITCH.

Post n°1875 pubblicato il 05 Luglio 2024 da scricciolo68lbr
 

Chanukkah, quando Giorgia Meloni ‘accese' il candelabro ebraico.Dal 19 al 26 dicembre 2022, si tennero le cerimonie di accensione per la 'Festa delle luci' nelle piazze italiane. A Roma la premier Meloni al Museo Ebraico.


ROMA – Anche gli ebrei festeggiano il Natale. Si chiama Chanukkah, dura otto giorni – nel 2022 si tenne dal 19 al 26 dicembre – e deve la sua origine ad eventi occorsi due secoli prima della nascita di Cristo.  Ogni anno, a più di duemila anni di distanza, il ‘Natale ebraico’ ricorda la riconquista del Tempio di Gerusalemme.

La parola Chanukkah significa “inaugurazione” o “consacrazione”, in memoria dell’inaugurazione del nuovo altare nel Tempio, quando un gruppo di guerrieri Ebrei, i Maccabei, miracolosamente sconfisse il potente esercito Greco-Siriano. Chanukkah (o Hanukkah o Chanukkà) è detta anche “festa delle luci” “festa dei lumi”.  Ogni anno, intorno al periodo di Natale, nel “periodo più buio dell’anno”, si mettono le candele su un candelabro a nove braccia. Il primo giorno si accende una candela più quella centrale, il secondo giorno tre (due più quella centrale), e via così per arrivare a nove. 

.

Il giornale dell’ebraismo italiano, Pagine ebraiche, spiegava come si svolge la ricorrenza: “Otto luci per l’identità e la vita. Otto luci contro le tenebre.

Dal tramonto del 19 dicembre molte città italiane si illuminarono nel segno di Chanukkah, la festa ebraica della luce. Numerose le occasioni d’incontro da Nord a Sud del Paese. Come nel caso della tradizionale cerimonia di accensione a piazza Barberini, nel cuore di Roma, a cura del Movimento "Chabad Lubavitch" che la organizza ininterrottamente dal 1987. È stata tutta l’Italia ebraica ad illuminarsi, dentro e fuori le sinagoghe, negli spazi comunitari e nelle piazze, con la presenza attiva di istituzioni e cittadinanza”.

.

In occasione della festività ebraica di Chanukka, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni partecipò alla cerimonia di accensione del candelabro che si svolse al Museo Ebraico di Roma alla presenza del Rabbino Capo, Riccardo Di Segni, e della presidente della Comunità Ebraica Ruth Dureghello. La cerimonia si tenne il 19 dicembre alle ore 17.30.

 

Le domande sorgono spontanee: perchè tutto questo prostrarsi della politica nostrana verso il sionismo? Cosa cercò, la Premier Meloni, in quella occasione? Benevolenza? Benedizione (in senso largo) da questo Movimento sionista? E a quale scopo?

 
 
 

CHABAD LUBAVITCH CHI SONO SECONDO IL VATICANO?

Post n°1874 pubblicato il 04 Luglio 2024 da scricciolo68lbr

Articolo tratto da Avvenire.

Abbiamo letto sul sito di Sacchetti delle pratiche di negromanzia, per diretta ammissione della setta sionista, svolte nei tunnel sottostanti la sinagoga di New York. Leggete invece come Avvenire (organo di informazione di proprietà del Vaticano), parla di Chabad Lubavitch, in maniera del tutto lusinghiera... e non poteva essere altrimenti.

.

STORIE. Chabad, gli ebrei «d’assalto»

È senza dubbio uno dei fenomeni più importanti dell’ebraismo contemporaneo. Sottovalutato, come accade spesso con i grandi cambiamenti che si giocano negli stretti confini di una confessione religiosa, senza sforare troppo in ambito profano. Si tratta di Chabad – acronimo ebraico di Saggezza, Comprensione e Conoscenza – il movimento degli ebrei Lubavitcher, chiamati così dal nome della cittadina nell’attuale Russia da cui prese inizio la loro storia oltre due secoli fa. È il gruppo chassidico divenuto, nella seconda parte del ’900, non solo il più numeroso, con oltre 200mila aderenti, ma quello di gran lunga più dinamico e in espansione, all’insegna di una missione ben precisa: riavvicinare all’ortodossia ebrei agnostici o non praticanti, riportare una presenza ebraica viva in comunità ridotte al lumicino, iniziarne di nuove là dove l’ebraismo non era mai arrivato o quasi, diffondere – anche con l’uso assai spigliato dei mezzi di comunicazione – la propria spiritualità.

Questo è ciò che è avvenuto per esempio in Cina, dove Chabad è arrivato nel 2001, trovando pressoché il vuoto; in meno di 10 anni è diventato il perno di una comunità di 1500 anime a Shanghai, aprendo centri in altre sei città. È ciò che è avvenuto in India, dove il nome dei Lubavitcher è salito tristemente agli onori delle cronache perché due di loro – il rabbino Gavriel Noach e sua moglie Rivka, oltre a 4 ospiti del centro Chabad in cui si trovavano – sono stati uccisi negli attacchi terroristici del 2008 a Mumbai. È ciò che è avvenuto in zone estreme come la Repubblica del Congo o nelle lande più marginali dell’America latina come il Paraguay, in cui una minuscola comunità ebraica, data come prossima all’estinzione all’inizio degli anni ’80, ha trovato con l’arrivo di Chabad una nuova vita. È avvenuto ovviamente negli Stati Uniti, dove i Lubavitcher emigrarono per sfuggire alla persecuzione nazista, stabilendo a Brooklyn la loro casa madre, e in altre 70 nazioni, dove sarebbero ormai circa un milione gli ebrei coinvolti nelle attività di Chabad – scuole, opere di carità, attività editoriali e di formazione religiosa – e in cui spesso la sua presenza è preponderante.  «Lo zelo e il tipo di missione ricordano lo slancio di evangelizzazione dei movimenti nel post-Concilio» commenta un sociologo cattolico, ma osservatore del mondo ebraico, come Paolo Sorbi. Il paragone ci sta, in un certo senso, anche per quanto riguarda le frizioni sorte negli anni tra Chabad e l’ebraismo istituzionale. Nel 2004, a Vilnius, una contesa tra il rabbino capo Simonas Alperavicius e i Lubavitcher portò a una misura a cui nemmeno il regime sovietico era giunto: la chiusura dell’unica sinagoga in città. Un episodio dai contorni simili, dove si arrivò anche alle mani e pesantemente, avvenne a Praga nel 2005. In Russia il grande appoggio che Putin diede fin dall’inizio della sua presidenza a questi chassidim militanti (e al loro rabbino capo, nato a Milano, Berel Lazar) per arginare l’influenza del Congresso ebraico russo, attorno al quale gravitavano alcuni degli oligarchi contro cui l’apparato siloviko aveva scatenato la resa dei conti, ha lasciato strascichi pesanti nella comunità ebraica. Difficoltà, dissapori e tensioni, per altro pari all’entusiasmo suscitato in moltissimi dal lavoro di Chabad, che non derivano solo da questioni di posizionamento o di leadership.

Nascono anche (o soprattutto) da una questione dottrinale potenzialmente esplosiva: il fatto che una larga parte di Chabad vede in Menachem Mendel Schneerson (1902-1994), che del movimento è stato il settimo e ultimo Rebbe – titolo che designa la somma guida spirituale nel mondo chassidico – il Messia atteso da Israele. Non poca cosa. Una fede, questa, sulle cui origini ci sono letture diverse, ma che è certo essersi accentuata negli ultimi anni della vita di Schneerson, dopo la fine del comunismo sovietico e la prima guerra del Golfo, letti come segni escatologici. Alla scomparsa del Rebbe, la credenza che costui fosse il salvatore atteso non si è spenta, ma si è rimodulata nell’idea di un Rebbe che non sarebbe in realtà morto o che sarebbe comunque destinato a tornare, risorgendo, per il compimento dell’opera messianica. I Lubavitcher si sono poi divisi fra mishichist, che professano esplicitamente la loro fede nel Rebbe Messia, e non mishichist, coloro che hanno abbandonato tale credo o, secondo la lettura di un ex esponente di Chabad come Melech Jaffe, che hanno semplicemente scelto di tacere su questo aspetto, conservando le proprie convinzioni nel segreto. A far detonare un dibattito che ribolliva ormai da anni nell’ebraismo ortodosso è stato un libro scritto nel 2001 da David Berger, autorevole storico dell’ebraismo alla Yeshiva University di New York, dal titolo The Rebbe, the Messiah, and the scandal of orthodox indifference (Il Rebbe, il Messia e lo scandalo dell’indifferenza ortodossa). In quello studio, ristampato e aggiornato nel 2008, Berger contestava tra le altre cose, alla luce di una lunga e dotta disamina della Tradizione, l’idea che potesse essere considerato Messia un ebreo morto prima di aver compiuto la sua opera liberatrice. Conseguentemente accusava Chabad di eresia o, nel migliore dei casi, di patente contraddizione con uno dei pilastri della fede ebraica. Non solo, Berger imputava almeno ai Lubavitcher mishichist, per la loro fede in un Messia che muore e risorge e in una lettura di diversi passi profetici per avvalorare tale credo, «un’erosione della distanza tra ebraismo e cristianesimo» e il «consegnare munizioni letali alla predicazione cristiana». Apriti cielo. Jacob Neusner, l’ormai celebre studioso a cui ha dedicato grande attenzione anche Benedetto XVI nel suo Gesù di Nazaret, recensì in modo entusiastico il libro di Berger definendolo il «più urgente uscito negli ultimi decenni» per quanto riguarda l’ebraismo, giudizio ribadito con forza ad Avvenire a distanza dieci di anni. Da parte Lubavitcher si parlò di un attacco fratricida e di una scandalosa distorsione della realtà. Una discussione che è esplosa e da allora non si è più fermata, alimentata anche da una nutrita serie pubblicazioni sul tema, l’ultima delle quali è il libro di Elliot Wolfson, studioso di mistica ebraica della New York University, che con il suo Open secret (Segreto svelato) cerca di fare luce sul mistero del Rebbe e sull’esoterismo dei suoi insegnamenti. Nel frattempo Chabad e il mondo ortodosso si intrecciano, si osservano, si confrontano – e un rimando a questa situazione si può incontrare a Gerusalemme dove, esattamente di fronte al Muro del Pianto, campeggia la grande insegna di Colel Chabad, una mensa per i bisognosi gestita dai Lubavitcher – entrambi probabilmente consci del fatto che attorno al Rebbe Messia si sta giocando una partita non di poco conto per il futuro dell’ebraismo tutto.

FONTE:

https://www.avvenire.it/agora/pagine/chabad_201002151014364600000

 

.

Accadeva invece il 26 dic 2022: Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, indontra Chabad Lubavitch.

Pubblicato in News il ‍‍26 December 2022 - 2 טבת 5783

Otto luci per l'identità e la vita. Otto luci contro l'oscurità. Da Roma a Napoli a Milano, per otto giorni, l'Italia ebraica si è illuminata dentro e fuori sinagoghe, spazi comunitari, piazze e case. In Piazza Barberini, nel cuore di Roma, si è svolta la tradizionale cerimonia di accensione organizzata dal Chabad Lubavitch dal 1987. Sempre a Roma, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha assistito all'accensione del secondo cero al Museo Ebraico come ospite d'onore della locale Comunità ebraica.

“La storia di questa festa è una storia di coraggio e speranza. È la storia di un popolo che lotta per difendere la propria identità, le proprie tradizioni e la propria fede”, ha affermato con visibile commozione. Sono valori, ha rimarcato, che “il popolo ebraico ha sempre conosciuto, e per questo la sua identità e le sue tradizioni hanno attraversato i secoli e sono ancora vive”. Si tratta, in fondo, della capacità, ha sottolineato Meloni, «di rendere resiliente il popolo ebraico, pur avendo dovuto affrontare tante difficoltà e atrocità, compresa l'ignominia delle leggi razziali». Il presidente del Consiglio ha inoltre definito la Comunità ebraica “parte fondamentale dell'identità italiana” e “un pezzo della mia identità”.

La cerimonia è stata aperta dalla presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello. “Siamo orgogliosamente italiani pur rivendicando una diversità che riteniamo utile alla crescita del Paese”, ha rimarcato. Esplorando il concetto di identità che è centrale nella celebrazione di Hanukkah, Dureghello ha parlato di un modello ebraico proteso verso “la capacità di costruire società in cui l’educazione e la scuola rappresentano la base”. Forte apprezzamento è stato poi espresso per l'azione della presidente Meloni e del governo “per contrastare definitivamente le ambiguità ancora presenti in una parte del Paese riguardo al fascismo e alle sue responsabilità”, nonché per alcune posizioni assunte in ambito internazionale. Prima dell'accensione dell'Hanukkiah da parte del sopravvissuto all'Olocausto Sami Modiano, ha preso la parola il rabbino Riccardo Di Segni. La festa ebraica delle luci, ha ricordato, è significativamente intrecciata con la storia della comunità romana. I primi ebrei provenienti dalla Giudea arrivarono in città per invocare un'alleanza contro Antioco Epifane “e così nacque la comunità ebraica di Roma; dopo ventidue secoli è ancora qui ed è ancora vitale”.

FONTE:

https://moked.it/international/2022/12/26/prime-minister-meloni-hanukkah-the-story-of-a-people-defending-its-identity/

 
 
 

NUOVE RIVELAZIONI DI PIETRO SULLA SORELLA EMANUELA ORLANDI!

Post n°1873 pubblicato il 04 Luglio 2024 da scricciolo68lbr
 

“Mia sorella Emanuela è stata riconsegnata, ma non alla famiglia. Era coinvolto il cardinale Poletti”: le rivelazioni di Pietro Orlandi. E spunta un nuovo nome.
.
articolo di Alessandra De Vita
.
Articolo del 23 giugno scorso apparso sul quotidiano Il Fatto Quotidiano.

“Mi scrivono sacerdoti e suore da ogni parte del Mondo per darmi sostegno nella mia battaglia. Non comprenderò mai perché il Vaticano preferisce subire i dubbi di mezzo mondo, piuttosto che dire cosa c’è dietro alla vicenda di Emanuela. Si tratta di qualcosa di pesante ma devono uscirne fuori. Qualunque sia la verità. Prima o poi crollerà tutto quel fango. Soltanto dopo, si potrà ricostruire una Chiesa nuova”: sono parole di speranza, nonostante tutto, quelle di Pietro Orlandi che ieri, sabato 22 giugno, ha tenuto a Piazza Cavour a Roma il 41esimo sit-in, nell’anniversario della scomparsa della sorella Emanuela Orlandi, la 15enne rapita il 22 giugno del 1983 nel cuore di Roma. Orlandi, che da 41 anni invoca giustizia per sua sorella, ha tracciato un possibile scenario su come e perché la vita di sua sorella sia stata risucchiata da un mistero senza fine.

“Mia sorella è servita a livello mondiale per portare a termine un ricatto ma una ragazzina, anche se cittadina vaticana, non può essere il solo oggetto del ricatto. Il fatto che sia cittadina vaticana è servito solo a mettere pressione, ma l’oggetto del ricatto è stato presentato prima del rapimento. Lei è stata usata solo a livello mediatico”. “Questi 40 anni ce li ho tutti in testa, c’è chi mi ha accusato di andare in tv per soldi. Sono tutte bugie, non ho mai preso nemmeno un solo euro. La mia ricompensa è poter parlare di Emanuela, non è una cosa assurda o anomala quello che faccio io. Per me è normale non accettare passivamente un’ingiustizia, andrò avanti sempre”.

Alle centinaia di persone arrivate ieri a Roma da tutta Italia che sostengono la sua lotta ha provato a raccontare da dove provenga tutta la sua ostinata forza, lasciandosi andare a un racconto più personale: “Immaginate di tenere per mano la persona più cara al mondo, di girarvi e non vederla più. Passano gli anni e non te ne accorgi, sei fermo a quel momento e vale per tutte le famiglie di persone scomparse. Vivi una serenità apparente, la tua vita è legata a quel giorno. Il tempo si annulla, non ha più senso, si dilata. Per me il 22 giugno del 1983 è durato un secondo in più e in quel secondo è racchiuso ciò che è successo a Emanuela. L’unica cosa che mi dà la percezione del tempo è la mia famiglia, mia moglie e i miei figli che sono cresciuti senza conoscere la zia. Se fossi rimasto solo, mi sarei annullato. Avrei vissuto in un mondo surreale, il loro affetto mi tiene aggrappato alla realtà”.

Tornando sul ricatto, Pietro Orlandi ha fornito nuovi elementi: “C’è ancora qualcuno che ricatta qualcun altro. Vorrei che chi indaga sulla scomparsa di mia sorella – al momento la Procura di Roma, quella Vaticana e la commissione parlamentare – convocassero la persona che mi ha consegnato dei documenti che mi fanno pensare che ci sia un legame in questa storia con l’Inghilterra”. Si tratta di una persona che più di un anno fa ha contattato il fratello di Emanuela Orlandi. Quest’uomo gli ha detto di essere stato coinvolto in una delle fasi del rapimento e di aver poi preso parte al trasferimento della ragazza a Londra in un appartamento adiacente a un convento gestito dai padri Scalabriniani. In pratica, è stata una sorta di suo carceriere pur non avendo avuto contatti diretti con la ragazza nella fase di prigionia. Secondo quest’uomo, vicino sia alla malavita romana che al gruppo dei Nar (nuclei armati rivoluzionari) e in particolare al gruppo guidato da Stefano Soderini (fonte: Notte Criminale di Alessandro Ambrosini) “a gestire la situazione di Emanuela sarebbe stato il cardinale Ugo Poletti. Lui spesso parlava con mia sorella a Sant’Apollinare, Emanuela lo conosceva bene come conoscevamo bene altri cardinali e prelati, essendo nati e cresciuti in Vaticano. Quest’uomo mi disse che per Poletti era difficoltosa e dolorosa questa situazione ma non poteva farne a meno. Mi ha anche detto che tutto era organizzato da più di un anno (come emerge anche dai famosi cinque fogli di Londra venuti fuori, nda). Mi spiegò che c’erano questi “festini” in cui erano coinvolti personaggi importanti e che lui aveva il compito di portare delle ragazzine in queste situazioni. Così è successo anche il 22 giugno del 1983, ma Emanuela ha seguito un altro percorso. Per rapirla si sono serviti di persone della Magliana ed è stato usato anche Poletti. Loro, il Vaticano, erano i ricattati. Ma chi sa la verità e poi viene a casa mia e mi dice che Emanuela è vittima del terrorismo internazionale allora è complice (Papa Giovanni Paolo II, nda). Questa persona di cui parlo che mi ha consegnato i documenti e una foto di una collanina di Emanuela sta in un’inchiesta di Otello Lupacchini. Lo scorso agosto, dopo avermi dato i documenti è sparito, mi scriveva dal dark web. Si è ben premunito, non credo affatto sia questo l’atteggiamento tipico di un mitomane. Ho parlato con Fioravanti (altro terrorista di estrema destra, nda) e si ricorda di lui ma con un altro nome. Ho visto che nell’inchiesta di Lupacchini c’è l’indirizzo di un negozio dove lo si può rinvenire. Ho dato tutto anche alla commissione parlamentare e alla Procura”.

C’è un altro nome che ieri per la prima volta Pietro Orlandi ha tirato in ballo pubblicamente ed è quello di Stefano Soderini, ex Nar anche lui. Per la Procura è sua la voce di alcune telefonate dei presunti rapitori. “Non a caso, ha detto Pietro Orlandi, sulla sua agenda personale hanno trovato il numero di Poletti. Pare che Poletti si sia avvicinato a loro, non si può trascurare questo dettaglio. La pista di Londra è vera, io ne sono convinto. Penso che Emanuela, dopo che alcune richieste sono state soddisfatte dalle persone ricattate, sia stata riconsegnata ma non alla famiglia perché testimone diretta di cose troppo grosse. Non hanno avuto la coscienza di darla di nuovo in pasto ai criminali perché ci sarebbero stati per sempre dei testimoni e quindi un nuovo ricatto. Qualcuno se si è fatto carico di Emanuela per conto del Vaticano. Seppure fosse ancora viva, le hanno distrutto la vita quel giorno”.

 
 
 

NEGROMANZIA AMMISSIONE DA PARTE DELLA STESSA SETTA!

Post n°1872 pubblicato il 04 Luglio 2024 da scricciolo68lbr
 

Immaginate cosa sarebbe successo se ad ammetterlo fosse stato un membro di a,to rango delle gerarchie ecclesiastiche vaticane... ebbene sui media mainstream e non avrebbero scatenato un vero e proprio putiferio!

Invece quello che è stato ammesso dal capo della setta Chabad Lubavitch, è passato talmente sotto silenzio, che solo il giornalista Cesare Sacchetti, lo ha pubblicato su X. Non c'è una parola di tutto questo sui media mainstream, e questo la dice lunga sul fatto di ben comprendere a chi rispondo i media che si auto definiscono: "I professionisti dell'informazione".

È notizia del 21 giugno scorso. David Saltzman, membro della setta di Chabad Lubavitch afferma che nei tunnel della sinagoga di New York si pratica la "negromanzia". In pratica i vari membri di Chabad usano dei cadaveri nella speranza di far tornare in vita il messia degli ebrei. La negromanzia è una pratica di chiara derivazione satanica.

Restano diverse domande irrisolte. Di chi sono quei cadaveri? E a parte i materassi dove venivano posti i morti, cosa ci faceva un seggiolone da bambino in quei tunnel? È questo quello che avviene nelle altre sinagoghe in giro per il mondo?

 
 
 

HETHER PARISI: “NULLA PIÙ OGGI È REALE!”.

Post n°1871 pubblicato il 04 Luglio 2024 da scricciolo68lbr
 

Chi non conisce la showgirl Heather Parisi? Chi non l'ha apprezzata nei programmi del sabato sera, targati Pippo Baudo, della serie Fantastico?

Stamane, la showgirl Heather Parisi, oramai lontana da anni dalle luci della ribalta e da quelle del piccolo schermo, ha pubblicato un nuovo video sulla sua pagina Instagram, attraverso cui ha cercato di porre alcune domande ai suoi follower circa la società e il mondo che viviamo oggi.

Una Heather Parisi apparsa decisa e concreta, che rivolgendosi alle telecamere ha detto che oggi è superfluo dire che la “nostra società è governata e si regge sulla menzogna”, al punto che ormai questa situazione viene accettata dalle persone, senza che esse facciano nulla. “Mai nella storia – ha proseguito – la diffusione dell’inganno è stato così capillare e penetrante come ai giorni nostri. Ciarlatani e millantatori sono presenti trasversalmente in ogni campo, non solo nei mezzi di informazione mainstream, ma anche nella informazione cosiddetta alternativa, dove esistono i disinformatori di professione, comprati e pagati per fare opposizione controllata”.

Disinformatori che per Heather Parisi sono presenti anche nella politica, nella medicina, nella scienza e nella cultura, definendoli “imbroglioni al servizio permanente ed effettivo di pochissimi detentori di ricchezze folli”. Aggiungo io, che non hanno a cuore il bene del mondo, né tantomeno dei suoi abitanti, ma solo il proprio.

Ma tale situazione viene accettata dalla maggior parte delle persone senza fare nulla: come si è arrivati a questo punto? Si domanda ancora l’artista, chiedendosi “Da dove viene l’apatia di una società che ha rinunciato a pensare?”.

Per Heather Parisi oggi nulla è reale (come diceva John Lennon), dalla quotidianità alla politica che ci governa, “Quale verità possono avere 'promesse e slogan elettorali' che non verranno mai mantenuti perchè le decisioni vengono prese a più alti livelli, a livello sovra-nazionale, da un elite di persone che se ne infischia delle promesse fatte da altri?”. Anche i nostri gusti e le nostre idee sono irreali, prosegue nel suo “sfogo” l’ex ballerina, spiegando che ogni giorno siamo formati e le nostre “menti plasmate, le nostre idee suggerite”, una situazione che accade fin dalla scuola. Anche la religione, aggiungo io, non è immune dal proporre questo lavaggio del cervello ai propri fedeli, pochi rimasti al dire il vero, visto che le chiese sono sempre più deserte.

Secondo Heather Parisi in ogni campo del nostro quotidiano, dal lavoro alla vita privata, passando per quella sociale, “siamo dominati da un numero estremamente piccolo di persone che tirano i fili dei meccanismi che controllano la mente pubblica”. E’ come se vivessimo in un grande Truman Show, il famoso film con Jim Carrey, con l’obiettivo di “manipolare, polarizzare, propagandare e controllare la popolazione”.

Heather Parisi dice di sorridere quando gli altri le fanno notare che era una ballerina cercando di zittirla: “Mi fa sorridere, io ho fatto la televisione quando la televisione era esercizio del pensiero e per il pensiero… fateci caso, oggi cosa è la tv? Se non un gigantesco insieme di reality, oggi anche i notiziari sono reality e diventa difficile distinguere fra ciò che è reale e ciò che è una farsa accuratamente costruita”. 

 

Per l’ex ballerina italo americana, siamo delle cavie che vengono controllate tramite la paura: “La paura per la salute, per la sicurezza, per i risparmi, per la sopravvivenza”, e da ciò derivano quindi “con immancabile puntualità le crisi nazionali, le pandemie, i disastri naturali, gli attacchi terroristi, gli omicidi di genere, (la disforia di genere ndr), le sparatorie nei campus, innalzati a simbolo di una società che deve cambiare”. Quando siamo controllati dalla paura smettiamo di pensare e una società di questo tipo risulta quindi essere più facilmente controllabile.

Per Heather Parisi “I media mainstream sono i sicari a cui è affidato il compito di premere il grilletto per uccidere la nostra voglia di pensare, i giganti dei social media sono i delatori di professione che con la censura spengono sul nascere qualsiasi voglia di pensare, bollandola come pericolosa disinformazione”.

Secondo la ballerina è giunto il momento di cambiare, di reagire alla minaccia reale dello “stato di polizia delle élite che ovunque sta prendendo il sopravvento”.

Come darle torto?

 
 
 

LA SINISTRA FA LA MORALE A TUTTI, EPPURE HA LA “COSCIENZA” SPORCA!

Post n°1870 pubblicato il 01 Luglio 2024 da scricciolo68lbr
 

Bello leggere di come la sinistra in Italia, si erga sempre sul piedistallo più alto per fare la morale a tutto e a tutti. Eppure in questi giorni, sui giornali si apprende per esempio, che per Occupazione abusiva, l'Inps chiede a "Sinistra Italiana", il partito di Fratoianni, oltre 70 mila euro. 

Il bilancio 2023 di Sinistra Italiana, recentemente pubblicato sul sito ufficiale del partito, rivela che tra le passività figura una somma di 73.187 euro. Questo importo è legato a una causa legale avviata dall'INPS, che riguarda la presunta occupazione abusiva di una proprietà dell'istituto da parte di un circolo territoriale del partito.

Come scrive Open, l'occupazione illegale risale al 2016, periodo in cui il partito era noto come Sel e aveva come coordinatore nazionale Nicola Fratoianni.

Nel 2018, Sel è stata sciolta e ha confluito in Sinistra Italiana, portando con sé anche queste questioni legali e finanziarie. Oltre a questo, il partito deve anche affrontare una sanzione di 26.864 euro per l'affissione non autorizzata di manifesti politici.

 
 
 

CHI DECISE CHE I TAPPI DOVEVANO RESTARE ATTACCATI ALLA BOTTIGLIA?

Post n°1869 pubblicato il 01 Luglio 2024 da scricciolo68lbr

Qualche post fa, ho affrontato il tema riguardante una a mio parere stupida direttiva europea che prevede che dal 3 luglio, sia obbligatorio che i tappi restino sempre incollati alla bottiglia. Che grande scomodità, se per caso vuoi bere a garganella dalla bottiglia, il bagno è assicurato, ma non è questo il punto di questo post.

Sulla vicenda dei tappi attaccati alle bottiglie, si è registrato il commento di Salvini: "No norme surreali dell'Ue".Il ministro delle Infrastrutture, nonché leader della Lega, è contro la direttiva green dell'Ue sui tappi delle bottiglie di plastica. Tuttavia tra poco arriveremo alla parte comica della vicenda.

L'Unione europea ha infatti introdotto l'obbligo di vendere solo bottiglie di plastica dotate di un tappo attaccato al contenitore, il cosiddetto "tappo solidale", che impedisce la dispersione nell'ambiente. Questa misura anche se entrerà in vigore a partire da mercoledì 3 luglio, ha già di fatto costretto moltissime aziende ad adeguarsi per tempo, già da ottibre dello scorso anno. La direttiva, come parte delle ultime disposizioni della direttiva sulla plastica monouso (SUP) del 2019, che già dal 2021 ha proibito la vendita di vari prodotti in plastica monouso come piatti, posate, cannucce e cotton fioc.

Mentre alcune restrizioni sono state applicate già tre anni fa, la direttiva prevede che da luglio di quest'anno si applichino anche specifici requisiti di progettazione per i tappi e i coperchi dei contenitori per bevande in plastica monouso. La direttiva evidenzia che "i tappi e i coperchi di plastica per i contenitori di bevande sono tra gli oggetti di plastica monouso più frequentemente rinvenuti sulle spiagge dell'UE."

I nuovi requisiti si applicano non solo alle bottiglie di plastica, ma anche agli "imballaggi compositi" come i cartoni per latte o succo di frutta, escludendo però i contenitori in vetro.

A riguardo, Matteo Salvini ha espresso sui social media il suo dissenso riguardo queste norme, definendole "eco-norme surreali volute da Bruxelles" e promuovendo la sovranità nazionale con lo slogan "Per PIÙ ITALIA e meno Europa, scegli la Lega".

Ecco la parte comica della vicenda: è ironico notare che l'Italia ha approvato la direttiva mentre Salvini era nel governo nel 2019, e fu così che fu anche con i voti della Lega che la norma venne recepita e messa in atto nel 2021.

LOL

 
 
 

AREA PERSONALE

 

RADIO DJVOCE

 

PAROLE

   

     IL TIBET NASCE LIBERO

  LASCIAMO CHE RESTI TALE

                             i

Le parole.

                       I

Le parole contano
dille piano...
tante volte rimangono
fanno male anche se dette per rabbia
si ricordano
In qualche modo restano.
Le parole, quante volte rimangono
le parole feriscono
le parole ti cambiano
le parole confortano.
Le parole fanno danni invisibili
sono note che aiutano
e che la notte confortano.
                                  i
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

Rosenoire04settimosenso10tambo66Lady78_8scricciolo68lbrMabelle22elcondorpasaaagianni.scrimMark_2025.lovem12ps12amante_proibitoNinfea_candidaOroneibabbo
 

I LINK PREFERITI

DECISIONI.

 

 

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

IMMAGINI DI TE

 

 

 

 

 

CONTATTO

 

 

PASSIONE

immagine


 

 

LIBERTÀ.

 

 

Affrontare ciò che ci spaventa

è il modo migliore per superare

ciò che ancora non si conosce.

 

 

 
 

ATTIMI

 

 

 

UN GIOCO!

 

 

EMOZIONI

 

 

 

 

 

PASSAGGI

Contatore accessi gratuito

 

 

ABBRACCIO

 

  

 

 

BOCCA

 

 

 

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2025Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963