Nero terrore

LA DISPERATA CHE LOTTA CON LA DISPERAZIONE


Sono sulla soglia dell'amore per la mia disperazione:abito in luoghi dove interessi e realtà sono fagocitati da un individualismo sfrenato, portato all'estremo; è da qualche giorno che tento di sospingermi sulla superficie di tale groviglio disordinato, eppure è improduttivo. Il cibo mi è negato se non in forma preposta per confondersi con i loro ideali e con le loro realtà: vivo nel caffè e dormire non è un'opzione, mentre la salute si fa effimera e piano piano rilascia la sede del mio corpo. Il ricatto alimentare è ben duro da sopportare e, mentre le ossa sporgono progressivamente sempre di più, mentre la stanchezza della vista e dell'intelletto bussano costantemente a proclamare la parte del loro banchetto, si rende sempre più flebile il confine tra libertà e sottomissione al volere del nucleo familiare. Le dita magre, gli occhi affamati, non hanno il coraggio di accarezzare le ultime fonti alimentari, affiancate da quelle che sono le esche per la bestia affamata, che sarei io. Sono disperata e disperato è ogni mio passo, e non posso spiegare il dolore del contrapporsi tra un disperato amore e una volontà ferrea e coraggiosa al cospetto di debolezza fisica e denutrizione, ingiustizia e prevaricare altrui. Non è tra i miei poteri la capacità di perseguire la vita, sono stata uccisa progressivamente e da vittima non voglio nè camminare nè strisciare nè essere sepolta in tal nome.Mi rubate la carne dal mio stesso corpo, ma io combatto.Ho tutto da perdere nel caso mi arrendessi.So che non tentare neanche sarebbe precludersi una qualsiasi possibilità di successo (o gustoso pareggio).   NENE DEL 7/V/2014