Incursione

Il rumore dei passi. Settimo estratto.


 
"Ma adesso la lascio" Fece la giovane donna "Deve essere tanto stanco.Non si faccia trattenere oltre dalle mie chiacchiere. Io debbo mettere aletto Agnes e, più tardi, anche Io e mia sorella guadagneremo il riposomeritato." Detto questo Eyleif sparì attraverso la porticina nel muro checollegava con la ex stanza della loro madre. E Leslie Atwater era solo.si guardò intorno, in quel luogo essenziale ma accogliente ed ebbeun potente sbadiglio. Cominciò a spogliarsi e, quando fu in pigiama,si ficcò sotto le coperte, sperando che qualche sogno gli venisse insoccorso a dipanare la matassa di sensazioni contrastanti che lo stavaattraversando. Ma il silenzio assoluto che lo circondava gli impedivadi addormentarsi. Stava lì, nell'immenso letto, con gli occhi sbarratie tutte le sue illusioni in un sonno ristoratore andavano, rapidamente,al diavolo. Non poteva non togliersi dalla mente le due sorelle e la loro,strana, peculiarità: l'algido distacco di una e la fresca spontaneitàdell'altra, l'apparente sbadataggine di Eyleif e la fredda misura diIsveig. Ad un tratto sentì dei passi nella stanza contigua, quella doveera morta la madre: si riscosse improvvisamente dal dormiveglia incui era caduto: non accese nessuna lampada ma, a piedi nudi, etentando di contenere lo scricchiolio, si diresse verso la porticina.Poi accostò l'orecchio alla divisoria ma i passi si erano rapidamenteconsumati ed estinti, tanto da fargli credere di avere sognato tutto.Fu quando bussarono lievemente alla sua porta che si riscosse ecomprese di non essere stato preda di qualche scherzo ipnotico.Eyleif era all'ingresso con fare contrito e si sforzava di vedere nelbuio. Il capitano accese una lampada e subito l'inquietudine e lasorpresa evaporarono di fronte alla figura in camicia da notte delladonna che era riuscita, sorridente, ad inquadrarlo. "mi scusi il disturboma Isveig ha avuto la bella idea di spostare alcuni libri dalla stanzaattigua. Ha avuto un'illuminazione e mi ha chiesto di aiutarla, cosìnon potevo esimermi. Però ho udito i suoi passi sul pavimento emi turbava il fatto che l'avessimo svegliata e si stesse chiedendocosa stesse succedendo. Quando sono stata certa che lei era riscosso mi sono decisa a bussare." "Ah ,non è nulla. Non riuscivo a pigliare sonno: tutto questo silenzio... è qualcosa di ...oppressivo. Non vi sono più abituato." "La capisco Anche a me talvolta questa quiete dà sui nervi. Sento sovente il bisogno di esplodere." "Che libricercava sua sorella?" "Oh, alcune stupidaggini di botanica ecose più serie sulla storia delle religioni." "E perché muoversialle tre di notte per rintracciarli? Era così urgente?" Eyleif nonrispose e restò immobile come un dolmen. Poi aprì boccalentamente e sussurrò nella penombra "Certe cose vannorisolte in fretta. Siamo state indecise fino all'ultimo se farloo lasciar perdere..." "Lasciare perdere cosa?" ProruppeAtwater."  "Bruciare. Bruciare tutto. Nostra madre non eracome tutti gli altri. Lei era una wiccan e seguiva la religionemisterica neopagana. In Inghilterra aveva incontrato GeraldBrosseau Gardner ed era stata investita del compito di diffondereil culto anche su questa nostra isola. Ma la malattia giunseprima che potesse cominciare. Noi comunque ne siamo fuori,siamo luterane e il proselitismo non ci riguarda, come i libriche teneva sotto il letto. Per questo vorremmo farli sparire,anche se qualcosa di...Insomma, il rispetto per nostra madreci impedisce di attuare il nostro proposito. I libri, appenasollevati sembrano pesare una tonnellata." Il capitano sorrise"E Io che temevo la noia in Islanda: ecco che mi ritrovo adabitare nella stessa abitazione di una delle prime wiccan.""Lei dunque conosce il culto della Dea Madre?" "Mia ziaera molto interessata alle teorie di Gardner, ma era consideratauna vecchia bislacca. A me stava simpatica, comunque.""Il mondo è veramente piccolo" Fece Eyleif con una stranasmorfia. "Ma adesso debbo andare. Cerchi di riposare che mancapoco all'alba. Ci vedremo a colazione." Detto questo chiusedolcemente la porta e si avviò lungo il corridoio.(Continua)