Incursione

Il rumore dei passi. Quattordicesimo estratto.


 
Si sentiva più pesante. Più massiccio. E con dolorini e fastidi chenon lo avevano mai angustiato prima. Era come se dovesse farei conti con un ospite inatteso dentro di sé e fornirgli spazio. Leparole dei due ufficiali gli risuonavano più oscuramente famigliariadesso ma non osava accennarvi per non consegnare del tutto ilsuo aplomb britannico. "è strano" Non poté comunque esimersi dalnotare :"Ci sono dei momenti, proprio adesso al risveglio, che nonmi sento completamente padrone di me stesso. è come se qualcunomi sgomitasse e si prendesse la mia bocca. Persino il mio cervello.ci sono dei momenti in cui anche la mia voce cambia e diventa pesante,cavernosa e...grossolana." Jòn Beiddarsson avvicinò la sedia al suoletto e sussurrò a bassa voce :"Non nego che abbiamo sbagliato aproporle questa sistemazione. Ci sembrava un ottimo posto, quieto,lontano dalle altre case e dai curiosi, con due ottime e capaci donnead amministrarlo. Abbiamo ignorato le chiacchiere che giravano sulloro conto e siamo andati avanti diritti per la nostra strada. Ma ora...le cose sembrano cambiare." Leslie Atwater si fece forza e squadròcon ferocia il suo corrispettivo islandese :"Andiamo, capitano, ormaiè una questione di principio. Non posso ammettere di essere ospitedi una casa infestata da...qualunque cosa. è semplicemente ridicolo.E se la loro madre era una wiccan non significa che evocasse spettrio chiamasse dei revenant. La religione misterica neopagana è unacosa seria, non si diletta di cerchi magici e di ouija board. Affondale radici in situazioni e adorazioni antichissime. Può essere studiatacome una qualsiasi disciplina parapsicologica...e..." Leslie era tornatoa sprofondare in un bagno di sudore mentre gli ufficiali isolani lofissavano senza perdere un solo frammento visivo. Dentro di sé luiudiva qualcuno parlargli e cercare di convincerlo. Era una voce questavolta melliflua e seducente, ben lontana dalle orrende urla che loavevano sconvolto durante l'incoscienza. Con grazia e semplicitàchiedeva di rintoccare le sue corde vocali e di arrotargli la linguacon eleganza. "Le donne dove sono?" Disse la voce educata chesi era impadronita di lui. "Sono dabbasso, insieme al medico. Sistanno provvedendo con nuove ricette. Qualcosa che la calmidurante i suoi accessi." "E Matt? Matt Flint, il mio autista?" "Per ilmomento è stato richiamato alla base. Vi è un altro ragazzo, unodei nostri, Sesil Gunnarsson, che si occupa delle esigenze minimedi Lei e delle donne. Sa, loro non hanno automobile." "Perchétogliermi Matt? Era il mio legame con la realtà." Proruppe il capitano.Gli altri due graduati sorrisero :"è stato lei, poco fa, a dire che lasituazione è sotto controllo e che gli islandesi non sono deglistrani elfi impegnati a lanciare incantesimi. Si vuole rimangiarequello che ha detto?" La voce che cadenzava al posto di LeslieAtwater mormorò che sì. andava bene così. Anche se quel SesilGunnarsson, per chissà quale ragione, gli impastava le parole,prima scorrevoli.(Continua)