Incursione

Il rumore dei passi. Sedicesimo estratto.


Scesero da basso nell'ampia cucina e le sorelle servirono ai militaridella birra gelata con un bicchierino di vodka. I due ne vuotaronoin fretta il contenuto e fissarono Isveig ed Eyleif negli occhi. JònBeiddarsson giocherellava con un pacchetto semivuoto di cicchementre Falur Heimirsson fischiettava un aria popolare sull'isolain quel periodo. "La voce." "Prego?" Fece Isveig, gironzolandocon lo sguardo per l'ampia sala. "Dopo averla sentita da vivopiù volte non la scordi nemmeno da morto." Replicò asciuttoJòn. "Cosa vuoi intendere, capitano?" "Baltasar. quella è la suavoce. L'ho sentito mille volte imprecare quando portava il pescea riva, e l'ho sentito alzare la voce nelle taverne per avere il suogiro." "Balle" Fece Eyleif poco cerimoniosamente. "Con queltimbro si assomigliano tutte le voci. "è la contrazione del diaframma.Lo spirito lo ha preso tutto intero e lo sta muovendo come un burattino. Ma, per identificarlo non basterebbero raffronti conil centinaio di migliaia di persone di quest'isola." Falur smise di fischiettare :"Continua a sottolineare eventi precisi: un boschetto,una spiaggia, in coltello da cucina." "E allora? Un uomo ucciso dalla moglie che lo tradiva, un militare fatto a pezzi da una qualcheprostituta, un padre ucciso dalla figlia per questioni di eredità."Falur prese una sigaretta dal pacchetto di Jòn ma non lo accese:"E perché gira da queste parti e si infiltra in un povero ufficialebritannico? Deve avere una ragione: ancora ha paura di perderela propria donna a causa di un altro maschio." Isveig si strizzògli occhi con indice e pollice, come se le tensioni di quei giorni le stessero facendo breccia nell'apparente quiete. "Potrebbe essereuna storia molto vecchia. qualcosa che affonda persino nei secoli."Sangue e cadaveri scomparsi" Proruppe con un forte brivido "Nonsaranno il pane quotidiano dell'Islanda ma sono fatti registrati, fattiaccaduti." "Dov'è sparito Baltasar?" Interloquì Jòn "Suo fratello Filippus lo sta ancora cercando". Eyleif era solida e serena :"Avevamo litigato quella sera. Non starò qui a negarlo. Se n'eraandato con un forte livore e un peso sul cuore. Non sopportava mia madre, non reggeva mia sorella. voleva che Agnes non fossecresciuta nella nostra casa. Voleva la mia bambina ed Io glielonegai recisamente. Questo deve averlo sconvolto del tuttoe spinto sulle scogliere." Cadde il silenzio. Falur decise finalmentedi accendersi la sigaretta. Di sopra si sentivano i passettini delmedico intorno al giaciglio del malato. (Continua)