Incursione

Il rumore dei passi. Ventisettesimo estratto.


Sesil Gunnarsson era piombato nella casa delle donne proprio mentreIsveig stava tornando dalla passeggiata e dall'abbandono di Atwater.Lui sollevò il cappellino militare in cenno di saluto e chiese se poteva entrare un attimo a fare due chiacchiere. La donna aveva il viso stravolto, la bocca serrata e le labbra livide. Gli occhi neri eranospalancati e le ciglia non sbattevano. Il ragazzo si accorse subito chequalcosa non andava: "è andata a fare una passeggiata?" Disse, con un accento di preoccupazione. "Sì, sono appena tornata. Il tempo nonpromette bene. C'è aria di tempesta e verrà l'alta marea." Poi entrò in casa senza fargli cenno di seguirla. "Un momento" Fece Sesil " Possoparlare con il capitano. In questo momento sta bene? è in grado di capirmi?" Isveig si girò con tutta la possanza della maturità e un sorrisoben visibile a mezza bocca: "Nella stanza non lo troverà. Ha insistito per fare una passeggiata stamane e Io l'ho accompagnato fino al naso di Birkir. "Poi" E qui si arrestò un attimo come colta da un fremito "Hainsistito per restare da solo. Doveva riflettere su alcune cose, mi ha detto."Il ragazzo comprese al volo il significato recondito delle parole della donna e abbandonò di corsa l'ingresso alla casa per dirigersi verso ilbagnasciuga con passo rapido. Giunto sulla spiaggia iniziò a correre,ansimando pesantemente. Il naso di Birkir non era lontano: poteva decifrarlo in mezzo alla nebbia ma la sabbia e l'acqua alta iniziavanoa ostacolargli l'avanzata. Gli ci volle parecchio per arrivare a una trentina di metri dal promontorio e notare una figura appoggiata per terra con i gomiti e le ginocchia. Avvicinandosi ulteriormente si rese conto che si trattava esattamente di Leslie, parzialmente sommerso dall'alta marea. Gli arrivò a fianco e lo sollevò. Era cianotico e pallido, e respirava con fatica. Gli passò il braccio intorno alle spalle, sollevandolo, e prese a incamminarsi verso l'abitazione delle sorelle. "Mi riconosce, capitano?"Urlò mentre la pioggia e la nebbia si infittivano. Il freddo cominciavaa mangiare i corpi. Grazie al cielo il corpo dell'ufficiale era leggerissimoe non intralciava gli spostamenti di Sesil. Entrambi battevano i dentiquando furono giunti a metà del loro cammino di rientro. Tutto sommatoAtwater sembrava reagire bene e non fare opposizione passiva. Solo,di tanto in tanto, borbottava qualcosa di inintelligibile che fece, benpresto, venire ulteriori brividi al giovane accompagnatore. L'uomoche lui stava trasportando era tornato a parlare in islandese stretto.(Continua)