Incursione

Il rumore dei passi. Trentunesimo estratto.


Poi fu la volta del controllo medico di prammatica e il Dottore entrò con passo spedito e il voltocorrucciato, quasi non vedesse l'ora di sbrigarequelle patetiche incombenze e andarsene versola sua Vita: Una passeggiata con la sua fidanzata,osservare con Lei le vetrine, un buon sigaro, un bicchiere o due di xeres e la chiacchierata alcircolo in ottima compagnia. Questo gli si leggevain fronte mentre sbrogliava la fasciatura. Davanti alla situazione peggiorata ristette un attimo, poi fissòCurtius quasi con astio, come fosse colpa sua se nonsi decideva a guarire :"Le cose non vanno per niente,Krabbe, e se non migliorano saremo costretti adamputare, altro che storpio per il resto della Vita." Ilragazzo ristette sorpreso e le lacrime presero adaffollarglisi agli occhi mentre il dolore per esseresbatacchiato qua e là dal mediconzolo lo costringevaa vedere le stelle. Finita la visita il dottorino si rivolse,con una rabbia sempre più malcelata, all'infermiera estrepitò :"E chiuda quella porta. I malati devono averetranquillità, riposo e riservatezza." L'infermiera sotto losguardo attonito di Curtius si avvicinò alla porta che separava le due stanze e la chiuse con un tonfo. Sparitaera la ragazzina e i suoi occhioni vasti, sparita era laragazzina con il suo sorriso che pareva intaccare persinoi bordi del piccolo volto. In pochi minuti Il Dottore e l'infermiera erano scomparsi e il ragazzo si trovava solo espaurito in quella stanza che sapeva di acido fenico eammoniaca. Ristette per un attimo a collezionare pensiericupi, poi un'idea meravigliosa gli attraversò il vestibolocerebrale e lo colmò di determinazione: si sollevò suigomiti e fissò le stampelle, finora inutili, che giacevanocontro il letto. Le afferrò e gettò con immensa fatica le gambe oltre quella trappola. Il dolore gli attraversava le gambe come scariche galvaniche e gli devastava ilcranio, la paura di non farcela gli serrava la gola e lofaceva ansimare come un mantice. Ma non recedette di un centimetro. Facendo leva sulle grucce, e andando a sbattere contro il piccolo tavolino, si fece largo. I piedigli si strascicavano al suolo e le caviglie spezzate dentrol'armatura gli sbranavano muscoli e carne. Gli ci volle un'oraper percorrere cinque metri, ma alla fine era lì. Sentiva il cuore battergli come un martello intento su chiodi lunghissimi.Aveva il volto madido di sudore e il buio intorno si era fattodeciso, temperato solo dal pieno turgore della luna. Giròla maniglia strapazzato dall'emozione, tremava vistosamentee i denti gli battevano mentre la porta si spalancava. Folle,posò immediatamente gli occhi sul giaciglio dei suoi sogni.Sconvolto, lo trovò vuoto. Le forze gli mancarono in un attimoe crollò a terra come una statua dinamitata. Perdendo l'equilibrio e allungandosi sull'impiantito vene a incocciare conuno strano fagotto a sua volta disteso al suolo. Nel buio allungòle dita e trovò un viso, nel buio riconobbe degli occhi enormi, nel buio seguì i contorni di una bellissima bocca ancora ferma nelsorriso. E allora capì tutto. Si erano cercati disperatamente e,alla fine, si erano incontrati. Proprio lì, mentre la Morte avevacalato le sue ali sulla ragazza, ora indugiava ad avvolgere ancheCurtius nella sua stretta. Ma Curtius non aveva paura: il suo percorso si era compiuto e il loro Amore, appena nato, era bruciato in fretta nel mondo ma ora si avviava a durare per l'Eternità. Saldo come le loro gambe, finalmente. Dolce come i baci con cui Lui le stava riempiendo, in quel momento decisivo, il volto."Beh, che ne pensa?" Fece Sesil all'ufficiale. Questi era rimasto inchiodatoal letto e non osava aprire bocca quasi potesse sciupare quell'attimo dieternità che la storia aveva scalpellinato fra loro. Solo dopo cinque minuti spalancò le labbra e l'aria gli si fece suono. Ma un suono stentato e asmaticoche produsse una sola parola: "Agghiacciante." "Davvero lo trova così? eppuredovrebbe essere stato suo amico e conoscerlo bene. Quello che mi viene in mente è: straziante. Non chiede pietà a nessuno. C'è un grande orgoglio quidentro. Nulla di sdolcinato e strappalacrime. L'insieme è asciutto e duro, poche pennellate per dipingere il dottorino e l'infermiera, altri rapidi accennial vetriolo all'ospedale. I veri protagonisti restano i due ragazzi e il loro amoreesploso all'improvviso; una bufera in un bicchiere d'acqua. La società li sconfigge ma loro vincono scavalcando persino la morte. Sono eternati,trasfigurati, assunti in cielo senza carro di fuoco ma con una leggera brezzache asciuga le loro madide fronti." Sesil Gunnarsson represse un fortesingulto e per evitare imbarazzanti confronti guardò fuori dalla finestra.Leslie se ne accorse immediatamente e mormorò: "è per questa ragioneche lo porto sempre con me. Per me è come se fosse ancora vivo, e attraverso le sue prose e le sue poesie ne evoco l'immagine tutti i giorni.""Sbagliato" Replicò il pescatore alzando di qualche semitono la voce: "Leilo porta con sé per tenerlo in ostaggio, per non farlo uscire da quelle pagine,perché teme che potrebbe nuocerle molto. Per una ragione che mi è ancorasconosciuta sente una colpa profondissima nei confronti di David Fitzroy, equesta colpa si è trasformata in ossessione costringendola a portare quel libro nero con sé ovunque andasse, come un paio di catene. Ma i nodi vengono sempre al pettine, capitano Atwater, e si da il caso che un poveroislandese, ammazzato come un cane, abbia fatto conoscenza con David Fitzroy e che le stia chiedendo un po' di spazio nella sua coscienza. Leinon immagina come sono i revenant islandesi: spesso burberi e brutali,non vanno per le spicce. Quando si apre una leggera fessura nelle fascespazio-temporali si introducono sgomitando, senza chiedere il permessoa nessuno." (Continua)