Incursione

Il rumore dei passi. Trentatreesimo estratto


Udirono un'automobile frenare poco fuori dalla casa. Sesil posò il libroe si accinse ad alzarsi per andare incontro alle due donne mentre Leslierestava a letto con le mani allacciate dietro la testa. "Cosa intendi dirle?"Fece al suo giovane autista. "Nulla di particolare. Farò presente che cisono mille modi per uccidere una persona e che lasciarlo affogare dall'alta marea è uno dei più crudeli." "Non essere così duro. è colpamia. Ho forzato troppo le cose e ho esasperato quella donna. Sono statodeliberatamente crudele per metterla alla prova." "Questo non giustificail suo comportamento.  Lei è un ufficiale di Sua Maestà Britannica ed èstato ospitato senza nessuna requisizione o forzatura. Se a loro non sta più bene possiamo cercarci un'altra sistemazione. " Detto questo SesilGunnarsson si alzò in piedi e si diresse alla porta, fino a giungere alle scale dove sentì trillare il campanello. "Al diavolo" pensò "Perché suonare? Non hanno forse le chiavi?" Scese di corsa fino al pianoterrae aprì la porta senza nemmeno guardare. Jòn Beiddarsson e Falur Heimirsson erano davanti a lui nella loro immacolata uniforme islandese e negli occhi qualcosa a metà fra un sorriso irritato e unaapparente soddisfazione. "Aspettavo qualcun altro veramente." Buttòlì seccato Sesil. "Non sei contento di vederci Gunnarsson?" ReplicòFalur Heimirsson squadrando da capo a piedi il suo interlocutore"Ormai sembra tu sia diventato di casa. Ti permetti addirittura di scegliere gli ospiti? Dove sono le donne?" "Sono andate in città a fare compere e c'hanno lasciati qui a badare all'abitazione." ReplicòSesil senza accennare alla disavventura di Atwater. Un bizzarro sensodi preservazione lo convinse a non spingersi oltre nelle confidenze.Sentiva, inoltre, un pungente aroma di vodka provenire dalle due figure che aveva di fronte e lui si ritrasse istintivamente come gli capitava sempre davanti a individui alticci. "Ti abbiamo portatoun regalo, Gunnarsson. A te e al capitano" Pronunziò con la lingualievemente intrecciata Jòn Beiddarsson, estraendo con una manonascosta dietro la schiena una bottiglia di liquore mezza piena."Puro whiskey di malto irlandese" Aggiunse Heimirsson strascicandole parole "Lo abbiamo recuperato grazie al colonnello Arngeirsson,che ha ritenuto fosse una bella idea far ritrovare il gusto delle sue terre ad Atwater. è della collezione personale del colonnello." Sesilaccennò una smorfia, poi si mise a ridere "Non credo proprio che il capitano abbia qualcosa a che fare con gli irlandesi ma comunqueaccetto da parte sua il regalo di Arngeirsson." E allungò la mano prendendo la bottiglia e soppesandola. "Non penso gli faccia benein questo momento, ma la terremo da parte per tempi migliori." Idue graduati islandesi accennarono un moto di disappunto ma sfoderarono ben presto il loro charme da divisa. "Non ci fai entrare,Sesil? Dobbiamo parlare con Atwater; è una cosa abbastanza importante." "Accomodatevi." E Gunnarsson si fece da parte.Passandogli accanto Heimirsson non riuscì a tapparsi la boccae mormorò all'orecchio del giovane: "Arngeirsson si è convintoche ci sia qualcosa di strano nella sparizione di Baltasar e si èmesso in contatto con la magistratura. Pare che passeranno la spiaggia al pettine con i riservisti." Sesil, dopo avere aguzzatol'udito fissò i suoi occhi in quelli del confidente: erano torbidi ma una lieve angoscia vi affiorava sullo sfondo; come il retrogusto di un'ottima bottiglia di whiskey irlandese. (Continua)