Incursione

Il rumore dei passi. Trentacinquesimo estratto.


Leslie Atwater restò un attimo perplesso, poi appoggiò i gomiti sulmaterasso e si inarcò con la parte superiore del corpo in avanti:"Nessuna ostinazione, nessuna pervicacia. Posso andarmene in qualsiasi istante da questa casa." Le sorelle non reagirono e questoparve al capitano molto più che un'opinione. I due ufficiali islandesi stavano attoniti e alticci di fianco al letto. Sesil si lisciava la ciocca di capelli biondo cinerognola con fare nervoso e l'intenzione, non ancoramolto chiara, di riportare una tregua a quell'improvviso scontro. "Beh,allora è deciso..." Fece l'inglese scostando le coperte "Me ne vado da questo posto. Sesil mi darà una mano con le mie cose e poi effettueròil trasloco. Dove? sinceramente non lo so..." E Fissò con sguardo interlocutorio Jòn Beiddarsson e Falur Heimirsson "Ma comunque troverò un tetto sopra la testa per un ufficiale di Sua Maestà che hasempre fatto il suo dovere in modo inappuntabile e..." Lo sguardo glicadde sul pesante libro nero di David Fitzroy "Senza possedere sensidi colpa per qualsivoglia ragione militare." A quel punto ebbe un mancamento e Sesil lo sorresse immediatamente prima che scoppiasse ilputiferio e il capitano scivolasse dal giaciglio. Quando si riebbe avevauna pezzuola sulla fronte e un termomentro sotto l'ascella. Cominciò a mettere a fuoco gli oggetti e le persone intorno a lui è notò una nuovapresenza nella piccola stanza della sua degenza. Era il generale Arngeirsson,capo del dipartimento militare da cui dipendevano Atwater e tutti gli inglesisbarcati su quel lembo di terra. Un uomo severo, asciutto e quadrato, dallamascella volitiva e gli occhi infuocati. Immensamente alto e carismatico.Inizialmente al capitano parve di trovarsi di fronte al proprio antico insegnante di religione e balbettò qualcosa a propria discolpa, fino a quando non riprese pieno possesso della propria razionalità e capacitàobiettiva. "Mi scusi" Boccheggiò accennando un saluto militare "Io e leici conosciamo. Lei è il generale Arngeirsson. Non doveva scomodarsi a piombare in questo abbaino...Penso di avere avuto l'ennesimo svenimentoe me ne dispiace. Spero di non avere delirato troppo e di non avere rivelatosegreti che è sempre meglio mantenere nella propria intimità." "Nessunavergogna da celare, capitano." Fece Arngeirsson affabilmente "E se ha voglia di discutere possiamo già cominciare a parlare." "Beh, certo...Io...Un momento! Il libro di David che era sulla finestra, dov'è finito?" Tuttiseguirono l'indice tremante di Atwater che indicava uno spazio vuotodove fino a poco prima c'era l'opera conclusiva del suo grande amico.(Continua)