Incursione

Il rumore dei passi. Quarantesimo estratto.


"Parli come un santone, Sesil Gunnarsson" Notò Filippus ben riscaldatodalla vodka artigianale. "Già" Concordò il capitano "A volte mi chiedodove hai appreso tutta questa saggezza, ragazzo...Sono tutti così ipescatori islandesi?" Sesil sorrise e diede di piglio al suo turno nel bere:"Penso si tratti di un semplice dono. Comprendere le persone." Ehh, ma qui si va ben oltre" Proruppe il fratello maggiore di Baltasar "Tu intuisci,anticipi, prevedi e giudichi. Mi sembra veramente troppo." E scoppiò a ridere. Di una risata tremolante. "Sono forse uno spettro anch'Io, unrevenant? O forse un angelo sceso dal cielo con le sue alucce?" "Oh,no!" Si unì Leslie alla risata "Diciamo che hai il dono della chiaroveggenza.""Non è una cosa su cui scherzare." Si rabbuiò all'improvviso Filippus."Comunque hai fatto e stai facendo tanto per me." "Per me ancora non posso dirlo." Interloquì il capitano. Gli altri due lo guardarono, intenti."Insomma: potrei uscire devastato da questo genere di esperienza...Uno di voi due sta scavando tutta la spiaggia alla ricerca dei resti delfratello, l'altro dà suggerimenti e imbecca situazioni rischiose senzascoprirsi troppo. Solo Io vengo usato come cavia." "Capitano, lo sache non è vero." disse Sesil "Lei ha un'enorme possibilità, qualcosache raramente capita a un individuo. Lei sta diventando il cancello attraverso cui spiriti non placati passano nel nostro mondo e..." "Unmomento: Io o il libro di David Fitzroy?" "Un libro può essere qualcosadove risiede la nostra coscienza, oppure il ricordo di una persona carache diventa presenza fisica, ma tutto ciò deve trovare una bocca, una gola dalla quale risuonare. è capitato a lei." "Ma Io sono solo me stesso."Balbettò Leslie. "Ora non più, Almeno finché esisterà quel manoscritto.""E se Io mi rifiutassi? Se negassi di essere un tramite con un altropiano di esistenza?" "Può sempre farlo. Abbandoni il libro di DavidFtizroy e torni a casa da Andrea e dalle sue bimbe. Si lasci alle spallequesta brutta esperienza e riprenda a vivere. Se la sente di farlo?"Atwater vuotò un altro sorso di vodka e fissò alternativamente Filippuse Sesil. "Nessuno me lo perdonerebbe. Tantomeno Io a me stesso. Hobisogno che questa faccenda sia risolta." Entrambi gli islandesi sorriseroe si batterono le mani sulle cosce. "Vede. Si è reso conto che distruggendoil libro non si risolverebbe nulla. Vi sarebbe sempre qualcosa chiamata cattiva coscienza che la perseguiterebbe. Lei, capitano, ha il dovere di non lasciare le cose a metà." La bottiglia era vuota e tutti e tre i protagonistidi quella brillante conversazione si alzarono traballanti dalle loro sedie."La casa è piccola" Proruppe Sesil "Io mi accomoderò sul divano mentrevoi, da buoni ospiti, dividerete il letto grande al piano di sopra. Signori,domani ci attende la giornata risolutiva. Vi auguro un felice sonno." Il capitano e Filippus non ebbero nemmeno la forza di protestare e lasciarono il loro compagno tirare giù una scala dal soffitto grazie a un uncino d'acciaio. Poi salirono, aprirono una porticina in compagnia di una vecchia lanterna e si buttarono nel letto.(Continua)