Incursione

Il rumore dei passi. Quarantaduesimo estratto.


E poi giunse la notte: attesa, desiderata, pregata, evocata. I tre amiciavevano trascorso la giornata in una sorta di immobilità forzosa,cercando di passare il tempo senza pensare a quello che li attendeva.Vagolavano insicuri e tesi e spargevano poche parole fra loro. Sesilincideva pezzetti di legno per trarne fattezze umane, Leslie leggevadistrattamente un libro, Filippus camminava avanti e indietro prima di fare un tentativo di pesca nel laghetto retrostante la casa. Tuttiavevano in realtà il pensiero fisso all'abitazione delle sorelle e,ripassavano mentalmente ogni anfratto e stambugio del posto,cercando di ricordare in maniera precisa la disposizione dei locali."C'è una soffitta" Azzardò a un certo momento Gunnarsson mentresollevava lo sguardo dal legno intagliato "Penso sia da lì che dovremocominciare". "Io stavo pensando alla cantina." Interloquì Filippus. "Ese non fosse nessuna delle due ma la camera della madre? ci sonostato e quel luogo dà i brividi. Quelle due streghe hanno un deboleper il terrore che certe situazioni riescono a creare." Riassunse asciuttoAtwater. "Quando ci sposteremo in quella stamberga?" Buttò lì amaroil fratello di Baltasar. "Penso che mezzanotte sia l'ora buona. Se sarannoimpegnate nel loro esorcismo le coglieremo di sorpresa. Se saranno a dormire non le sveglieremmo." Così trascorsero le ore; come gocce chepicchiettano sul legno e lasciano la macchia umida a evaporare al sole.Si infiltrò la sera e li costrinse ad agitarsi ulteriormente mentre finivanocon il contare i minuti. A mezzanotte precisa erano tutti e tre in piedi,con le loro scarne attrezzature e la pistola del capitano. Spensero le luci e s'avviarono verso la plymouth dopo avere sbarrato la porta.Salirono in macchina mentre il freddo si faceva pungente e mutavain vapore i loro respiri. Avviarono e cominciarono a trascorrere la decina di chilometri che li separava dalla casa delle sorelle. il paesaggiolunare dell'Islanda non cessava di stupire Atwater che venne preso da un brivido interno mentre le brughiere si srotolavano tutt'attorno. Nonscambiarono una parola durante lo spostamento ma la tensione lidominava facendo premere Sesil sull'acceleratore. Quasi prima che lorealizzassero pienamente erano di fronte all'abitazione di Isveig edEyleif, avvolta nell'oscurità più completa. Era mezzanotte e mezza e i tre personaggi presero chiavi, torcia elettrica, la pistola e altri attrezzi ficcati in un piccolo zaino militare. Superarono il cancello e Sesil fece in tempo a sussurrare: "Qui si tratta di penetrare in una casa privata. è un reato, ricordiamolo. Siete ancora convinti?" Gli altri due annuirono solennemente e il giovane pescatore infilò le chiavi nella seratura, girando con molta discrezione. dopo due minuti erano nell'ingresso, avvolti solo dai raggi della luna piena.(Continua)