Nulla senza fine

Funamboliche e patetiche peripezie


Decidere di alzarsi dal divano, con collo e spalle bloccate, con la stanchezza che cade dagli occhi, debordante da questo quieto vivere che non ha niente di quieto nè di vivere è stata sì, pur sempre una decisione, ma ho dovuto ammettere con me stessa l' ennesima sconfitta, l' ennesimo colpo incassato che mi ha spinta giù dal filo sul quale ero appena risalita e sul quale ero in equilibrio.Lo ammetto, mi hai spinta giù, sei nuovo dalle parti della mia persona, ma hai avuto comunque l' accortezza di destabilizzarmi quel tanto che basta per darmi la spavalderia necessaria per provare a me e a te che sul filo io ci cammino anche con un piede solo, in punta di piede, saltellando e sorridendo, pronta a acrobazie che tutto fanno rischiare con una percentuale di riuscita pressochè nulla.Prima di tutto devo ringraziarti, che a stare su due piedi ci riescono tutti, è stato bello per una volta il voler strafare, l' impiegare tutte le energie per misurare le distanze e accorciarle parola dopo parola, scemenza dopo scemenza, è stato bello azzerarle durante le notti insonni a parlare di sesso. Parlare di sesso, pensare al sesso con te che nemmeno mi conosci e che nemmeno conosco perchè sembrava la cosa più normale, l' unica che pensavo d' ispirarti, che ero felice di pensare d' ispirarti. Pensavo che entrambi fossimo grandi abbastanza per togliere dal piatto l' imbarazzo di certe cose prima che i sentimenti, se mai ci fossero stati, iniziassero a prendere campo. Devo ringraziare anche me stessa per non essersi tirata indietro, per aver nutrito quelle conversazioni di particolari e particolare sincerità dovuta all' alta considerazione che ho di te come persona pur conoscendo solo la teoria. Niente pratica, niente pratica almeno per adesso.Qualche piccola ferita si, già sulla via di una veloce cicatrizzazione.Adesso però devo dirti che prima di turbare un altrui stato, bisogna dare un po' di peso alle proprie parole e alle altrui risposte. Bisogna che almeno la propria situazione sia chiara, almeno nella propria mente. Io non posso starmene qui e capire, e comprendere i silenzi, a compatirmi perchè non ci riesco, tutte le volte, anche questa volta. Ok, avrei sicuramente dovuto pensarci prima, la tua storia con lei certo non potevi rimuoverla dal quotidiano in qualche ora e con qualche stupido messaggio pornosoft, che certo non avrebbe fatto male a nessuno di noi due se in fondo tu non mi fossi piaciuto quanto mi piaci.Certo è che ti ho detto esattamente quello che avevo da dirti, che ti ho risposto nell' unico modo possibile in cui potevo farlo, l' unico che mi piacesse davvero, senza alcun ripensamento postumo. Il problema è tuo, quello reale. Il problema è mio, quello irreale, non tangibile, non modificabile, il problema è che mi piaci nonostante tutto, mi piacevi nonostante lei e ora che vi siete lasciati non è cambiato assolutamente niente, non ho speranze superiori, nè certezze di qualche sorta. Perchè l' hai iniziata questa storiella da romanzetto vietato ai minori di 13 anni? Mi hai catapultata da qualche parte che non era nè giù nè su, nell'  infinito spazio dell' impossibile inesistente infinito dove ogni definizione non è accettabile, accettando solo il vuoto che non capisce nemmeno se stesso. Mi hai gettata da qualche parte, in alto o in basso, e io, pronta per una capriola, prima di iniziare a muovermi, mi sono ritrovata col culo per terra, dolorante.Amico mio, futuro amore in potenza, futuro sesso in bilico tra il si e il no, tra il piacere e il dolore, tra il sentimento e l' estraneità, sono atterrata bruscamente sul pavimento del reale, accompagnata dalla lama affilata del silenzio che mi concedi, come se avessi detto qualcosa di sbagliato, come se il risponderti per le rime fosse stato troppo avventato, quando io invece l' ho trovato solo divertente.  Tornerai, magari solo fisicamente e non vedrò in te quel diamante nero che volevo a tutti i costi avere, ma solo una brutta imitazione di un gioiello che non posso permettermi.Rimango in attesa di sviluppi, per una volta senza darmi contro, per una volta senza forzare le cose, lasciandoti scivolare dove vuoi, permeare ogni tessuto del mio essere. Che altro posso fare?