Nulla senza fine

Eterni rivali, eternamente grata.


Capita di rileggere vecchie cose di una vecchia vita su questo blog e domandarsi come è successo che i miei modi siano cambiati tanto, che i toni siano di una pacatezza impensabile e le descrizioni siano al limite dell' impersonale. Quando è accaduto che quella ragazza così intelligente e così ambiziosa si è trasformata in questa donna senza stile, che va al ritmo del mondo pensando sia il suo.. E non lo era, avevo una visione particolare di ogni singola cosa, adesso non vedo che il generale, non vedo che quello che è ovvio e non formulo un solo pensiero che non sia normale, che sia profondo, che sia per il solo e sommo piacere di pensare.Un' altra pallida evoluzione, le solite vecchie canzoni sciupate. Un' altra pallida donna che ha dimenticato come si fa a lottare per l' essere qualcuno che le piace, preferendo essere qualcuno che è in pace. Una pace che pareva tanto lontana, impossibile, deleteria, e che adesso è solo una costante che viene anche da dire per fortuna. Quella stessa pace che ancora qualcosa non ha vinto, che ancora non è riuscita a saccheggiare e depredare di tutte le forze, quella Gallia sentimentale che non vorrà mai arrendersi al padrone romano che con le sue testuggini ben organizzate e tutte le sue armi e tutti i tecnicismi, ancora non ha espugnato.Quella parte che non sente stanchezza, che a notte inoltrata pulsa per uscire e che esce senza vestiti e balla sotto le stelle, sotto a un tetto, con una finestra che permette all' aria di Giugno di farle rabbrividire la schiena quel tanto che basta. Quel tanto che basta. Sono ancora inesorabilmente innamorata di questa fiamma che mi fa amare un po' di più, volere un po' di più e non importa se vuol dire solo lasciarsi spogliare sulle scale quel tanto che basta per infuocare il resto, zittendo tutte le lame, tutte le lance e tutti i cannoni. Così fa la natura evidentemente. Ricorda all' uomo che per quanti tentativi faccia, per quanto intelligente e pratico sia, se lei decide di bruciare, brucia, se decide di inondare, inonda. E quando decide di complicarsi la vita, lo fa senza rimpianti e senza rimedi, guardando e venerando un diavolo invece che l' angelo. E mentre un divano nella notte sostiene tutte le mie candele che probabilmente sono stelle, mentre vengo sospinta chissà dove, io sono ancora certa che posso solo essere grata per le piccole perdizioni e per questi piccoli sacrilegi che ogni giorno, flebile, scelgo per uccidere tutto il resto, per uccidere me stessa che lavora e torna a casa e si siede sul divano a dover fare i conti con gli scorni e con gli sconti che le sono stati fatti.Scelgo di distruggere da un divano tutto quello che ho creato dentro, tutti gli acquedotti e tutte le case solo per il tanto che basta a toccare tutti gli altri pianeti e toccare il sole, per fondermi nell' arancio.Questo stupido arcobaleno che torna a permearmi poco dopo è così ostinato, ma non c' è da stupirsene, mi dico, l' hai creato tu. Posso essere simultaneamente grata per entrambe le cose? Certo. Posso eccome, e spero di esserlo sempre e di amare come amo, solo di pancia e di cuore, mai con la testa.