SouventMeSouvient

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T E R R E M O T OVisto dagli occhi posti a poco più di un metro da terra , di una bambina di neanche tre anni , il terremoto è innanzitutto il palazzo di fronte che veniva verso le finestre del mio salotto poi tornava indietro , poi si riavvicinava.Era il compleanno di papà e la casa era piena di amici e parenti riuniti per festeggiare. A un certo punto andò via la luce. Io non avevo paura del buio, e poi era un buio affollato di ombre familiari.Percepivo l'agitazione degli altri , ma non mi toccava quasi ... risento la voce di mio padre , " mettetevi sotto gli architravi" , la mia domanda " papà,cos'è l'architrave ? " la sua risposta "è questo qui , sotto l'arco della porta" Il terremoto per me è il pianto isterico della mia amichettaBarbara , che mi infastidiva (ma che piange a fare ? , pensavo) , mia madre che mi chiamava agitatissima e io che le rispondevo "Sono qui, non ho paura". Invece lei sì , aveva paura. Il terremoto è la fuga per le scale al lume di candela , ricordo il mio cappottino rosso e come guardavo affascinata il riflettersi tremulo delle candele sul muro , la tromba delle scale mi appariva qualcosa di sconosciuto, misterioso , avventuroso . Poi l'aria fresca della sera , tutti i condòmini che si affollavano intorno alle aiuole e alle panchine , il cane di Giuliano ,col quale giocavo . Poi , mi dicono , mi sono addormentata su una panchina. A metà della notte mi hanno riportata a casa , nel mio letto , e del risveglio il giorno dopo non ho memoria.Medusa_dglnapoli 1980