SouventMeSouvient

Post N° 34


 IL  TRENOIn fondo alla strada polverosa e bianca si intravede un lungo orlo verde di peschi. A perdita d’occhio, campi, campi e campi. La ruota della bicicletta scivola veloce, supera aie assolate e deserte, seguita a tratti dall’abbaiare di cani legati alla catena. Il fosso a margine della strada è profondo e verde di erba, bisogna stare attenti a non finirci dentro. Al primo bivio la direzione è sempre la stessa, a destra, verso la città che si indovina lontana. Ancora una curva e finalmente si incrocia la ferrovia, il nastro di rotaie metalliche chiuso da due sbarre bianche e rosse. Al di là non si può andare, il territorio conosciuto termina e comincia l’ignoto. Si ferma appena in tempo per vedere le sbarre  che si abbassano, le luci rosse intermittenti, sta per arrivare il treno! Appoggiata al cancello girevole una bimba di dieci anni guarda passare in velocità le carrozze del treno che riporta a casa la sua mamma. L’unico dolore con cui cominciavano sempre le mie vacanze.   Merizeta21Cesena, 1966