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mamma nunzia


Una delle sorelle di mia madre abitava con mia nonna, vicino casa nostra. Non era sposata allora, e noi eravamo la sua famiglia. La chiamavo mamma Nunzia, per tutto l’amore che sentivo nei suoi abbracci e per quei sorrisi complici che sfoderava per coprire qualche marachella. Era una zia molto speciale, lo è tuttora, quando arriva con la borsa piena di regali per le mie bambine e mi bacia chiamandomi "gioia". I suoi occhi verdi diffondevano allegria e s’inondavano di lacrime ad ogni mia lacrima e di tenerezza ad ogni mio sorriso. Tutti i giorni veniva a casa ad aiutare mamma con noi bambini ed io l’aspettavo come si aspetta un giorno di festa. Non sapeva nuotare zia Nunzia, e paradossalmente quando andavamo al mare io mi attaccavo a lei perché mi sentivo al sicuro. Ci rotolavamo sulla battigia e ridevamo per ore. Sono cresciuta tenendola per mano e seguendola ovunque. Quando si presentò a mia nonna l’uomo che sarebbe diventato il marito della zia e quindi mio zio, provai come un morso allo stomaco. Non era solo gelosia, ma un cambiamento radicale, uno stravolgimento delle mie certezze, dei miei punti di riferimento. Mi ci volle un po’ per accettare la sua scelta e considerarla legittima. Si sposò in un giorno di piena estate nel santuario di Tindari. Ricordo ancora il suo abito da sposa e il mio vestito blu e bianco a piccoli fiori. Ero in quell’età particolare che precede l’adolescenza. Né grande né piccola. Sensibile a tutto quello che mi accadeva intorno, come un’unica ferita aperta che bruciava al solo passaggio dell’aria. Guardavo quella sposa in uno stato misto all’adorazione e al rifiuto. Non riuscivo ad immaginare come sarebbe stata la mia vita da quell’istante in poi.La madonna nera del Tindari mi colpì moltissimo, come la storia del miracolo per il quale era stato costruito il santuario. Una donna, vedendo il viso della madonna e del bambino che portava in braccio aveva proferito parole di disprezzo per il colore della sua pelle. Allora un’onda enorme aveva inghiottito il suo bimbo che giocava ignaro sulla spiaggia. Alle suppliche della madre pentita e straziata dalla perdita del figlio, la madonna rispose con un miracolo, prosciugando una lingua di terra e restituendo il bambino sano e salvo.I toni di quella storia che mia zia mi aveva raccontato m’inquietarono e mi riempirono di domande. Una madonna dispettosa, vendicativa…non è possibile. Al catechismo avevo studiato che la madonna è la mamma di Gesù. Una mamma. Come poteva una mamma essere così spietata? Il giorno delle nozze di mia zia fui tormentata da questo dubbio, la cui eco si sovrapponeva alla gelosia e al senso di perdita nel vedere "mamma Nunzia" in abito bianco. E alla fine della festa mi avvicinai timidamente a quella sposa raggiante, che probabilmente non indovinava i miei pensieri, e le chiesi se sarebbe tornata a casa con noi. Lei mi guardò intenerita e abbracciandomi mi spiegò che adesso aveva un compagno e che sarebbe rimasta con lui; che sarebbero partiti per la luna di miele dopo pochi giorni. Inaspettatamente il mio viso s’illuminò e saltellando felice le risposi "bene, quando partiamo?".uforobot , sicilia anni 70