... le trecce bionde , l’incarnato di miele, la strana ciocca nera tra i capelli, non so se fosse realmente bella... quando bambini siamo confusi sui nostri desideri ma sappiano bene cosa non volere ...
... lei era il mio amore infantile, intenso, ingenuo, di quelli che offuscano la vista per la potenza dell’ingenua passione che anela al grande, l’irraggiungibile……quando non esistono manuali che t’insegnino ad amare, dove per invadenza della passione la ragione non ha posto, esiste quello che vedi ....
ciò che ho nella memoria è il gesto di cogliere un fiore : nelle mattine di quell’estate passavo con la bicicletta vicino a ville con giardini profumanti di rose carnose che strabordavano fitte oltre la ringhiera, il loro profumo nella mattina mi colse nel naturale gesto di pensare donata a lei una rosa dall’acceso profumo di rugiada, dal colore intenso della schiusa. posata la bicicletta m’avvicinai deciso, senza pensare, tolsi veloce le spine , la ruppi e corsi via con il fiore, posato sul manubrio.
ero certo trovarla al campo dei giochi, arrivai ansimante, sudato e la vidi sull’altalena intenta a parlare, le sue amiche mi guardarono e lei voltandosi di scatto colse la ragione del loro improvviso mutismo, mi guardò sorridente cogliendo la natura della mia presenza, esitai immobile sui suoi occhi vivi, sul suo sorriso e le porsi la rosa. - E’ per me? - Non risposi, sorridendo allungai il braccio verso di lei e poi scappai come ero venuto.
Ancora oggi d’una donna mi piace cogliere lo sguardo stupito, il sorriso di fronte a un mio gesto ...
Semfim . 1978
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