Casa_Mia:SpaziMmensi

UNA FIABA REALE...


A tutti i Signori e le Signore X, di cui questo mondo pullula, e, naturalmente, a TE che di tutto ciò stai godendo...(tanto vale dirlo chiaramente,dato che tu sai quando, come e perchè ho scritto questo racconto e, soprattutto, perchè sai di esserne stato l'unico destinatario, quando l'ho scritto!)Il signor X viveva in una grande città, aveva un lavoro gratificante, aveva una moglie devota, che l'amava come fosse il primo giorno, aveva due figli, due piccoli gioielli, preziosi più d'ogni altra cosa al mondo, aveva molti amici, aveva un'amante passionale, che riempiva i vuoti della sua anima, aveva anche un cane fedele...Un giorno però, il Sigbor X, si svegliò presto, come ogni altro giorno della sua vita, baciò sua moglie, preparò il caffè, glielo portò a letto, poi andò a prepararsi per il lavoro: doccia, barba, denti, come ogni giorno...Infilò i vestiti, le scarpe e sedette a tavola, per consumare la colazione con la famiglia riunita, pronta a dare il via ad una nuova giornata, come ogni giorno...Poi infilò la giacca, sua moglie gli sistemò la cravatta, la baciò, baciò i suoi bambini e uscì di casa per andare a lavoro, come ogni giorno...In giardino, il cane abbaiò e scondinzolò, come per salutarlo, come ogni giorno...«Come ogni giorno!!!». Questa frase continuava a ronzargli nella testa, quella mattina, era un pensiero ossessivo, opprimente, quasi da fargli mancare l'aria...Continuava a sentirla rimbombare nella sua testa, mentre guidava...Giunse ad un incrocio, si fermò al semaforo rosso, pronto a svoltare a destra, appena fosse scattato il verde, per recarsi a lavoro, ma poi...scattò il verde, svoltò a sinistra, verso la libertà...Alcuni giorni dopo era solo, era libero. Aveva piantato la sua tenda nel deserto, nei pressi di una piccola oasi, dove all'occorrenza poteva dissetarsi e cibarsi.Era libero ormai, libero dagli impegni quotidiani, libero dai quotidiani rituali, libero di sorridere e baciare solo quando ne sentisse, davvero, il desiderio...era, finalmente sereno, libero e sereno...Ben presto però, il Signor X cominciò a sentirsi solo...gli mancava qualcuno a cui parlare, qualcuno che lo ascoltasse, lui amava parlare, gli mancava qualcuno da sfiorare, da amare, lui amava prendersi cura degli altri, era una cosa che gli riusciva bene, che gli consentiva di sentirsi forte, uomo...Così si recò all'oasi e raccolse da una pianta, che aveva delle meravigliose rose rosse, qualche seme...decise di piantarli accanto alla sua tenda e così fece...Ma far nascere e crescere unpianta nel deserto non è cosa facile. Così ogni giorno il Signor X si recava all'oasi a prendere l'acqua per innaffiare i suoi semi...Un bel giorno si svegliò e notò, lì, proprio accanto alla sua tenda un piccolo germoglio...gli sembrò di esplodere dalla felicità, sfiorò delicatamente le tenere foglioline appena nate, augurò loro il buongiorno, si sedette e cominciò ad esprimere la propria gioia, era strano ascoltare di nuovo la propria voce... Continuò ogni giorno a dissetare la sua nuova amica, continuò a parlarle, attendendo di poter, anche lui, ascoltare la sua voce...Dopo diverse settimane quel giorno arrivò.Quella mattina fu svegliato da una vocina sottile: «Ehi, ho sete, dove sei? Ehì, mi sento sola, svegliati!».Aprì gli occhi, si stiracchiò, pensò di aver sognato...lentamente si alzò e uscì dalla sua tenda.«Buongiorno! Finalmente! Pensavo tiu fossi scordato di me!».Si guardò intorno, stupito, un pò spaventato...era solo, di chi poteva mai essere quella voce?«Ehì, sono qui! Qui sotto!».Egli avnzò guardandosi intorno, ma non vide nessuno.«Attento! Non vorrai mica calpestarmi?».Allora lui, istintivamente, abbassò lo sguardo e, ai suoi piedi, scorse il più bel fiore rosso che avesse mai visto! Gli occhi gli si riempirono di lacrime, che scivolarono giù, lentamente, fino a bagnare quei delicati petali di Rosa, appena sbocciata...il suo cuore si riempì di gioia, di amore...Passarono i giorni, il fiore, Rosa, l'aveva chiamato, e il Signor X divennero inseparabili, interdipendenti.Rosa aveva bisogno di qualcuno che la curasse per sopravvivere, il Signor X aveva bisogno di qualcuno da curare, per sopravvivere...Parlavano tanto, si ascoltavano tanto, si scambiavano affetto, si regalavano la vita a vicenda...Rosa sapeva di essere nata da un seme e dalle cure amorevoli del Signor X, ma lui, il Signor X da dove veniva?Un giorno glielo chiese e lui le raccontò di quel lontano mattino...Mentre raccontava la propria storia, il Signor X pensava che avrebbe dovuto innaffiare le radici del suo fiore, come ogni giorno, che avrebbe dovuto incamminarsi verso l'oasi, come ogni giorno...e avrebbe dovuto curare e proteggere quel fiore, come ogni giorno, per molti giorni...Ripensò alla moglie devota, ai figli amati, agli amici, al suo lavoro, alla sua passionale amante, al cane, in giardino, che scodinzolava ogni mattina, vedendolo uscire...Andò a dormire e continuò, a lungo, a pensare a queste cose...La mattina seguente, Rosalo svegliò, come ogni mattina, con la sua vocina flebile, chiedendo la sua acqua...Il signor X si alzò, sfiorò i petali delicati del suo fiore, come ogni giorno, si sedette un pò a parlarle, come ogni giorno e poi, come ogni giorno si recò verso l'oasi a prendere l'acua per il suo fiore...Per lunghi mesi erano stati l'uno la fonte di vita dell'altro...Rosa aveva bisogno delle cure del Signor X per sopravvivere, il Signor X aveva bisogno di prendersi cura della sua Rosa, per sopravvivere...Il Signor X quel giorno non tornò più da Rosa.Il Signor X tornò alla sua vecchia vita.Cosa ne fu di Rosa nessuno sa dirlo.GRAZIE...