Specchio Segreto

Post N° 10


Leggo e pubblico con piacere un brano tratto dal blog della mia musa ispiratrice: Erotic_girlMi avvicino allo specchio dubbiosa. "Quanto tempo è che non metti una gonna?", mi dico guardandomi negli occhi come se m'aspettassi davvero una risposta sincera da me stessa. "Troppo, troppo. Fuori è caldo, forse è una delle ultime sere di inizio autunno che puoi permetterti di lasciare scoperte le gambe". Le lancette continuano a girare e io non ho voglia neanche d'aprire l'armadio. Manca un'ora all'appuntamento eppure non ho ancora deciso se andarci o no. "Va bene, almeno guarda cosa potresti indossare di carino", mi dico nel mio dialogo solitario. Un lembo di stoffa succinto mi si fissa negli occhi guardandomi da un lato del'armadio. Quelle pieghe di una gonna sbarazzina. Belle. Tiro fuori dall'armadio una gonna mai messa, ancora con l'etichetta, e me la poggio sul bacino. "Questa potrebbe andare per la serata", decido in un sorriso. "Ma non sopra questi jeans". Rido sola, spogliandomi lentamente. I jeans strappati e una canottierina rosa, stropicciata sul seno, avevano disegnato i contorni del mio corpo tutto il giorno. Ero passata davanti allo specchio innumerevoli volte. Mi piacevo così vestita. Mi sentivo spennellata da quei jeans bassi sulla vita e la maglia che salendo mi lasciava scoperta la pancia. Mi ero fermata a guardare, sui fianchi, il punto nudo in cui le linee, dal seno, tornano ad arrotondarsi generose sul bacino. Morbide. Ripensandomi riflessa, avevo sbottonato piano i pantaloni, intanto, lasciandoli cadere.
E poi via, una gamba dopo l'altra, li lascio dormire sul pavimento. "Quasi quasi - penso, nuda a metà - esco così. Con le mutandine rosa e questa maglia. Almeno sono abbinata!". Poi, sorridendo, pizzico dai lembi la canottierina e la sollevo per levarmela; poi mi resta tra le mani. I capelli mi ricadono sulla schiena, accarezzandomi. La maglia resterà a giacere sui pantaloni. Via anche il reggiseno. Finalmente. Non sopportavo più quella stretta. Resto così, in mutandine. Torno davanti all'armadio. Cosa metto sulla gonna. Mi poggio col braccio ad un'anta a pensare. Le gambe incrociate, un piede sull'altro. Un dito in bocca. Questa. Camicia nera, maniche lunghe. Mi disegna la discesa dei fianchi, fino alla curva delle cosce. La trovo perfetta. Perfetta col resto. Già m'immagino vestita, con in fondo gli stivali marroni. Così elegantemente cowgirl. Perfetto. Stasera sarò vagamente selvatica. Prendo la camicia e torno davanti allo specchio. Reggiseno, poi la infilo piano. Morbidamente mi accarezza le braccia, la schiena. Tiro fuori i capelli, che scendono lunghi e mossi sulle spalle. Abbottono l'ultimo bottone in fondo, poi continuo, salendo. La stoffa mi sfiora la pelle, sù fino ai seni. Adesso, guardandomi, non avrei più neanche voglia di uscire. Continuo a stringermi in vestiti che vorrei che mi togliessi. Vorrei che tu sbottonassi i bottoni che io abbottono. Che infilassi le dita sotto la camicia fin dietro la schiena, e la percorressi in lungo come fossi geloso della stoffa che finora l'ha coperta. Vorrei che salissi fino alle spalle e poi la sfilassi piano. Che la lasciassi cadere come i miei programmi per la serata. E che mi baciassi intensamente stringendomi i seni. E tenendoti stretto a me, tu scendessi con le dita, sfiorandomi come fossi petali di rosa e tu avessi le mani lievi di bambino, stupito da quel fiore vellutato.
E arrivassi sui fianchi, e poi sulle mie cosce e tra le mie cosce, e laddove è più caldo e bagnato. E ansioso d'averti. Stringendoti forte e tra i miei gemiti, vorrei tu cogliessi quel che da me ti prendi, come un dono a te dovuto per le carezze che mi dai. Che con le dita tu mi dessi il piacere che anch'io voglio. E facendolo affondassi nelle mie labbra piene di morbido e di voglia. Me le lecco già al pensiero. Mordendomi, ritrovo i miei occhi nello specchio. E i tuoi, che non vedo.