Creato da FigliadellaLuna11 il 03/06/2010

Specchio di una Dea

Sacra Dea...Essenza femminile incarnata...

 

 

Porta sull'Altrove- La Simbologia dello Specchio

Post n°90 pubblicato il 11 Febbraio 2012 da FigliadellaLuna11
 

 

Per questo post ringrazio Alessandro Zabini del sito "Il Tempio della Ninfa" per la gentile concessione.

Ho tratto solo alcuni frammenti di questo meraviglioso testo che troverete per intero a questo link:

«Porta sull’Altrove: Note di simbologia dello Specchio», 9 Giugno 2008, Il Tempio della Ninfa.

 

L’apparenza illusoria e la rivelazione del vero, o ciò che permette di distinguere la realtà dall’illusione, sono ugualmente simboleggiati dallo specchio, il quale rappresenta inoltre la congiunzione degli opposti, come vero e falso, autentico e ingannevole, trasparenza e opacità, luce e oscurità, medesimo e altro, oppure il riflesso che irretisce, o ancora la seducente bellezza femminile: in particolare, gli occhi e la capigliatura.

Lo specchio può significare ciò che talvolta esso stesso sembra essere materialmente: una finestra che guarda lontano nello spazio e nel tempo, nel passato e nel futuro. Può essere un varco per i viaggi astrali. Può persino trasformarsi, come nella celeberrima fiaba di Alice, in un’autentica porta che permette di passare concretamente in un altro mondo. Può essere, dunque, una Porta sull’Altrove. Ma quale Altrove?

Si potrebbero elencare numerose possibilità. L’Altrove può essere ciò che è altro da noi, e l’alterità, anche se lo specchio medesimo avverte che la distinzione fra interiore ed esteriore è forse puramente illusoria, può essere sia esterna, come la natura selvaggia, sia interna, come la sessualità e l’istinto primordiale, o come l’immaginario, l’inconscio, il mondo infero: spazi dotati di un’autonomia irriducibile, pur essendo parte di noi. L’Altrove può essere inteso anche come estraneità assoluta rispetto a ciò che nel mondo attuale si suole considerare reale, vale a dire ciò che resta al di fuori del mondo materiale e razionale: il Numinoso in tutte le sue accezioni e manifestazioni. Inoltre, l’Altrove può essere interpretato come l’alterità assoluta rispetto alla vita, vale a dire quella condizione inconoscibile e ineffabile che è la morte, senza dimenticare che persino a questo proposito lo specchio suggerisce labilità di confini e reciprocità. Si potrebbe aggiungere che l’Altrove, inteso in tutti questi significati, e lo specchio, che lo simboleggia, rappresentino tutto ciò che attrae e al tempo stesso atterrisce l’uomo moderno, il quale vi reagisce con l’impulso a sottomettere e a dominare, a disprezzare e sminuire, oppure ad annientare.

Ognuna di queste immagini dell’Altrove riflette la Grande Dèa polinomica e polimorfica, «signora delle erbe dei fiori delle piante, signora delle belve e degli armenti, signora degli agricoltori e dei marinai, signora delle fanciulle mature per le nozze e delle spose feconde: a questo suo vastissimo mondo, che comprende tutta la gamma degli esseri viventi sulla terra, essa guarda benigna e soccorrevole, pronta a favorirne e proteggerne via via il prodigioso moltiplicarsi» (1).

E con lei sono riflesse nelle immagini dell’Altrove le divinità che incarnano i suoi numerosi aspetti: Diana, antica Dèa italica delle Selve; Artemide, Dèa della Natura Selvaggia, delle danze estatiche e del ramo sacro, Signora delle Belve; Persefone, Dèa della Morte e della Rinascita, Signora del Mondo Infero, in cui si possono riconoscere sia l’Aldilà, sia l’immaginario sia l’inconscio; Ecate, «trimorfa e quasi onnipotente», Sovrana degli Inferi, Dèa della Tenebra, delle Porte e dei Trivi, antica più ancora di Persefone; Afrodite, Dèa dell’Amore, possente quasi quanto Ecate, alla quale è talvolta affine; Kirke, Signora degli Animali, della Metamorfosi e dei Morti.

Figlia e sacerdotessa della Grande Dèa polinomica dalle numerose epifanie, la donna ne custodisce i poteri e gli attributi, incarna la metamorfosi e il rinnovamento in armonia con i cicli della Natura, è dispensatrice di vita, d’amore e di conoscenza, nonché d’ispirazione poetica e profetica: «la donna sola era fatta per attingere la divinità ed incarnarla» (2). In sé, ella custodisce l’Armonia e l’Altrove, a cui accede tramite il ritrovamento e la riscoperta, nella Dèa, di se stessa e delle proprie armonie: «la dèa porta in sé la donna, come la donna porta in sé la dèa» (3). La donna, dunque, è specchio agli occhi dell’uomo, che ne è attratto, e al tempo stesso atterrito, giacché ella incarna, prima ancora che rappresentare, tutto ciò che lo attrae e lo atterrisce.

Attraverso lo specchio, ci si riconosce e ci si ritrova, purché ci si divida, ci si distanzi da sé; si appaia a se stessi come esterni, estranei, altri. Così lo specchio è illusione, apparenza, e al tempo stesso la realtà dell’Altrove, «una potenza demoniaca e soprannaturale» (10). È una porta sull’ignoto, attraverso la quale ci si sdoppia e si diviene affini all’Altrove, cioè si vive l’esperienza essenziale, la quale consiste nel divenire altro da sé.

Qualcosa di analogo avviene nell’amore. Il delirio erotico è una forma di follia divina, ovvero di possessione da parte di una potenza soprannaturale (nonché di iniziazione ai Misteri). Quando gli amanti si guardano, e il flusso erotico scorre dall’uno all’altra attraverso gli occhi, l’uno si vede riflesso nella pupilla dell’altra come in uno specchio, vede se stesso attraverso l’altra, si perde, diviene altro da sé, si vede trasfigurato nell’altra come in uno specchio che non mostra il riflesso, bensì il volto della divinità da cui si è posseduti, l’alterità assoluta che si nasconde nel profondo, e che trasfigura gli amanti, illuminandoli con lo splendore dell’Altrove, con la luce e l’immagine della Bellezza. Così, per ritrovare se stessi attraverso l’amore, occorre perdersi nell’altro. Per l’uomo, questo significa perdersi nell’Altrove e nel Numinoso attraverso la donna, ossia perdersi nella donna. Allorché il patriarcato prevale, quando l’armonia è infranta, tanto che il rinnovamento non appare più possibile, e perciò questa esperienza di smarrimento per giungere a ritrovarsi risulta spaventevole, annichilante, la donna appare all’uomo come una minacciosa incarnazione dell’annientamento. Non più una dèa della vita, bensì un demone della morte.

 
 
 

Il Canto della Dea

Post n°89 pubblicato il 20 Gennaio 2012 da FigliadellaLuna11
 

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Io sono la Grande Madre,

adorata da tutto il creato,

ed esisto da prima della sua coscienza.

Io sono la forza femminile primordiale,

senza confini ed eterna.

Io sono la casta Dea della Luna,

la Signora di tutta la magia.

I venti e le foglie che si muovono cantano il mio nome.

Io porto la falce di Luna sulla fronte,

ed i miei piedi riposano tra i cieli stellati.

Io sono i misteri non ancora risolti,

un sentiero nuovamente intrapreso.

Io sono un campo non toccato dall'aratro.

Gioite in me e conoscete l'abbondanza della gioventù.

Io sono la Madre benedetta,

la graziosa Signora del raccolto.

Io sono vestita dalle profonde,

fredde meraviglie della Terra e dall'oro dei campi carichi di grano.

Da me sono governate le maree della Terra;

tutte le cose raggiungono la maturazione secondo le mie stagioni.

Io sono rifugio e guarigione.

Io sono la Madre donatrice di vita,

meravigliosamente fertile.

Adoratemi come l'Anziana,

portatrice del ciclo della morte e della rinascita mai rotto.

Io sono la ruota, l'ombra della Luna.

Io governo le maree delle donne e degli uomini

e do sollievo e rinnovamento alle anime stanche.

Anche se l'oscurità della morte è il mio dominio,

la gioia della nascita è il mio dono.

Io sono la Dea della Luna,

della Terra, dei Mari.

I miei nomi e le mie forze sono molteplici.

Io riverso magia e potere,

pace e saggezza.

Io sono l'eterna Fanciulla,

Madre di tutti,

ed Anziana dell'oscurità,

ed io vi mando benedizioni di amore illimitato.

)O(

 

 

 

Fonte: (sito web)

*Un dono per te Mamma per il tuo compleanno....

...anche se so che non leggerai questo post, in cuor mio lo dedico a Te....

 

 
 
 

Io Sono Terra, Aria, Fuoco e Acqua...

Post n°88 pubblicato il 30 Dicembre 2011 da FigliadellaLuna11
 

  

 

 

 Sono TERRA

Madre Tra Le Madri
Sono Il Mistero che non si può proferire
Mio è Il Potere di Fare e di Dire
Sono Albero Foglia e Radice
Io Sono Terra e Il Mio Corpo è Matrice

Sono ARIA


Battito d'Ali d'Argentea Farfalla
Sono Flusso Creativo Vento di Montagna
Sono ciò che non si può vedere ne afferrare
Profumo di Lavanda e bianche lenzuola
Io Sono Aria quando Il Sonaglio Suona

Sono FUOCO

In una Fiamma di candela
Seno di Donna e Spada di Guerriera
Brucio distruggo e Ricreo
Sono La Volontà che muove L'Energia
Io Sono Fuoco e Indico La Via


Sono ACQUA

Vergine Bianca
Velo di memoria che ancora manca
Sono Il Sogno da attraversare e
Alla Verità Arrivare
Sono Lacrima Rugiada e
Antica Conoscenza
Io Sono Acqua e non c'è Vita senza

 

 

 

Fonte: Abra Antichi Sentieri

 
 
 

La Donna dalla coda d'argento

Post n°87 pubblicato il 24 Dicembre 2011 da FigliadellaLuna11
 

 

  

 

"...In una donna la bellezza fisica è semplicemente un manto esterno
che avvolge il corpo, che appassisce con gli anni...

Invece la bellezza interiore, comincia a crescere mentre si procede nel cammino spirituale...

......la sola conoscenza senza trasformazione non è sapienza, e la sola trasformazione senza conoscenza non è realizzazione....

...La donna che conosce questa arte e questa scienza è una dea in terra e sarà sempre amata e venerata dagli uomini....

Se ami consapevolmente ti trasformi in una dea....
Ma ricorda che questo genere di amore comincia con un'esercitazione e finisce col diventare un atteggiamento....una fragranza del cuore e della mente...."

(La donna dalla coda d'argento - Hernan Huarache Mamani)

 
 
 

NU SHU - Il linguaggio segreto delle donne

.

 

 

 

 

 

 

Le origini di questo linguaggio segreto sono nella provincia dello Hunan, e la sua nascita è strettamente connessa alla particolarità degli usi e costumi locali, una miscela di quelli dei Cinesi Han e di quelli dei gruppi etnici Yao, in cui era forte l’influenza matriarcale.

Hunan è una provincia della Cina, situata a metà del corso del fiume Yangtze e a sud del lago Dongting , da cui il nome Hunan, che significa “a sud del lago”.In confronto alle donne di altre zone della in Cina, quelle dello Hunan sono state fortunate per avere vissuto in un ambiente particolarmente favorevole. La regione è calda, il terreno fertile, l’acqua abbondante. Non è stato necessario per le donne collaborare al lavoro agricolo, in quanto il lavoro degli uomini era in generale sufficiente e i raccolti delle colture abbondanti.

Le donne, in questo contesto, si dedicavano alle arti e ai mestieri tessili come filatura, tessitura e cucito di stoffa e ricami. Con gli uomini spesso fuori casa per lavorare nei i campi, le donne si riunivano per coltivare la poesia e il canto, e recitavano o cantavano delle loro pene e delle loro gioie.

Inoltre, era molto popolare tra le ragazze un costume chiamato jiebai zimei, “sorellanza”, diventavano cioè “sorelle giurate”, un legame spesso più forte di quello di sangue.

Quando per le ragazze arrivava l’età giusta si sposavano, ed erano costrette ad andare ad abitare nelle case di uomini che spesso non avevano mai visto prima. E la vita di una donna sposata in una casa estranea era molto difficile.

Ancora, ciò che era ancora più insopportabile per le giovani donne era il doversi separare dalle loro jiebai zimei.

In una società fortemente votata al maschilismo, in cui l'uomo deteneva tutto il potere (lavoro, famiglia, pubblica amministrazione) si sviluppò un linguaggio segreto delle donne, detto appunto Nu Shu, che diventò uno spazio intimo e riservato al mondo femmininile, ignorato e trascurato dagli uomini, e gelosamente custodito dalle donne in questa speciale 'sorellanza'.
In quell'epoca così lontana, oppressiva, le donne apparentemente erano prive di qualsiasi diritto, in balia del volere dei padri e dei mariti. In questo clima il Nu Shu, un linguaggio strettamente riservato alle donne e tramandato di madre in figlia, rappresentava un modo di difendersi dagli uomini e dava un senso alla vita stessa. 
Furono le donne analfabete e senza educazione formale a inventare questo originale e unico sistema di scrittura, che mantenne il suo segreto per secoli grazie proprio alla discriminazione di cui le donne erano oggetto quotidianamente, in quanto considerate esseri inferiori, che servivano solo per la procreazione e per soddisfare i desideri degli uomini. Per contrasto le donne che conoscevano il Nu Shu chiamavano la scrittura cinese "Nan Shu", cioè scrittura dei maschi.
Il linguaggio segreto delle donne portava alla formazione di una sub-cultura strettamente femminile: il Nu Shu trovava espressione nella vita quotidiana delle donne, veniva letto con una speciale forma di canto, durante le riunioni di donne in cucina e mentre ricamavano.
Il Nu Shu aveva la funzione di rinforzare la sorellanza tra le donne unite nella stessa sorte, e di trasformare la vita quotidiana in una sorta di fuga colorata e profumata contrapposta al grigiore e all'odore pestilento di un quotidiano, altrimenti, insopportabile. Le parole segrete liberavano emozioni profonde e rivelavano il risentimento nei confronti della dominanza maschile e la malinconia di tutti i giorni.
Il Nu Shu fu ignorato per secoli, e solo negli anni 50 in Cina si prestò grande attenzione ad esso: si temeva che si trattasse di un codice segreto per lo spionaggio internazionale e ciò spinse i servizi segreti ad indagare, suscitando un grande interesse che coinvolse le migliori accademie del paese. Furono consultati i migliori linguisti ma nessuno degli esperti fu in grado di decifrare il Nu Shu.
Solo negli anni 80 il sistema di scrittura fu riconosciuto come Nu Shu, che significa, per l'appunto, "scrittura delle donne". Questa scrittura è composta da 7.000 caratteri e si differenzia molto dalla scrittura cinese i cui caratteri sono di forma quadrata, con linee dritte. Il Nu Shu è, invece, scritto con forme curvilinee e le donne spesso ricamavano i caratteri Nu Shu sui vestiti come se fossero dei disegni.
Poco tempo fa è morta Yang HuanYi, l'ultima donna che conosceva il vero significato del linguaggio.
Con la sua morte è tramontata anche un'epoca, l'epoca della discriminazione sessuale.
Al giorno d'oggi in Cina oltre alla parità formale è stata quasi raggiunta anche la parità reale tra i due sessi e lentamente sta tramontando anche la predilizione dei genitori verso i figli maschi.
Il Nu Shu non serve più, ma rimarrà per sempre nella storia a testimoniare la passata oppressione delle donne nella società cinese e nel mondo.
 

Le parole segrete di Jin Shei - Alma Alexander

Fiore di neve e il ventaglio segreto

 

 

 

Fonti:

Nu Shu: il linguaggio segreto delle donne

La vita delle donne dello Hunan prima dell’avvento del comunismo

 
 
 

AREA PERSONALE

 

MY MOON

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BENVENUTI NEL MIO TEMPIO

 .

Benvenuti/e  nel mio blog, un piccolo spazio virtuale per esprimere ciò che in questi ultimi anni, ho sentito con molto ardore dentro la mia anima.

Sono una donna che racchiude la sua essenza dentro la semplicità delle cose, che crede nell'amore  e nel suo essere femminile,come pura espressione cristallina e sacra, e nelle capacità "magiche" che ognuno ha potenzialmente a disposizione.

Nella mia vita ho avuto parecchie cadute, ma sono state quelle che mi hanno permesso di comprendere quanto sia meraviglioso rialzarsi e combattere per ciò in cui si ha fede...

Perchè chiamare il blog "Specchio di una Dea" ?

Tutto è nato da un video creato qualche tempo fa.

Penso che ognuno di noi dovrebbe riflettere la propria esistenza in uno "specchio divino", per comprendere l'infinito dentro di sè.

La vera bellezza non è solo quella esteriore, quella che uno specchio "non fedele" può illudere, ingannare...ma quella interiore che eleva l'anima oltre ogni dimensione.

Qui potrete trovare vari argomenti, alcuni tratti da libri letti da me personalmente, altri invece da siti internet con relativa fonte...

Infine ma non meno importante dedico questo spazio a mia Figlia Alice...

Grazie alla sua presenza costante, ogni giorno imparo ad essere una donna e una madre migliore...

So che il tempo speso per aggiornare questo blog, Ti viene "rubato", ma un giorno ciò che  sto apprendendo potrà diventare per te una "bussola per la tua spiritualità" ....sempre se lo vorrai.....

La Dea Madre possa sempre proteggerti e illuminare i tuoi passi.......così come quelli di tutte le altre donne che sono e saranno portatrici di Luce....... 

 

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  Dea in te 

   

 

IL MIO MONDO SU YOU TUBE

 

ANIMA SENZA VELI...

 .

Mi svestirò del velo d'illusione,

per scoprire la purezza della mia Anima,

nuda dinanzi allo specchio della realtà...

 

IL CALDERONE DELLA DEA

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Lavori in corso....

 

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TRA SAGGEZZA E.....

 

LA SACRA COPPA

La sacra coppa della femminilità

Verrà il giorno in cui porgerai

alle tue labbra,

la sacra coppa della consapevolezza,

e sentirai rinascere in te

l'essenza del tuo essere donna...

  

 

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L'INIZIAZIONE

L'iniziazione

...Colei che porta la consapevolezza

nell'animo, può "iniziare" l'uomo, così

da porre il sigillo tra il divino e il sacro umano...

 

IN ATTESA DI CIÒ CHE SONO...

 

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Scarlatta è la mia Anima,

in attesa di ciò che realmente sono,

in silenzio osservo la bellezza e l'incanto

del divino attorno a me...

 

 

PUREZZA....E MISTERO....

Purezza

 

IL NOSTRO TEMPIO

Un tempo il nostro corpo era sacro

 

LE 13 COLONNE DELLA STREGA

 

Le 13 colonne della Strega

1 Conosci te stesso

2 Conosci la tua Arte(Wicca)

3 Impara

4 Applica la conoscenza con saggezza

5 Raggiungi l'equilibrio

6 Mantieni ordine nelle parole

7 Mantieni ordine nei pensieri

8 Celebra la Vita

9 Armonizzati con i cicli della Terra

10 Respira e mangia correttamente

11 Esercita il corpo

12 Medita

13 Onora la Dea e il Dio

 

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T ' INVOCO....LUCE ED ESTASI...

My goddess

".....Come si può descrivere la preparazione d'una sacerdotessa? Ciò che non è ovvio è segreto.
Coloro che hanno percorso la stessa strada lo sanno, e coloro che non l'hanno percorsa non lo sapranno mai. Per sette volte venne e passò Beltane, per sette volte gli inverni ci fecero tremare. La "Vista" venne facilmente: Viviana aveva detto che ero una sacerdotessa nata.
Più difficili erano le piccole magie che obbligavano la mente a percorrere vie sconosciute. Evocare il fuoco a comando, chiamare le nebbie, portare la pioggia era semplice, ma non lo era comprendere quando era giusto farlo e quando era opportuno lasciarlo decidere agli dei....(Le nebbie di Avalon - Marion Zimmer Bradley)"

 

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