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Benedetto XVI ricorda le ferite ancora aperte del terremoto dell'Irpinia


ROMA, mercoledì, 17 novembre 2010 (ZENIT.org).- Questo mercoledì Benedetto XVI ha ricordato le ferite ancora aperte a 30 anni di distanza dal sisma che il 23 novembre 1980 colpì la Campania centrale e la Basilicata, causando quasi 3.000 morti e circa 280.000 sfollati. Al termine dell'Udienza generale in piazza San Pietro, il Papa ha infatti salutato i circa 4.500 pellegrini giunti dalla Basilicata, accompagnati dai loro Vescovi, dai sacerdoti e dalle Autorità civili e militari, in segno di riconoscenza per la vicinanza mostrata dalla Santa Sede alle popolazioni colpite dal terremoto.Infatti, a solo due giorni dalla catastrofe, il 25 novembre 1980, quando ancora non erano giunti i soccorsi, Giovanni Paolo II visitò Potenza e Balvano.“In quel drammatico evento – ha detto Benedetto XVI –, le cui ferite sono ancora profonde e vive nella mente e nel cuore di queste care popolazioni, da tante parti d'Italia sono giunti aiuti generosi”.“A livello locale – ha aggiunto –, ciascuno si è impegnato, per parte sua, in quegli interventi necessari; vorrei sottolineare in particolare l'opera della Chiesa, che ha saputo offrire, oltre al soccorso materiale, la luce della speranza del Cristo Risorto, in un momento di sconforto e di buio”.“Auspico – ha poi concluso – che l'odierno incontro, anche nel ricordo della visita paterna compiuta in quei giorni dal Servo di Dio Giovanni Paolo II, ravvivi nel popolo cristiano il dono della fede e la gioia di condividerla nella grande famiglia della Chiesa”.