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Post n°1032 pubblicato il 05 Settembre 2012 da lucfar1
Una persona su venti nel mondo ha usato droghe nel 2010. Magari una sola volta. Per curiosità, per gioco: ha ceduto e l'ha provata. E' un dato; ma anche una tendenza che impallidisce rispetto ai 200 mila morti per stupefacenti che l'Unodc, l'Ufficio delle Nazioni unite contro la droga e il crimine organizzato, denuncia nel suo rapporto annuale appena uscito. Ma il fatturato che sfiora ormai i 300 miliardi di dollari piazza il traffico clandestino di stupefacenti al secondo posto, dopo il turismo sessuale, nella scala del grandi business mondiali. Più delle armi e del petrolio. L'Asia centro meridionale è diventata il centro dei laboratori più o meno clandestini per la produzione delle droghe sintetiche. Le correnti e i flussi di traffico cambiano a seconda delle richieste e delle condizioni economiche. Se l'Afghanistan e la Birmania primeggiano di nuovo nella produzione del papavero di oppio, il Messico vanta quasi il monopolio del commercio di cocaina e marijuana. La Russia denuncia un'impennata nella diffusione dell'eroina e delle pastiglie dello sballo, come metanfetamina e ecstasy. L'oppio ha raddoppiato la sua presenza sul mercato, piazzando l'Afghanistan di nuovo al primo posto tra i paesi produttori. Raddoppiata anche la produzione di droghe sintetiche. Circa 230 milioni di persone, il 5 per cento della popolazione mondiale adulta ( tra i 15 e i 64 anni), hanno fatto uso di stupefacenti. Di questi 27 milioni, circa lo 0,6 per cento, sono tossicodipendenti dall'eroina e dalla cocaina: uno ogni 200 abitanti. La novità che spicca nel rapporto 2011 è il conclamato ritorno dell'eroina. Chi ha vissuto negli anni 70 del secolo scorso ricorda ancora la strage di migliaia di ragazzi e ragazze che si ritrovarono prigionieri della "Regina delle droghe": ridotti a larve, incapaci di reagire ad un'illusione assassina. La crescita esponenziale delle comunità di recupero, la battaglia per la prevenzione sanitaria con le carovane di pulmini di pronta assistenza che giravano (e girano) per strade e piazze distribuendo siringhe pulite e ritirando quelle usate, sono stati gli unici strumenti con cui i paesi hanno affrontato la strage. Non fu tutto inutile: moltissimi vennero strappati all'eroina e riuscirono a salvarsi; altri scoprirono di essere stati infettati dal virus dell'Hiv - per l'abitudine malsana di scambiarsi la stessa siringa e spesso condividere il buco; si ritrovarono non solo dipendenti da una droga subdola e pericolosa ma afflitti da diversi tumori che ebbero strada facile nell'aggredire fisici debilitati dagli stupefacenti. Sembrava un brutto sogno. Invece, l'eroina si è riaffacciata sul mercato quaranta anni dopo. A differenza di una volta, l'eroina ormai coinvolge persone di ogni età e di ogni strato sociale, comprese persone con lavoro stabile e situazioni familiari tranquille. (repubblica.it)
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