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Post n°1042 pubblicato il 05 Settembre 2012 da lucfar1
Nessuno se lo sarebbe aspettato, neppure dallo stesso regista austriaco Ulrich Seidl famoso per le sue trasgressioni, ma con 'Paradise Faith', film in concorso nella 69/a edizione del Festival di Venezia, è arrivato (chissà se avrebbe avuto il coraggio di fare un film blasfemo nei riguardi dell’Islam…) anche il sesso con un crocifisso. E’ quello che appunto pratica l'ultracattolica protagonista Anna Maria con il grosso crocifisso collocato sopra il suo letto. Ma questa non è l'unica scena forte del film. La fede oltranzista della donna fa sì che si autoflagelli, si infligga la pena del cilicio, cammini per casa in ginocchio pregando, scandisca slogan contro il sesso vero nemico del Signore, frequenti una comunità che, tra i suoi slogan, ha quello di "Siamo le truppe d'assalto della Chiesa" e soprattutto pratichi una forma di proselitismo a dir poco originale. Munita di una statuetta di Maria alta circa un metro entra nelle case degli sconosciuti al motto: "la Madonna è venuta ad aiutarvi". E non sempre viene accolta bene. Nel segno di un'ironia intelligente che è sempre presente nel film, Seidl non fa mancare alla storia il ritorno del marito di Anna, Nabil, un uomo di fede islamica paralizzato su sedia a rotelle con cui lei non vuole avere più rapporti. Gran parte di Paradise Faith si svolge nella casa piena di crocifissi, santi e di foto del Papa. Tra le guerre della coppia anche quelle che vedono il marito di Anna staccare con ostinazione ogni simbolo cristiano dalle pareti della casa e la moglie rimettere tutto posto. |
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