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MARGHERITA HACK GODE DI UNA FAMA IMMERITATA E INFATTI HA DOVUTO AMMETTERE: ''COME SCIENZIATA NON HO SCOPERTO NULLA''

Post n°1038 pubblicato il 05 Settembre 2012 da lucfar1

i Francesco Agnoli

Inizio questa mio articolo riguardo alle battaglie culturali di Margherita Hack con una precisazione. La Hack viene presentata dai suoi fans come la «voce della scienza». Si cerca di proporre questa equazione: è una scienziata, quindi, quando parla lei, parla la scienza. In altre parole: ciò che dice lei è sempre esatto, come una formula matematica o come la legge di gravita. L'equazione, falsa, funziona presso il grande pubblico per un semplice fatto: che una laurea in astrofisica fa sempre la sua impressione.
 
"NON HO SCOPERTO NULLA"
Eppure, occorre dire subito tre cose. La prima: la Hack è al centro dell'attenzione più che per i suoi meriti scientifici, per le sue posizioni in campo etico, essendo sostenitrice del testamento biologico, del matrimonio omosessuale e della liceità della ricerca sulle staminali embrionali. In campo etico, però, gli scienziati non godono di nessuno status privilegiato. La storia è piena di illustri ricercatori che hanno servito il "razzismo scientifico", la costruzione di armi di distruzione di massa, gli esperimenti nazisti sull'uomo... La seconda: non basta una laurea in astrofisica per essere un grande astrofisico. Come non basta laurearsi in filosofia per poter sedere accanto a Socrate o a san Tommaso. La terza: è stata la stessa Hack, in varie occasioni, ad aver sostenuto con umiltà di non essere quel mostro della scienza che qualcuno, strumentalmente, vuole far credere. Quando il giornalista ateo Paolo Flores d'Arcais propose la candidatura della Hack a palazzo Madama con nomina presidenziale, lei stessa dichiarò: «È un onore, ma non credo di meritarlo, non ho scoperto nulla». Così è, in effetti. La Hack è un'abile divulgatrice, ma la sua fama è legata più che altro, come si è detto, alle sue dichiarazioni in campo etico, alla sua militanza comunista e alle sue frequenti apparizioni televisive.

SULL'EMBRIONE SBAGLIA 
Fatte queste dovute premesse, esordisco da un articolo che la Hack scrisse su «Social News» del settembre 2009. In esso si faceva una durissima requisitoria contro la Chiesa Cattolica, colpevole (a suo dire) di aver sempre lottato con ottusa ferocia contro la scienza. Dopo alcune affermazioni storicamente infondate, la Hack arriva dove voleva arrivare: cioè a sostenere che la Chiesa, oggi, opponendosi alla ricerca, uccisiva, sugli embrioni umani, ripeterebbe i mitici errori del passato: «la ricerca sulle staminali embrionali è essenziale perché la Scienza ha dimostrato che può permettere la guarigione di malattie fino ad oggi inguaribili. Frenarla per questioni religiose e ideologiche è un delitto...». La scienza, scrive la Hack, «ha dimostrato»: se le parole hanno un significato, ciò vorrebbe dire che oggi sono possibili svariate cure attraverso l'uso delle staminali embrionali. Invece non è affatto vero. All'epoca non esisteva una sola cura del genere. Ma la Hack continuava la sua requisitoria: «l'embrione è solo una cellula», di cui, evidentemente, si può fare ciò che si vuole. Peccato che sia una cellula con 46 cromosomi, cioè appartenente alla specie umana, e che ognuno di noi, quindi, sia stato null'altro che un em­brione: però lasciato vivere.
La definizione dell'embrione umano data dalla Hack potrebbe però, a rigore, essere adattata così: perché non sperimentare sull'uomo, che «non è altro che un ammasso di cellule»?
Dall'articolo in questione, passo ad una delle ultime fatiche della Hack, Perché sono vegetariana. In essa la Hack riassume fatti e idee fondamentali della sua vita.

SCIENZIATI CREDENTI
Prima di analizzarli vorrei però riflettere su due vicende: la nascita della Hack a Firenze, in via Ximenes, e il conferimento alla Hack, nel 1994, del premio scientifico denominato «Targa Piazzi». Ximenes e Piazzi: chi erano costoro? Leonardo Ximenes (1716-1786) fu un sacerdote della Toscana del Settecento. Astronomo, geografo di sua maestà imperiale Francesco Stefano, matematico reale dell'arciduca Pietro Leopoldo di Toscana, tra le altre cose fondò l'osservatorio astronomico di Firenze che ancora oggi porta il suo nome e fu impegnato per un trentennio (1755-1785) nei principali lavo­ri idraulici e stradali del Granducato e di altri Stati italiani.
E Piazzi? Giuseppe Piazzi (1746-1826) fu un sacerdote teatino, fondatore e direttore dei prestigiosi osservatori astronomici di Palermo e Capodimonte. Nel 1801 inoltre scoprì il primo degli asteroidi, cui dette il nome di Cerere, assurgendo così a fama internazionale. Casi isolati di cattolici e di sacerdoti, amici dell'astronomia, più unici che rari? Al contrario. Sarà bene ricordare che sino al 1750 circa furono per lo più le cattedrali a fungere da embrionali osservatori astronomici e a fornire lo spazio per la costruzione di importanti meridiane, tra cui quella, celeberrima, di Bologna. E proprio a Bologna, città dello Stato pontificio, nacque nel XVI secolo il primo osservatorio astronomico, con il consenso e il supporto finanziario della Santa Sede e di altre autorità ecclesiastiche.
Tornando agli anni di Piazzi e Ximenes, fu l'abate Giuseppe Toaldo (1719-1797) l'autore del progetto di conversione della Torlonga nell'Osservatorio Astronomico di Padova. Analogamente a Firenze, Padova, Palermo, Napoli, Roma ecc., anche a Torino le origini delle locali ricerche astronomiche videro protagonista un sacerdote, che è stato anche il padre dell'elettricismo italiano: il sacerdote scolopio Giovanni Battista Beccarla (1716-1781). Potrei continuare a lungo, elencando i circa 40 gesuiti astronomi cui sono dedicati crateri lunari, oppure il fatto che gran parte della meteorologia e della sismologia nacquero grazie a monaci e religiosi. Per brevità, però, basti ricordare alla Hack e ai suoi fans che nella storia dell'astronomia i grandi nomi non sono quelli di atei (nessuno), ma quelli dell'ecclesiastico Niccolo Copernico; del cattolico Galilei; del fervente cristiano protestante Keplero; del fondatore della spettroscopia e pioniere dell'astrofisica moderna padre Angelo Secchi... per arrivare, in tempi più recenti, al sacerdote che per primo ipotizzò l'espansione delle galassie e il Big bang, Georges Edouard Lemaitre (1894-1966).
 
IL VEGETARIANESIMO
Dopo questa digressione, torniamo al librino in questione. In esso la Hack sostiene, in coerenza con la dottrina teosofica ricevuta in eredità dai genitori, e in accordo con le religioni orientali di origine indiana, di cui si dichiara ammiratrice, il vegetarianesimo e l'animalismo. Il testo è dunque una descrizione minuziosa delle sofferenze degli animali sottoposti a macellazione, sperimentazione e quant'altro, intessuta di strali verso la religione cattolica e di professioni di fede materialista.
Interessa qui riflettere almeno su due fatti. Il primo: l'esaltazione delle filosofie induiste, proposta ad ogni pie sospinto in alternativa al cristianesimo, occulta il fatto che nella storia della scienza le religioni orientali non solo non hanno dato alcun contributo, ma anzi hanno funto e fungono tutt'oggi di ostacolo a qualsia-si progresso scientifico. Il secondo: la concezione della Hack porta coerentemente ad annullare la specificità dell'uomo, ridotto ad un aggregato di materia senza alcuno scopo ultimo. Così, per riallacciarmi a quanto si diceva all'inizio, allorché si ricordava l'assoluto disprezzo della Hack per l'embrione umano, rimane una forte perplessità: come può la celebre opinionista stracciarsi le vesti con tanta, encomiabile, passione, per la salvezza degli animali, senza mai spendere una parola che sia una contro la vivisezione e la macellazione degli embrioni e dei feti umani con l'aborto, la sperimentazione in laboratorio, la clonazione...? Può, certamente, perché anche la Hack appartiene a quella grande famiglia (che va dai verdi nazisti sino a Peter Singer, passando per quella bioeticista italiana che ha riproposto recentemente la liceità dell'infanticidio) che, negando l'esistenza di Dio e dell'anima immortale, finiscono poi per abbassare l'uomo sotto il livello dell'animale. Così, ancora una volta, diventa chiaro che senza Dio anche l'uomo è destinato a perdere il suo valore e significato.

 
Fonte: Il Timone, luglio-agosto 2012 (n.115)

 
 
 

SUMMIT MONDIALE A LONDRA ORGANIZZATO DA BILL GATE

Post n°1037 pubblicato il 05 Settembre 2012 da lucfar1

di Riccardo Cascioli

Lei si dichiara una cattolica praticante, ma non si fa problema di finanziare progetti in palese contrasto con la dottrina morale della Chiesa. Lui deve fronteggiare una crisi del suo impero di tecnologia informatica, ma investe pesantemente in programmi finalizzati a diminuire il bacino dei suoi potenziali clienti. Bill e Melinda Gates sono davvero una strana coppia, in contraddizione con loro stessi. Fatto sta che la Fondazione che porta il loro nome è oggi in prima linea per finanziare un vasto programma di controllo delle nascite nei Paesi in via di sviluppo. A questo scopo hanno convocato per oggi un summit mondiale a Londra, cui parteciperanno governi, organizzazioni non governative, agenzie dell'Onu. Tutti uniti per un unico obiettivo: raccogliere 6 miliardi di dollari per garantire entro il 2020 una fornitura regolare di contraccettivi a 120 milioni di donne nei Paesi poveri, soprattutto Africa e Asia meridionale. Attualmente la cifra investita globalmente per diffondere la contraccezione e l'aborto nel mondo è di 4 miliardi di dollari annui. Infaticabile madrina e organizzatrice dell'iniziativa è Melinda - una lettera aperta di protesta nei suoi confronti ha raggiunto le 25mila firme -, ma la Fondazione Bill & Melinda Gates ha trovato il sostegno entusiasta del governo britannico - la cui Agenzia per gli aiuti allo sviluppo ospita il summit - e del Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa). E ovviamente delle potenti Organizzazioni non governative come la multinazionale dell'aborto International Planned Parenthood Federation (Ippf) e Save the Children che saranno le principali beneficiarie di questa nuova pioggia di denaro. Secondo Melinda Gates si tratta di garantire la libertà di scelta a tutte le donne fornendo mezzi e informazioni sulla contraccezione, cosa che dovrebbe anche prevenire migliaia di aborti. In realtà si tratta dei soliti argomenti, ripetuti da anni, che servono a mascherare le reali intenzioni di chi promuove rigide politiche di controllo delle nascite. Basta dare un'occhiata all'elenco dei partner dei Gates (circa 500 milioni di dollari l'anno messi a disposizione per le campagne di controllo delle nascite) in questo summit. Senza contare le agenzie dell'Onu - dalla Banca Mondiale all'Unicef - fra i donatori troviamo le Fondazioni Ford, Bloomberg, Hewlett, Packard, Buffet, Nike, Turner, nella migliore tradizione dei miliardari americani, da sempre generosi donatori e grandi sostenitori delle campagne di controllo delle nascite nelle nazioni in via di sviluppo. È una tradizione che affonda le radici nelle Società eugenetiche, nate e sviluppatesi nel mondo anglosassone dalla fine del XIX secolo, che ha contribuito alla nascita e al crescente potere di tante Organizzazioni non governative, anche loro presenti a Londra: oltre la già citata Planned Parenthood, c'è Marie Stopes International, Population Action International, il Population Council dei Rockefeller e tantissime altre, tutte dedite a sostenere e diffondere nel mondo non soltanto i contraccettivi, ma soprattutto l'aborto. E poi ci sono i governi, a cominciare dagli Stati Uniti, con il Giappone e l'Europa che partecipa sia con la Commissione Europea, sia con singoli governi, tra cui il più entusiasta sembra essere quello britannico. Non sorprendentemente, perché di recente è stato un giornale non conservatore come The Observer a rivelare che l'agenzia del governo britannico che si occupa degli aiuti allo sviluppo (UkAid) dal 2006 ha versato 268 milioni di dollari per sostenere un programma di sterilizzazione forzata che il governo indiano applica nelle zone rurali, malgrado fosse a conoscenza di decine di donne morte per le condizioni non igieniche e l'impreparazione del personale reclutato. Anche questa, però, non è una novità perché da sempre le campagne per il controllo delle nascite si legano a gravi violazioni dei diritti umani, soprattutto delle donne. La stessa Unfpa è stata più volte accusata di sostenere programmi selvaggi di sterilizzazione forzata in Uzbekistan e Cina. Anche l'affermazione per cui la diffusione della contraccezione contribuisce a migliorare le condizioni di salute contrasta con la realtà: non solo risulta, dai dati ufficiali dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che già l'89 per cento delle donne nel mondo usa metodi efficaci, ma è anche evidente che donne e bambine dei Paesi in via di sviluppo hanno piuttosto bisogno di servizi sanitari di base e di investimenti nell'istruzione per migliorare la loro condizione. Inoltre i soldi che governi, agenzie e fondazioni offrono per queste campagne vanno a scapito proprio degli aiuti ben più necessari alla salute e allo sviluppo delle popolazioni più povere. L'amministrazione Obama, a esempio, ha già annunciato che nel bilancio 2013 saranno tagliati 28 milioni di dollari per la salute di donne e bambini, compresi i programmi per la nutrizione. E, per restare agli Usa, nel 2010 hanno speso 72,2 milioni di dollari per la fornitura di contraccettivi nei Paesi poveri, la stessa cifra che UsAid (l'agenzia americana per gli aiuti internazionali) ha destinato ai programmi di nutrizione. Non solo, il budget di UsAid per il dipartimento dedicato ai servizi riproduttivi (leggi: contraccezione e aborto) nel 2012 ammonta a 524 milioni di dollari, più di quanto viene destinato a combattere le vere emergenze sanitarie, dalla tubercolosi alle pandemie alla prevenzione delle malattie infantili.

 
Fonte: Il Giornale, 11/07/2012

 
 
 

L’Islam cambia marcia e punta sull’Europa

Post n°1036 pubblicato il 05 Settembre 2012 da lucfar1

di Mauro Faverzani su Riscossa Cristiana del 20-08-2012) Per il “Corriere della Sera” l’avvocato Abdelfattah Mourou, uno dei fondatori del partito Ennahdha  al potere in Tunisia, rappresenta il volto dell’islam moderato, uno dei paladini della cosiddetta “primavera araba”, il fautore quindi di “una linea progressista e innovativa”. L’intervista che il quotidiano milanese gli ha dedicato è tutta tesa ad evidenziare presunte aperture verso l’Occidente:“Dobbiamo vivere insieme ai fratelli italiani, tendere la mano e partecipare alla vita della città”. In realtà, letta senza le lenti deformanti del “politicamente corretto”, rappresenta una lucida strategia di conquista culturale del Vecchio Continente, in sintonia perfetta con altri autorevoli pronunciamenti, già espressi in passato ed in più occasioni da altri autorevoli esponenti musulmani.

Innanzi tutto, chiariamo subito chi sia davvero Ennahdha: contestatissimo anche in patria, questo partito ha qui presentato un progetto di legge “anti-blasfemia”, formalmente volto a “garantire la libertà d’espressione” di tutti, di fatto mirante invece ad“islamizzare totalmente la società prima, lo Stato poi”, come ha ben chiarito una fonte certamente non di parte quale il settimanale “Jeune Afrique”, principale testata africana in lingua francese, nell’edizione on line dello scorso 2 agosto.

Secondo tale periodico, rispetto ai gruppi più oltranzisti, Ennahdha avrebbe mutato “solo il metodo”, scegliendo quello del consenso e del riformismo, senza strafare però, per non scontrarsi con i propri “falchi” interni. Il progetto di legge prevede il carcere da 2 a 4 anni (mica noccioline…) per tutto quanto venga configurato quale ingiuria, profanazione, derisione o raffigurazione di Allah e Maometto. Tradotto: a quel punto, qualsiasi pretesto potrebbe esser buono, nel caso passasse tale proposta, per sbattere un cattolico in galera. Altro che Islam “moderato”…

Ecco, questo è il brodo culturale, da cui proviene l’avvocato Abdelfattah Mourou. Il quale non smentisce i timori, anzi li conferma proprio nell’intervista rilasciata al “Corriere”. In cui auspica che “i musulmani siano il tessuto del Paese in cui vivono”. Non quindi semplice “parte”, bensì il “tutto”, il “tessuto” per l’appunto. Questo è l’obiettivo. Come raggiungerlo? “I musulmani -prosegue- devono partecipare alla vita del Paese, comportarsi come cittadini e non come stranieri”. Tradotto, si punta ad una loro totale equiparazione agli Italiani, coi medesimi diritti civili, voto compreso. Parole, che sono una “bomba” dal punto di vista sociale ed istituzionale, in grado di sconvolgere equilibri consolidati. E poi il proclama: Il nostro Paese è dove viviamo”. Ergo, l’islam ovunque. Come spiega l’avvocato Mourou: “Io metto l’accento sull’avvenire dell’islam”. Il che non stupisce, è il loro programma da sempre, non ne han mai fatto nemmeno mistero: ricacciati nei secoli scorsi con le armi, ora puntano a vincerci con le nostre stesse leggi.

Mourou non esclude l’eventualità di costituire partiti islamici -”possiamo dire che cosa pensiamo”, afferma-, ma ora punta tutto sul “lato culturale, in cui si può esprimere la propria confessione”. Il che, se le parole hanno ancora un senso, significa quanto meno non disdegnare la prospettiva di una progressiva islamizzazione dell’Occidente. Non è un caso il “tour” milanese dell’avvocato Mourou nella moschea di via Quaranta, a Cascina Gobba dove ha guidato la preghiera, al Palasharp per l’incontro coi fedeli bengalesi, il “sermone” dell’Aid el Fitr all’Arena civica, nella data più importante del calendario islamico, di fronte alla maggioranza dei musulmani milanesi, che per la prima volta han pregato uniti, tutti in un solo luogo. Un successo politico e religioso ad un tempo, questo. Non a caso lo stesso Mourou ha definito tale aspetto “molto interessante”, segno ormai di una “comunità coesa”.

A stupire, è l’inerte, passiva accettazione di tali idee da parte dei media nazionali, totalmente ed acriticamente inebriati da un Islam che non c’è. Bene ha scritto Juan Manuel De Prada in un intervento, ripreso dall’agenzia “Corrispondenza Romana”:“Quando, in un brumoso futuro, qualche storico desideri spiegare un fenomeno così gigantesco come il crollo della civiltà occidentale, non potrà evitare di fare riferimento al sostegno dato dalla marmaglia che governa l’Occidente alla cosiddetta ‘primavera araba’”.

Che ovunque non ha fatto altro che peggiorare le condizioni delle popolazioni cristiane, costringendole o alla diaspora o alla persecuzione o al martirio, com’è avvenuto in Iraq, Libia, Egitto ed ora anche in Siria: “La verità è un’altra -prosegue De Prada-Ciò che quei movimenti riuniti sotto la floreale etichetta di «primavera araba» desiderano non è la democrazia (sistema di governo che considerano decrepito e blasfemo, anche se ne accettano l’apparenza formale), bensì la restaurazione della ‘umma’ o comunità di maomettani sotto l’egida della stessa fede, che i regimi dei tirannucci stavano ostacolando. ‘Umma’ che, senza alcun dubbio, si otterrà mediante l’imposizione della ‘sharia’ o legge islamica e la persecuzione a ferro e fuoco degli ‘infedeli’”.

Ciò che quest’intervista non smentisce. Aggiungendo un tassello: che ormai quest’offensiva non è più solo africana, anzi -nel silenzio generale- è stata già da tempo scatenata anche nel cuore dell’Europa, complici quei “salotti buoni” particolarmente “illuminati”, sempre pronti a prender lucciole per lanterne. Nel mondo dei media, figuriamoci in quello dei politici. A livello, per ora, solo culturale, certo. Come in Inghilterra, dove la comunità islamica è riuscita ad ottenere tribunali propri con la ‘sharia’ al posto dei Codici. Ma, se andiamo avanti di questo passo, davvero i musulmani non saran forse neppur costretti ad imbracciare mai le armi.

 
 
 

SINTOMI DI DISINTEGRAZIONE DI UNA SOCIETA’: I BAMBINI NON HANNO GLI STESSI DIRITTI DEI GAY

Post n°1035 pubblicato il 05 Settembre 2012 da lucfar1

di Enzo Pennetta - libertaepersona.org - 2.8.2012

Sul sito del Corriere della Sera del 2 Agosto era possibile trovare due articoli che letti insieme fanno emergere una sconcertante discriminazione nei confronti dei bambini. Il primo era intitolato: «Troppi gay in hotel»: la Regione Sardegna diffida il sito internet Booking.com Il secondo: Gran Bretagna, voli aerei senza bambini. Il 37% pagherebbe di più il biglietto. La prima notizia ha suscitato la reazione sdegnata dell’assessore regionale al turismo: Come riportato da La Nuova Sardegna, tutto parte da un giudizio negativo di una coppia di giovani milanesi su un hotel isolano, criticato su Booking.com per l‘eccessiva presenza di gay. «Il personale di servizio estremamente scortese sin dall’inizio mi ha subito fatto intuire lo spirito dell’hotel – la pagella della giovane coppia -. Preferenza per coppie gay che spopolavano nella hall dell’albergo come rondini a primavera. La Sardegna offre molto meglio». Un commento che non è affatto piaciuto all’assessore regionale al turismo dell’isola che ha inviato una lettera di diffida al sito commerciale turistico Booking.com. La seconda non ha invece suscitato alcuna reazione, tanto che l’iniziativa è stata tradotta in pratica: Un suggerimento diventato realtà per l’inglese Thomas Cook Airlines, che due volte a settimana effettua voli “solo per adulti” per Creta e Gran Canaria, come pure per la Malaysian Airlines che, dopo aver creato un’apposita sezione “no kids” nella Prima Classe dei suoi Boeing 747, ha deciso di estenderla anche all’economica degli A380. Per comprendere quale sia ormai lo stato di distorsione logica in cui versa la società, e per il quale si può accettare un’affermazione e il suo contrario senza ravvisare alcun problema (stato che Orwell chiamava “bipensiero”), basta fare l’esercizio di invertire le due notizie: Prima notizia: Come riportato da La Nuova Sardegna, tutto parte da un giudizio negativo di una coppia di giovani milanesi su un hotel isolano, criticato su Booking.com per l’eccessiva presenza di bambini. «Il personale di servizio estremamente scortese sin dall’inizio mi ha subito fatto intuire lo spirito dell’hotel – la pagella della giovane coppia -. Preferenza per bambini che spopolavano nella hall dell’albergo come rondini a primavera. La Sardegna offre molto meglio». Un commento che non è affatto piaciuto all’assessore regionale al turismo dell’isola che ha inviato una lettera di diffida al sito commerciale turistico Booking.com.Secondo voi, per una notizia così,sarebbe partita qualche diffida? Seconda notizia: Un suggerimento diventato realtà per l’inglese Thomas Cook Airlines, che due volte a settimana effettua voli “solo per etero” per Creta e Gran Canaria, come pure per la Malaysian Airlines che, dopo aver creato un’apposita sezione “no gay” nella Prima Classe dei suoi Boeing 747, ha deciso di estenderla anche all’economica degli A380. Secondo voi la Thomas Cook Airlines avrebbe in tal caso avuto qualche problema legale, politico, d’immagine…?

 
 
 

I miracoli dell'Islam: spariti femministe, atei e indignados

Post n°1034 pubblicato il 05 Settembre 2012 da lucfar1

È miracoloso scoprire che il raduno di migliaia di islamici all’Arena di Milano non ha scatenato le stesse reazioni provocate dal raduno cattolico con il Papa di maggio: nessuna vignetta ironica, nessuna protesta contro l’oscurantismo religioso, nessuna lamentela per il traffico, nessuna polemica sui costi, nessun presidio laico e anticlericale, nessuna bestemmia scritta sui muri, nessuna manifestazione femminista, nessuna reazione dell’Unione Atei Agnostici Razionalisti, nessuna esibizione di Soggettività Lesbica, nessun intervento del Collettivo MaleFiche, nessuna catena su facebook, nessun indignados in marcia (questo in realtà era successo in Spagna e giù botte ai Papa Boys), nessun anatema dai bloggers, nessuna interrogazione parlamentare, nessuno che ha chiesto di dare invece i soldi ai terremotati, nessuna copertina del Vernacoliere, nessun escremento lanciato per fare spettacolo sul volto del Profeta, nessun wikileaks sulla Mecca, nessuna contestazione contro chi non ammette le coppie di fatto, l’aborto, i matrimoni omo, nessuna maglietta degli Iron Maiden, neanche un bambino di Satana, un tifoso del Diavolo, una Pussy Riot qualsiasi, un nipote di Van Gogh, un imam pedofilo, una mostra blasfema ma dall’alto e nobile valore artistico: eppure, quando si dice l’integrazione tra i popoli, le persone e i sessi, forse per la prima volta dopo duecento anni all’Arena le donne sono entrate separate dagli uomini... Che sia tornato il sacrosanto rispetto per le religione? O è la sgaggia degli eroi?

(giornale.it)

 
 
 
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