OMELIA DOMENICALE

OMELIA 25.10.15


Mc 10,46-51 In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me! Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: Figlio di Davide abbi pietà di me! Gesù si fermò e disse: Chiamatelo! Chiamarono il cieco, dicendogli: Coraggio! Alzati, ti chiama! Egli gettato il so mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Egli disse: Che cosa  vuoi che io faccia per te? E il cieco gli rispose: Rabuni, che io veda di nuovo! E Gesù gli disse: Và, la tua fede ti ha salvato. E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.   Parola del Signore. . Un cieco , avendo sentito che il Signore Gesù era vicino a lui, grida: Figlio di Davide, abbi pietà di me. Quando gli dicono di tacere, anziché smettere, grida ancora più forte: Gesù abbi pietà di me.  Questo uomo  chiede la pietà e non la guarigione. Chi sta gridando è la sua anima che non è in Pace. Il Signore Gesù lo fa chiamare proprio perché sta chiedendo pietà, se avesse gridato: Gesù, figlio di Davide,  guariscimi non abbiamo la certezza che il Signore avrebbe esaudito la sua preghiera. Questo è il segno che il Signore esaudisce le nostre preghiere solo quando riconosciamo le nostre colpe. Lo abbiamo visto con Maria di Magdala e, oltretutto, con il ladrone crocifisso alla  destra del Signore Gesù, il quale ladrone viene salvato proprio perché  riconosce di essere un peccatore che merita quella fine.  Riconoscere le proprie colpe ed aver fede sono la stessa cosa. Chi ha fede scopre la propria verità e chi riconosce la propria verità ha fede. Questo uomo, mentre grida, è seduto ma  appena sente che il Signore Gesù lo sta chiamando balza in piedi, non si alza normalmente, ma si alza con uno scatto. Ecco è il segno della speranza che riponeva nel Signore  Gesù. Possiamo anche dire che questo è il segno della sua fiducia, ma sarebbe la stessa cosa perché fede e speranza sono una cosa sola. Una volta davanti al Signore, il Signore Gesù gli  chiede cosa volesse che  facesse per lui. La domanda: Cosa vuoi che io faccia per te,  sottintende che ci sono più cose che potrebbe fare per lui.  Esempio: Quando andiamo  in un  negozio spesso qualcuno ci chiede cosa ci serve di quello che  loro vendono perché ci sono più cose  che potrebbero servirci. Se andiamo dal benzinaio  che vende solo benzina nessuno ci chiede  cosa vogliamo perché costui vende solo benzina. Ora se il Signore chiede: Cosa  vuoi che io faccia per te,  vuol dire che spera che questo cieco Gli chieda la Pace, l’Amore, il perdono, il coraggio e, oltretutto,  la  salvezza della sua anima. Secondo logica, a chi grida: Figlio di Davide abbi pietà di me, si spera di potergli dare il perdono.  Purtroppo questo cieco chiede solo di vedere perché in quel momento non è più l’anima che parla ma la mentalità dell’umano che desidera ciò che il mondo desidera.  Il Signore esaudisce la sua preghiera e gli dice  di essere stato salvato per la sua fede, ma è stato salvato dalla cecità non dall’inferno. Per noi  umani,   vedere  conta  più di  salvare l’anima perché viviamo nelle tenebre, le nostre vie non sono le Sue vie, non ci preoccupiamo della nostra salvezza e oltretutto non crediamo che quando abbiamo salvato l’anima il resto ci sarà dato in sovrappiù. Nello stesso momento non crediamo che, se non siamo santi, l’inferno non ci mancherà. Per questo il Signore Gesù ci ha insegnato che quando preghiamo dobbiamo chiedere prima il regno dei cieli e che  poi il resto ci sarà dato in sovrappiù. Noi quando preghiamo cosa chiediamo?   Ho visitato tanti santuari, uno di questi il santuario di San Gabriele dell’Addollorata sul Gran Sasso, ed ho notato che in ogni santuario ci sono diverse stanze  nelle quali sono esposti dei quadri/doni per ringraziare il santo o la santa del miracolo ricevuto. Di solito trattasi di ringraziamento per guarigioni da malattie carnali, per incidenti dove non è successo niente e cose simili, ma non c’è un ringraziamento  per aver ritrovato la Fede o la Pace ecc..  Ora se i miracoli sono quasi sempre il frutto delle nostre preghiere, non vuol dire che quando preghiamo chiediamo solo per la nostra carne e non per la nostra anima? Dalle nostre preghiere possiamo scoprire chi siamo, quando ci interessa la salvezza, chi stiamo adorando e quanta fede abbiamo. In un altro passo del Santo Vangelo è narrato che due ciechi chiedono al Signore di essere guariti e il Signore Gesù risponde loro: Sia fatto secondo la vostra fede! Il Signore concede secondo fede e secondo quanto chiediamo. Se ciò che chiediamo non è il regno dei cieli e se abbiamo un po’ di fede, esaudisce ugualmente la nostra preghiera affinché noi crediamo che Lui c’è e che è tutto in tutti. In ogni caso il miracolo più grande è cambiare il cuore dell’uomo, questo non dipende solo dal Signore ma occorre la volontà e l’impegno dell’uomo stesso. Occorre credere in spirito è verità. La nostra verità – la verità soggettiva -  è parte della verità oggettiva la quale  è il Mistero Divino che a noi non è dato di conoscere. La verità è il Signore Dio in persona,  scoprendo la nostra verità scopriremo un raggio del sole divino che vive in noi e sarà questo raggio di vita a  darci la potenza per gridare: Signore abbi pietà di me, prendimi, fa di me quello che vuoi, salvami!! Il Signore sta aspettando il nostro grido, Lui è quel  Papà che aspetta ogni figliol prodigo, che siamo noi, per guarirci da ogni infermità spirituale e fisica, ma solo se lo chiediamo con fede.  Grazie Signore Gesù.