Spirito del Vento

Post N° 59


 I fiori del male- Charles Baudelaire  IL BALCONE O madre dei ricordi, amante delle amanti, o tu che assommi tutti i miei piaceri, tutti i miei doveri. Ricorderai la bellezza delle carezze, la dolcezza del focolare, l'incanto delle sere, madre dei ricordi, amante delle amanti?Le sere illuminate dall'ardore dei tizzoni e le sere al balcone, velate da vapori rosa. Come il tuo seno m'era dolce, il tuo cuore fraterno! Noi abbiamo pronunciato spesso imperiture parole, le sere illuminate dall'ardore dei tizzoni.Come sono belli i soli nelle calde sere, come lo spazio è profondo, il cuore possente! Curvandomi su di te, regina fra tutte le adorate, credevo respirare il profumo del tuo sangue. Come sono belli i soli nelle calde sere!La notte s'ispessiva come un muro, i miei occhi indovinavano al buio le tue pupille e io bevevo il tuo respiro, o dolcezza mia, mio veleno, mentre i tuoi piedi s'addormentavano nelle mie mani fraterne. La notte s'ispessiva come un muro.Conosco l'arte di evocare gli istanti felici: così rividi il mio passato, accucciato fra i tuoi ginocchi. Perché cercare la tua languida bellezza fuori del tuo caro corpo e del tuo cuore così dolce? Conosco l'arte di evocare gli istanti felici.Giuramenti, profumi, baci senza fine rinasceranno da un abisso interdetto alle nostre sonde così come risalgono al cielo i soli, rinvigoriti, dopo essersi lavati nel profondo dei mari. O giuramenti, profumi, baci senza fine!IL VELENOIl vino sa rivestire il più sordido tugurio d'un lusso miracoloso e innalza portici favolosi nell'oro del suo rosso vapore, come un tramonto in un cielo annuvolato.L'oppio ingrandisce le cose che già non hanno limite, allunga l'infinito, approfondisce il tempo, scava nella voluttà e riempie l'anima al di là delle sue capacità di neri e cupi piaceri.Ma tutto ciò non vale il veleno che sgorga dai tuoi occhi, dai tuoi occhi verdi, laghi in cui la mia anima trema specchiandovisi rovesciata... I miei sogni accorrono a dissetarsi a quegli amari abissi.Tutto questo non vale il terribile prodigio della tua saliva che morde, che sprofonda nell'oblìo la mia anima senza rimorso, e trasportando la vertigine, la rotola estinta alle rive della morte!  L'IRREPARABILEPossiamo soffocare il vecchio, il lungo Rimorso, che vive, si agita e si contorce, nutrendosi di noi  come il bruco della quercia? Possiamo soffocare l'implacabile rimorso?In quale filtro, in quale vino, in quale tisana affogheremo questo vecchio nemico, distruttore come la cortigiana, paziente come la formica? - In quale filtro? - in quale vino? - in quale tisana?Dillo, bella strega, oh, dillo, se lo sai, a questo spirito carico d'angoscia, e pari al moribondo schiacciato dai feriti: dillo, bella strega, oh, dillo, se lo sai,a questo agonizzante che già il lupo va fiutando e il corvo adocchia, a questo soldato ferito; dillo, se deve disperare d'avere la sua croce e la sua tomba, questo povero agonizzante che già il lupo va fiutando.Si può illuminare un cielo nero e fangoso? Si possono lacerare tenebre più dense che la pece, senz'alba né tramonto, senza astri né lampi funerei? Si può illuminare un cielo nero e fangoso?La Speranza che brilla alle vetrate dell'Albergo è spenta, morta per sempre! Senza luna e senza raggi, oh trovare dove alloggiano i martiri d'una strada sbagliata! Il Diavolo ha spento tutto alle vetrate dell'Albergo!Adorabile strega, li ami tu i dannati? Dimmi, conosci l'irremissibile? Conosci il Rimorso dai dardi avvelenati cui il nostro cuore serve da bersaglio? Adorabile strega, li ami tu i dannati?L'Irreparabile rode col dente maledetto il pietoso monumento della nostra anima e sovente ne attacca, simile alla termite, l'edificio alla base. L'Irreparabile rode col dente maledetto. Ho visto qualche volta, in fondo a un teatro da quattro soldi che un'orchestra, sonora, infiammava, una fata accendere in un cielo infernale un'aurora miracolosa. Ho visto qualche volta, in fondo a un teatro da quattro soldi, un essere tutto luce oro e velo abbattere l'enorme Satana: ma il mio cuore, mai visitato dall'estasi, è un teatro in cui si attende sempre, sempre invano, -(senza titolo) Tu metteresti l'universo intero nella tua alcova donna impura: la noia ti rende crudele. Per tenere in esercizio i tuoi denti al tuo singolare gioco, ti necessita, ogni giorno, un cuore sulla rastrelliera. I tuoi occhi, illuminati come botteghe o antenne fiammeggianti nelle feste pubbliche, fanno uso, con insolenza, d'un potere preso a prestito senza conoscere la legge della bellezza.O macchina cieca e sorda, feconda in atrocità! Salutare strumento che ti sazi del sangue del mondo, com'è che non hai vergogna, com'è che non vedi impallidire le tue attrattive dinanzi a ogni specchio? La grandezza del male in cui ti reputi sapiente non t'ha mai fatto indietreggiare di spavento, quando la natura, grande nei suoi fini segreti, si serve di te, femmina, regina del peccato - di te, vile animale - per plasmare un genio?