Spirito del Vento

Papaver somniferum


Il Il papavero da oppio è una pianta a fiore (angiosperma) appartenente alla famiglia delle Papaveracee. Il nome scientifico, Papaver somniferum, ne sottolinea le proprietà narcotiche dovute all' azione di vari alcaloidi, principalmente la morfina, presenti nell' oppio grezzo, una sostanza lattiginosa secreta dalla tipica capsula seminifera che caratterizza il genere Papaver.Pianta erbacea, a ciclo annuale, con radice a fittone e fusto eretto, poco ramificato, di altezza generalmente non superiore ai 150 cm.Le foglie sono alterne, di grandi dimensioni, semplici ed oblunghe, con margine sinuato-dentato e prive di stipole; le basali presentano un corto picciolo, le superiori sono invece sessili.I fiori sono attinomorfi, ermafroditi e terminali, con lungo peduncolo e un diametro che può raggiungere i 10 cm. Il calice è composto da due sepali caduchi che seccano con la formazione della corolla; quest'ultima è formata da 4 grandi petali, pieghettati nel bocciolo, di colore bianco, roseo, rosso o violaceo e con macchie scure alla base.L' androceo è rappresentato da numerosi stami circondanti un gineceo che risulta composto da un ovario subgloboso poli-carpellare ed uniloculare, suddiviso in setti incompleti e contenente numerosi ovuli; gli stimmi sessili si presentano saldati a formare un disco appiattito sopra l'ovario.La fioritura avviene in giugno-agosto e l'impollinazione è entomogama, ossia mediante insetti pronubi attratti dai colori e dal nettare prodotto da apposite ghiandole, i nettarii, presenti nei petali.Il frutto è un treto, ovvero una grande capsula deiscente per mezzo di pori situati fra i lobi dello stimma, il quale persiste anche dopo la maturazione. I semi sono biancastri e reniformi, con superficie reticolata-alveolata, embrione piccolo e ricco di endosperma. I semi cadono solo in seguito a forti scosse di vento perché i pori sono posti nella parte superiore della capsula che non si piega a maturazione.Contrariamente a quanto si pensa, il papavero non si incontra soltanto nelle montagne asiatiche. È abbastanza comune anche in Europa, dove trova gli stessi terreni calcarei.In Italia si trova allo stato spontaneo sulle coste della Liguria, della Sardegna e della Sicilia, con fiori bianchi o gialli.Dal Papaver somniferum si usano:i fiori a scopi decorativi,la semenza come alimento: spezie e olioil lattice uscente del pericarpo immaturo inciso (oppio) come materia prima di farmaci e stupefacenti, in particolare sotto forma d'eroina. L'oppio contiene ca. 40 alcaloidi; i più importanti sono Morfina, Codeina, Papaverina, Noscapina e Tebaina.La capsula, tonda e grossa, contiene numerosi semi. Questi sono spesso utilizzati in cucina, in particolare nei paesi dell'Europa dell'Est, per aromatizzare i pani e le pasticcerie o per la produzione di oli alimentari e industriali (colori, saponi). I residui sono usati come mangime per animali.In diverse nazioni europee (p. e. in Germania) la coltivazione del P. soporiferum è permessa solo con una licenza statale. Le varieta' coltivate in Europa sono quasi esclusivamente a scopo ornamentale, e sono quindi cultivar selezionati appositamente per la grandezza e i colori del fiore.La coltivazione a scopo commerciale avviene soprattutto in Asia. Il primo produttore mondiale d'oppio è l'Afghanistan. Nonostante le numerose accuse, il regime teocratico dei talebani lottò efficacemente contro questa produzione; la presa di potere da parte dell'Alleanza del Nord alleati degli Stati Uniti in seguito alla guerra del 2001 ha permesso a questo paese di ridiventare il primo produttore mondiale, dopo molti anni di riduzione della produzione. Alle polemiche scoppiate durante la guerra sul perché gli U.S.A. non distruggessero le coltivazioni di papavero da oppio con le loro cluster-bombs infatti si provò che era l'unica fonte di sostentamento di molti capi tribù alleati.[senza fonte]Secondo il World Drug Report dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il Controllo della droga e del Crimine [1], l'Afghanistan nel 2007 ha prodotto il 93% dell'oppio mondiale. La coltura del papavero è uno dei pochi investimenti proficui per i contadini delle regioni povere ed arretrate. La superficie coltivata è stata pari a ben 104.000 [ettari] nel 2005 e 165.000 ettari nel 2006.Anche se oggi molti degli alcaloidi usati in medicina possono essere sintetizzati industrialmente, gran parte di essi viene ancora ricavata dal papavero, perché il processo di estrazione risulta più economico.