La finestra di Ciro

Il problema “Palestinese”


Giorni fa, commentando il post di una mia amica che contestava il progetto di Freedom Flotilla, ho notato fra i commenti uno di cui riporto le testuali parole:<< Siamo alle solite.. Magari , questa lettura potrebbe essere più esplicativa per i soliti buonisti, per quelli che dicono ai 4 venti "fratelli" ai musulmani.. >>. La lettura a cui si riferiva era lo  Statuto del Movimento di Resistenza Islamici Hamas,  e citava in particolar modo l’articolo 7, che io vi riporto qui di seguito…    
<< Il Movimento di Resistenza Islamico è uno degli anelli della catena del jihad nella sua lotta contro l'invasione sionista. È legato all'anello rappresentato dal martire 'Izz al-Din al Qassam e dai suoi fratelli nel combattimento, i Fratelli Musulmani del 1936. E la catena continua per collegarsi ad un altro anello, il jihad degli sforzi dei Fratelli Musulmani nella guerra del 1948, nonché le operazioni di jihad dei Fratelli Musulmani nel 1968 ed oltre.       Benché gli anelli siano distanti l'uno dall'altro e molti ostacoli siano stati posti di fronte ai combattenti da coloro che si muovono agli ordini del sionismo, così da rendere talora impossibile il perseguimento del jihad, il Movimento di Resistenza Islamico ha sempre cercato di corrispondere alle promesse di Allah, senza chiedersi quanto tempo ci sarebbe voluto. Il Profeta, le benedizioni e la Pace di Allah siano con Lui, dichiarò: “L'ultimo giorno non verrà finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei, e i musulmani non li uccideranno e fino a quando gli ebrei si nasconderanno dietro una pietra o un albero, e la pietra e l'albero diranno: O musulmano, o servo di Allah, c'è un ebreo nascosto dietro di me -vieni e uccidilo” ; ma l'albero di Gharqad non lo dirà, perché è l'albero degli ebrei >>.          Giustamente, come mi si faceva notare, questo pensiero, che si rifà agli insegnamenti dettati dal Corano,  trasuda odio e malvagità, ed è per giunta  stato messo per iscritto su di un documento ufficiale, avvalorandone così la volontà distruttiva.         Ora, però, voglio farvi leggere un brano appartenente ad un altro manoscritto, anche questo ufficiale ed inoltre considerato “sacro” dagli israeliani: la Bibbia. Il brano è tratto dall' Esodo...    
<< Osserva dunque ciò che io oggi ti comando. Ecco io scaccerò davanti a te l'Amorreo, il Cananeo, l'Hittita, il Perizzita, l'Eveo e il Gebuseo. Guardati bene dal far alleanza con gli abitanti del paese nel quale stai per entrare, perché ciò non diventi una trappola in mezzo a te.  Anzi distruggerete i loro altari, spezzerete le loro stele e taglierete i loro pali sacri.  Tu non devi prostrarti ad altro Dio, perché il Signore si chiama Geloso: egli è un Dio geloso.                Non fare alleanza con gli abitanti di quel paese, altrimenti, quando si prostituiranno ai loro dèi e faranno sacrifici ai loro dèi, inviteranno anche te: tu allora mangeresti le loro vittime sacrificali. Non prendere per mogli dei tuoi figli le loro figlie, altrimenti, quando esse si prostituiranno ai loro dèi, indurrebbero anche i tuoi figli a prostituirsi ai loro dèi >>.             Come si può facilmente osservare: le parole sono diverse ma il sentimento di odio e di rivalsa nei confronti di chi non è dello stesso credo religioso è parimenti e chiaramente espresso in entrambi i testi.         Io ora tengo a  precisare,  come ho già fatto con quel gentile commentatore, che non credo in nessuna divinità, qualunque essa sia. Né quantomeno, faccio distinzione fra l' inutile e tragica morte di un bambino israeliano o di uno palestinese.                     
 
         Ma proprio in virtù di questa mia convinzione, sono  sempre stato dell'avviso che se si potessero abolire tutte quante le religioni, forse il problema dei territori contesi fra palestinesi e israeliani rimarrebbe, ma almeno gli israeliani non potrebbero avanzare alcuna pretesa di proprietà e  di possesso, solo per il fatto che quelle terre furono concesse da Javhè in persona, ad un  loro capo quando, più di tremila anni fa, erano ancora una tribù di pastori nomadi. Proprietà  che oggi, proprio in virtù di quell'antica "concessione divina", gli è riconosciuta  a pieno diritto da tutti i governi occidentali aventi un cultura giudaico-cristiana ben radicata.