La finestra di Ciro

L’amore coniugale ai tempi di Montaigne


In una nota scritta su una copia dei Saggi, un amico di Montaigne, Florimond de Raemond, ci fa sapere che il filosofo trovava sua moglie abbastanza attraente. Il problema, però,  consisteva nella costrizione a fare regolarmente sesso con la stessa persona: Montaigne odiava qualunque tipo di obblighi.   
 Li assolveva << con una sola chiappa >>, facendo ciò che gli era richiesto per mettere al mondo dei figli. Anche questo lo veniamo a sapere dalla nota a margine di  Florimond de Raemond, che recita:   << Ho udito spesso l’autore dire che anche se egli,  pieno d’amore, ardore e vitalità, aveva preso in sposa una moglie bellissima e amabile, non si intrattenne mai con lei se non per onorare gli obblighi di letto richiesti dal matrimonio, senza mai vedere nulla di lei, neppure i seni, se non le mani e il viso, nonostante con le altre donne fosse estremamente giocoso e dissoluto >>.                      
           Questo comportamento oggi potrebbe farci orrore, ma a quei tempi era normale. Era considerato moralmente riprovevole per un marito trattare la moglie come un’amante, perché avrebbe potuta trasformarla in una ninfomane. In un saggio quasi tutto dedicato al sesso, Montaigne cita Aristotele.<< Bisogna toccar la propria moglie con saggezza e castigatezza, per paura che, solleticandola troppo lascivamente, il piacere la faccia uscire fuori dei cardini della ragione >>.   
           I medici dell’epoca dicevano che un piacere eccessivo poteva alterare il seme nel corpo, impedendone il concepimento. Era meglio per un  marito cercare l’estasi dove non importava quali danni causasse. Su questo punto la Chiesa la pensava come Aristotele e i medici. Il manuale dei confessori del tempo insegnava che un uomo che aveva avuto rapporti peccaminosi con sua mogli meritava una penitenza più pesante di chi aveva commesso quegli stessi atti  con un’altra donna.            Corrompendo i sensi della legittima consorte, un uomo rischiava di fuorviare la sua anima immortale, trascurando gli obblighi di responsabilità nei suoi confronti. Se proprio una donna sposata doveva imparare l’impudicizia, almeno lo facesse da qualcun altro: un punto, commenta Montaigne, su cui gran parte delle donne era d’accordo con gli uomini. Un classico caso, quest’ultimo, di “convergenze parallele”.