La finestra di Ciro

L’unità d’Italia cosa ci ha portato ?


In questo anno ci sono stati i festeggiamenti per 150 anni dell’unita d’Italia, però, giorni fa a Pontida, fra la base leghista è ritornata in auge l’idea di secessione della Padania. Il fatto che una parte degli italiani trascurino i festeggiamenti del loro compleanno nazionale e ancora discutano  di secessione è una fotografia della identità appena embrionale di un popolazione unita.         Ma questa idea di secessione è davvero strampalata o ha delle ragioni ben più solide di quella unicamente disfattista che i più sembrano affibbiargli. A leggere le opinioni  di alcuni eminenti personaggi sembrerebbe di no ! E a dire che non si tratta di  opinioni “partigiane” per il semplice motivo che quando furono espresse il partito della Lega Nord neanche esisteva. Sentite cosa pensavano…
Gaetano Salvemini: << Se dall’unità d’Italia il mezzogiorno è stato rovinato, Napoli è stata addirittura assassinata. E`caduta in una crisi che ha tolto il pane a migliaia e migliaia di persone >>.
Antonio Gramsci: << Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi, contadini poveri che scrittori salariati tentarono di infangare con il marchio di briganti >>.     
Giustino Fortunato:  << L’unità d’Italia è stata la nostra rovina economica >>.       
    Poi c’è un magistrato, Rocco Chinnici: << Prima di occuparci della mafia del periodo che va dall’unificazione del Regno d’Italia alla prima guerra mondiale e all’avvento del fascismo, dobbiamo necessariamente premettere che essa come associazione e con tale denominazione, prima dell’unificazione non era mai esistita. La mafia nasce e si sviluppa subito dopo l’unificazione del Regno d’Italia >>.  E infine vi cito il parere di uno storico straniero, Claude Duvoisin: Console Generale di Svizzera a Napoli e per il Sud d' Italia:
 << Nel secolo precedente, il Meridione d’Italia rappresentò un vero e proprio eden per tanti Svizzeri, che vi emigrarono, spinti soprattutto da ragioni economiche, oltre che dalla bellezza dei luoghi e dalla qualità di vita. Luogo di principale attrazione: Napoli, verso cui, ad ondate, tanti Svizzeri, soprattutto Svizzeri tedeschi di tutte le estrazioni sociali emigrarono con diversi obiettivi personali. Verso la metà dell’Ottocento, nella capitale del Regno delle due Sicilie, quella svizzera era tra le più numerose comunità estere >>.         Non si può allora dare torto a Barbara Spinelli secondo la quale: << come italiani abbiamo nel sangue i cromosomi dei Montecchi e dei Capuleti, e questa è la ragione sufficiente che spiega tutti i nostri mali, del passato e del presente >>.