La notte leva il mio corpo greve dal giaciglio scomposto, con cura foderato di tarde verità. Sguscio lenta e intorpidita tra le vele di cotone, cercando con la pelle le pieghe dell’ultimo sogno. Le dita moribonde ritrovano sinossi di un passato di tela, spesso, nel frattanto che io tendo senza grazia i miei arbusti ponderosi ed occorrenti quanto il pensiero di quel che sono ma non oso. Mi porto a zonzo tra le stanze della mente allora, trascinando come un sacco il corpo gonfio di reminiscenze smorzate dalla mia ridente idiozia. Strofino le palpebre molli con gherigli di pugni chiusi, pieni di luce che nessuno sa, fino a che sento le ciglia affogare nella mollezza della notte. Poi, affacciata come un cane al vetro del mattino, aspetto arrivi il prossimo chiarore che mi spetta, per potere finalmente crollare di fatica e lagnarmene in sacra pace. * Image:
Andrea Modica, Treadwell (images of Barbara, 1994 - 2001)* Soundtrack: Cocorosie,
Good Friday