Quella mattina Tanino il salumiere, ancora non aveva aperto. Erano le 9:05 e la serranda era ancora abbassata. Don Totonno stava già aspettando da 5 buoni minuti e ormai il sole si stava alzando e siccome il dottore gli aveva detto di stare all'ombra, per via della pressione alta, lui si era messo sotto l'albero di cerase che erano rosse e mature.- figghia de bbuttana- disse quando la cerasa cadde sul suo vestito e lo macchiò- ongiorno Don Totonno- disse Tanino dall'altra parte mentre alzava la serranda. - bongiorno sti cazzi Tanino-bestemmiò lui- cu gghiè?- fece Tanino- i cu gghiè? è questa l'ora d'arapire?- ppechè? il latte se fuie se apro chiàù tarde?- ma commo Tanino! i està li e supermercato que te futte tutti li clienti!Don Tatonno, disse Tanino, s'accumudasse che le conto una cosa. Questa attivià(fece mostrando il negozio, e i vari prodotti, sparuti, che restavano su scaffali quasi vuoti) la tenia mio padre, e primma de isso suo padre. Ora qualcuno me dice che teniamo la concorrenza, che dobbiamo essere produttivi, che dobbiamo essere concorrenziali. Ora qualcuno dice che se non ci adeguiamo i cinesi ci mangiano. Bisogna correre. Don Tatonno, fra poco è il 1° Maggio, la festa del lavoro. Sicuro che qualcuno ricorderà le morti sul lavoro, le morti bianche dicono. Mio nipote va pure in piazza a sentire la musica. Però io non mi capacito di una cosa, Don Totonno. Si è vero che dobbiamo corrorere, si è verò che dobbiamo aggiornarci, si tutto questo......però perchè muore sempre il povero cristo? perchè si spezza la schiena sempre l'operaio? Perchè schiatta sempre chi non ha una lira? perchè ? Don Totonno, io non corro, io non mi uccido per regalare la produttività a nessuno. Chiedo scusa ai siciliani per aver storpiato il loro bellissimo dialetto. Mi piaceva mettre in bocca ai protagonisti queste parole.
Papà- io da grande, un lavoro ce lo voglio avere, voglio essere un cinese
Quella mattina Tanino il salumiere, ancora non aveva aperto. Erano le 9:05 e la serranda era ancora abbassata. Don Totonno stava già aspettando da 5 buoni minuti e ormai il sole si stava alzando e siccome il dottore gli aveva detto di stare all'ombra, per via della pressione alta, lui si era messo sotto l'albero di cerase che erano rosse e mature.- figghia de bbuttana- disse quando la cerasa cadde sul suo vestito e lo macchiò- ongiorno Don Totonno- disse Tanino dall'altra parte mentre alzava la serranda. - bongiorno sti cazzi Tanino-bestemmiò lui- cu gghiè?- fece Tanino- i cu gghiè? è questa l'ora d'arapire?- ppechè? il latte se fuie se apro chiàù tarde?- ma commo Tanino! i està li e supermercato que te futte tutti li clienti!Don Tatonno, disse Tanino, s'accumudasse che le conto una cosa. Questa attivià(fece mostrando il negozio, e i vari prodotti, sparuti, che restavano su scaffali quasi vuoti) la tenia mio padre, e primma de isso suo padre. Ora qualcuno me dice che teniamo la concorrenza, che dobbiamo essere produttivi, che dobbiamo essere concorrenziali. Ora qualcuno dice che se non ci adeguiamo i cinesi ci mangiano. Bisogna correre. Don Tatonno, fra poco è il 1° Maggio, la festa del lavoro. Sicuro che qualcuno ricorderà le morti sul lavoro, le morti bianche dicono. Mio nipote va pure in piazza a sentire la musica. Però io non mi capacito di una cosa, Don Totonno. Si è vero che dobbiamo corrorere, si è verò che dobbiamo aggiornarci, si tutto questo......però perchè muore sempre il povero cristo? perchè si spezza la schiena sempre l'operaio? Perchè schiatta sempre chi non ha una lira? perchè ? Don Totonno, io non corro, io non mi uccido per regalare la produttività a nessuno. Chiedo scusa ai siciliani per aver storpiato il loro bellissimo dialetto. Mi piaceva mettre in bocca ai protagonisti queste parole.