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Con tuta e mascherina il marito non la riconosce! Che fare?


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E' accaduto ad Arezzo.  “Non lo vedevo da 15 giorni. Gli infermieri mi avevano vestita con tutte le protezioni possibili. Mi sono avvicinata al letto: non mi ha riconosciuta. Gli ho parlato: non ha riconosciuto nemmeno la mia voce”. Queste parole sono di Patrizia. Lei è rimasta ferma di fronte al letto del marito nella degenza Covid di Pneumologia. Era stata contagiata anche lei, ma in forma lieve ed era rimasta in isolamento a casa. Invece lui, Sergio, non era stato altrettanto fortunato e il 15 febbraio era entrato in ospedale.Entrambi di 52 anni, Patrizia è una maestra di religione, Sergio è un istruttore di scuola guida. “Quando l’ho visto sul letto, ho avuto la conferma di quanto fragili e deboli si sia durante la malattia. Con tuta, visiera e doppia mascherina si rischia addirittura di non riconoscersi, anche dopo 30 anni di matrimonio”.  
Superato l’impatto, Patrizia ha avuto un’idea. E’ tornata a casa, ha preso una sua foto e si è creata da sola una specie di grande tesserino di riconoscimento. Poi ha sistemato la foto, ben in vista, sulla tuta con una didascalia ben visibile: “Dentro la tuta ci sono io”. Ed è tornata al reparto del marito. Stavolta però non c'è stato  nessun dubbio su chi fosse la donna della foto: era sua moglie! “Quando mi ha riconosciuta, siamo scoppiati a piangere: è stato veramente un ritrovarsi dopo un viaggio terribile che avevamo fatto in solitudine, uno lontano dall’altra”. Questa vicenda mi ha fatto pensare che...forse anche medici e infermieri, gli angeli custodi dei ricoverati per il Covid, eroi silenziosi e anonimi, potrebbero portare una foto sulle loro tute di protezione per mostrare che sono esseri umani, non "esattamente" dei marziani...(foto da quinewsArezzo.it)