AAA (dedicato)

A R O S A


Questa sera c’è un concerto.E’ un ritrovo senza scopo di lucro, tanti amici, migliaia di persone sotto il palco. Luci soffuse e sottofondo dei Pink Floyd, volute fumose di sigarette salgono ovunque. Ilaria tiene per mano il suo dolce fidanzatino, hanno trent’anni in due. Gli sguardi sono quelli dei bambini, le voci quelle di due adulti. E ridono, hanno pagato 10 euro e sanno che andranno tutti in beneficenza. Dieci euro a testa per finanziare la ricerca sul cancro. Dieci euro a testa in memoria di Rosa. Rosa, la donna più dolce del mondo, morta di cancro dopo dodici anni di dialisi e mille vicissitudini.Rosa che voleva ridere e rideva.Rosa che faceva coraggio agli altri.Rosa che la amavano le infermiere e i dottori.Rosa che la amavano anche i sassi calpestati.Fiore di serra che adesso ride senza esser visto. A pochi passi di distanza c’è Mario e il suo amico Vittorio, hanno appena aperto un negozio di computer. Sono due bravi tecnici, ma agli esordi e senza soldi, però venti euro in due li hanno trovati. C’è una persona che piange sola vicino a un muretto. E’ una ragazza che ha appena perso il padre, per motivi simili e i suoi dieci euro valgono diecimila. Sul palco si affannano i tecnici, corrono i musicisti, ridono due ragazze che danno una mano semplicemente perché sono amiche di Stefano, uno dei tecnici addetti alle luci. E ora, signori, si comincia. Entra uno dei musicisti, un sogno… Le luci cambiano e un riflettore blu illumina il viso del grande artista (scegliete voi il nome che preferite per favore, così nessuno sarà deluso) che presenta in un movimentato italiano pieno di errori (volete capire che l’italiano è una lingua difficile per uno straniero?). Presenta il primo gruppo, dopo aver citato tutti quelli che seguiranno.Tutti grandi artisti e tutti presenti per Rosa, per chi come lei conosce il dolore, ma ha ancora la speranza. Quella di Rosa, altruista d’eccezione, è solo questo concerto. Il primo gruppo non è composto da musicisti di fama. Sono semplicemente i miei amici che hanno aderito alla mia richiesta, anche se tutti hanno qualcosa a che fare con la musica e altri suonano da tempo con successo. Andrea è alle tastiere, l’ingegnere pianista che vernicia anche le porte dei garage. Me lo ha detto sorridendo che sarebbe stato dei nostri. Ma me lo ha detto con l’anima gonfia d’affetto e di speranza. Marco non può essere che al basso, grande musicista e grande uomo. Serio con il suo strumento amato tra le braccia, sorridente verso il pubblico, pieno di entusiasmo sempre. Me lo ha detto convintissimo che sarebbe stato qui, e mi ha detto che non mancherebbe mai, per nessun motivo al mondo. Alla chitarra, alla prima chitarra, c’è Alex, il  bambino che suona anche per il suo cane Soldo e che strimpella qualunque cosa gli piaccia suonare, anche se non sa ancora le note, anche se sbaglia, anche se sa che deve suonare ancora tanto per diventare bravo come il suo maestro. E c’è anche il suo maestro di musica, Luca, che però suona il violino, in questo caso. Di solito suona anche la chitarra e in entrambe le cose è bravissimo. E’ un onore averlo qui, Luca ha mille impegni, ma mi ha detto che sarebbe venuto perché non potrebbe pensare di fare qualcosa di diverso. Ci sono anche dietro e tutti con il loro strumento i ragazzi e i maestri di musica di Sonoria, compreso il “preside” Gigi, e anche lui suonerà. Una delle voci è un ragazzo di Milano che canta nel suo gruppo, mi ha detto riguardo a questo concerto: canterò per Rosa! E non ha aggiunto altro. C’è alla batteria un ragazzo di 16 anni, promette bene e suona da tempo, non so il suo nome ma ricordo che ha risposto: avete bisogno di un batterista, se sarò all’altezza. Vediamo tutti che la sua dolcezza svetta altissima dietro la batteria rossa. Ci sono tanti dietro le quinte che sfileranno per suonare solo pochi minuti, non siamo riusciti a dare spazio alla generosità e all’amore di chi suona anche per gli altri e non solo per se stesso. Abbiamo altre due chitarre, uno è un fantastico artista che  non poteva mancare, non solo perché è bravissimo, ma anche perché io tenevo alla sua presenza. Perché anche lui ha avuto vicino qualcuno con questo problema, perché dice sempre che non è giusto, come lo dico anche se sappiamo che non basta dirlo. L’altra chitarra è una ragazza che ha imparato a suonare da una settimana e sa suonare solo quel pezzo, ma ci ha messo anima e spirito, perché voleva suonare per chi sta male. Non so neanche il suo nome, ma so che sorride e dice che è una schiappa con la chitarra in mano, forse è vero, ma ugualmente sentirla fa sognare. Tra le voci c’è una ragazza che canta con la delicatezza di Celine Dion, si chiama Marina e ha un’estensione vocale da mito, ma ha deciso di cantare solo per divertimento, quasi come me, ma molto meglio e in un perfetto inglese. Quando le ho chiesto di esserci ha detto: NO! Poi è ritornata dicendomi: SI, non sono capace a cantare, ma non posso che provarci. C’è un ragazzo che si chiama Maurizio e ha deciso di provare a suonare un basso per una sola canzone, è qui perché ha un padre e, come me, sa che sarebbe meglio esser sicuri che sia davvero guarito, ma la certezza assoluta in queste malattie è obiettivo difficile. Siamo però fortunatissimi già fin qui e speriamo ancora. C’è un ragazzo cresciuto che guida gli autobus degli scolari in un paesino, ma ha ancora viva la passione per la chitarra e la musica e non voleva mancare. Anche perché i ragazzi che prendono il pulmino vogliono vederlo e sono tra il pubblico con le mamme e i papà. C’è un maestro elementare, il signor Pino, che vuole esserci a tutti i costi anche se dice di non saper suonare nemmeno una sveglia, però tenterà di dirigere il gruppo e sarà un lavoro durissimo. Abbiamo un altro maestro delle elementari e i suoi colleghi, alcuni, compositore e pianista, il maestro Giovanni che permette ai suoi alunni anche di calpestargli la borsa. E c’è la sua ragazza vicino, dolcissima che ascolta e ride. Non poteva mancare Giovanni, e non sarebbe mancato mai perché gli alunni di Bologna sono tutti davanti a un maxi-schermo ad ascoltarlo. Ci sono moltissime persone nel coro, addestrato con grande passione da alcuni musicisti e coristi. Tra loro abbiamo le infermiere del reparto dialisi, dove Rosa scontava una pena mai meritata e con lei altri. C’è la signora Pina che ha condiviso la pena con lei e adesso gusta la fortuna di non andare più a dializzare, ha ricevuto un rene e dice sempre che è la fortuna davvero grande di vivere una vita vera. Pietro è nel coro, anche lui ex-dializzato, anche lui ancora in cura per la malattia che non vuole lasciarlo mai, ma che viene tenuta costantemente in gabbia, sperando che non riesca più a uscire. Lui era il grande amico di Rosa, quando erano in dialisi insieme e lei gli parlava perché la faceva tanto ridere. E poi, quando lui aveva avuto la fortuna di ricevere un rene e lei no, aveva detto Rosa: meglio a lui, ha i figli piccoli da crescere e io…io ormai posso anche aspettare ancora un po’. Ma aspettava davvero ridendo e senza rassegnazione. Ci sono anche dei medici nel coro dei reparti nefrologia e dialisi, anche loro dell’ospedale di Biella, anche loro non volevano mancare. Uno manca, ma non per omissione sua, per un incidente stradale, e sappiamo tutti che vorrebbe esserci e quindi con noi c’è! C’è una signora che ha un nome strano e anche lei era amica e compagna di dialisi di Rosa, si chiama Poffi e ha sempre paura di disturbare, ma questa sera le abbiamo detto che se canta nel coro non disturba nessuno, in anticipo. Così sappiamo che si sentirà tranquilla e comunque non disturba proprio mai. Ci sono i figli di Rosa, che io non conoscevo prima. Ci sono gli autisti della croce rossa che la portavano in dialisi. C’è Larissa, Matteo, Giuseppe, Massimiliano, Stefania, Donatella, Lucia, Deborah, Annalisa, Renata, Ofelia, Paola e sua madre, Carmela e il suo nipotino, Angelo e sua moglie, un altro Giuseppe, Enrico di Biella, Franco, Romina, Ines (proprio tu cara e fresca sposa!), Vittorio, Raffaele di Milano e la sua donna, un carabiniere tornato per questa occasione da Bagdad, Serena la giornalista, Irene, tre Andrea diversi tra loro, Francesca con sorella e mamma, il padre di Francesca vicino a loro, Maddalena, Andrea bambino e mamma,  Manuel bambino e genitori, altri diciassette bambini che non posso citare per nome e decine di ragazzi dei licei biellesi, Carla e Sergio, una delegazione degli operai tessili biellesi, Dante e figlio e nuora tutti tra il pubblico pagante. Presentati e lasciamoli suonare. No, io resto dietro le quinte ad ascoltare e a aiutare i perplessi.Al massimo farò qualche foto e scriverò il pezzo di presentazione per il cd, se verrà come speriamo, è sempre registrato dal vivo e i rischi ci sono. Ecco…iniziano ora.Parte la canzone dolcissima scritta da Elton John: Sorry seems to be the hardest word.  Poi Blue eyes. Every breath you take.Rimmel.Angie.Alba chiara.Your song.I just want you.Io no.Dormi.Sei nell’anima. E tante, tantissime. Il pubblico che batte le mani e canta. I bambini ridono e le signore si lasciano sfuggire una lacrima.Una delle nostre cantanti scoppia a piangere a dirotto, ma riesco a calmarla e riprende la canzone dopo, più serena.Andrea sbaglia una nota e mi guarda allibito. Alex le prende tutte e ride. Il serpente (finto solo per noi) Snake osserva tutto e Soldo guaisce accanto a me, sperando lo lasci andare un po’ sul palco vicino al suo padrone. Un successo e un vero successo per chi ha bisogno di fondi per proseguire la ricerca, che, ve lo ricordo, pare sia a una svolta seriamente interessante. E, come dicono i Dire Straits, finisce la musica e ce ne torniamo a casa.   Patrizia. P.S. : Questo concerto è frutto di fantasia, ogni riferimento è da considerarsi puramente dovuto al fine di sensibilizzare le persone verso la ricerca contro malattie che spesso ci privano di persone care come Rosa. Le persone citate sono tuttavia tutte reali e si riconosceranno anche quando non vi sono aperti riferimenti se non il nome. Credo di non offendere la privacy di nessuno dicendo che la mia arbitraria scelta da tutti loro ne sarebbe condivisa a priori. E quando mi sbagliassi prego farlo a commento del messaggio. Tuttavia questo concerto è esistito, per questi momenti, nella vostra mente di lettori e se vi ha dato una minima emozione, vi prego di considerare che la donazione di organi e la ricerca medica hanno bisogno di tutti, anche di noi. Vi fu un tempo in cui dissi che non avrei mai donato i miei organi, se avessi dovuto decidere io: ho cambiato idea! E sono pentita del solo aver detto, sia pure nel passato egoista.