AAA (dedicato)

Appena meno del silenzio...


Oggi è il 27 gennaio 2007, ieri ho pianto e oggi anche. Non mi frega nulla di chi pensa alla retorica, al sentimentalismo. Accusatemi pure di entrambi.Federica (si tratta di minore e per rispetto non aggiungo altre citazioni) è morta, tristemente nota a me e a tanti per qualcosa che non avremmo mai voluto sapere.Volevamo non accadesse, vogliamo non accada ancora. Quando parlo dei miei antenati mi ricordo sempre di aver avuto una lontana parente, bambina, che morì per infiammazione all’appendice. Lo dico considerando che a quei tempi non si operava e non si sapeva operare. Allora di appendicite si moriva.Si dicono queste cose considerando i tempi cambiati in meglio, certo per questi vantaggi, e il tempo passato, tristemente pesante su persone che nessuna colpa avevano di essere malate. Ieri mi è tornato alla mente, è incredibile dover ammettere che Federica non è che uno dei casi, non l’unico. Ricordo una ragazza morta in uno studio privato anni fa, persone anziane morte sulle ambulanze. Ammalati rifiutati che sono deceduti il giorno dopo, per mancanza di cure e di attenzioni. Eppure non è più storia vecchia di tempi in cui troppi ausili medici non esistevano. Federica, quanto male fa pensare al tuo corpo di sedicenne che non ha più vita!Quanto è doloroso pensare che io subii lo stesso intervento proprio a sedici anni, dopo un anno di tormentosi dolori all’addome. Saltuari e non meno insopportabili.Quanto mi duole pensare che i medici che mi operarono furono solerti più di questi,  per questi interventi si restava in ospedale una settimana. Tu avresti dovuto tornare a casa ben più in fretta.Tu dovresti avere adesso tempo per scrivere sul tuo diario, tu avresti potuto diventare famosa non per questa tua tremenda fine, ma per la tua passione di scrivere. Quando duole sapere che famiglia e amici non vedranno il tuo sorriso per un errore.E a loro non posso dire nulla. Chi sa consolare una madre spezzata in due?Posso solo sperare che il tuo ricordo le sia vicino in modo positivo, quanto di te è stato prima di questi giorni disperati. A lei come a tutti gli altri.E se ti parlo direttamente non è per retorica, non per colpire o ferire, non per sensibilizzare. Soltanto vorrei poter pensare che puoi sentire e penso invece sia impossibile. Ti vorrei dare quella considerazione che l’incuria ti ha negato, strappandoti a una vita serena e a chi ti ama.Vorrei gridare, ma il tuo sorriso raggela. Non per il dolore, non per il pianto, ma per Federica non permettiamo siano routine, queste carenze. Non lo permettete ancora, fatelo per Federica soltanto, siate severi.Non mi parlate di disgrazia e di caso, di fatalità e di disperati tentavi di salvarla.Silenzio!!!Non doveva accadere,  altro non sono disposta a sentire.Credo sia giusto punire chi sbaglia in modo tanto pesante, credo che gli ammalati debbano sentirsi sollevati dal finire tra le mani di una persona che ha commesso un errore troppo evidentemente fatale.Quanti sono disposti a portare una persona di famiglia in quell’ospedale per un intervento? Voglio pensare una carezza agli amici e famigliari di Federica, un abbraccio troppo piccolo per essere abbastanza. Voglio che si indaghi con attenzione su questi fatti, controllerò che sia così.Controllate tutti che sia davvero così, facciamolo insieme.Per Federica.   Patrizia P (da Diario Doppio)