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Post n°6 pubblicato il 21 Giugno 2010 da Don_Manzoni
Quando è stata scattata la foto in intestazione, Maria Grazia aveva 47 anni ed era passato solo un anno da quando mi aveva chiesto aiuto e non l’avevo riconosciuta da quanto era duramente provata. Quale sacerdote, per me è stata una grande gioia poterla vederla di giorno in giorno ricominciare a mangiare e prendersi sempre più cura di se fino a riacquisire un aspetto sano e dignitoso. Maria Grazia oggi ha 50 anni ed è una donna decisa ad ottenere giustizia, a riavere quella normalità di vita che le aspetta di diritto. Ha deciso di fare questa battaglia da sola, tenendo il marito solo come testimone importantissimo di questa dolorosissima storia, perché a suo tempo lui, in buona fede e mosso dalla disperazione, tentando di sbloccare la situazione in Procura, fece degli errori che lei non è più disponibile ad accettare in quanto limiterebbero le sue possibilità di raggiungere il suo obiettivo. Io voglio ancora aiutarli ma non so più cosa potrei fare di più da solo. Mi sono reso conto che non ho sufficiente forza per farli uscire dall’incubo che stanno vivendo. In questa storia vi sono troppe cose che non sono andate nel modo in cui ci si aspetterebbe. Ad esempio, a prima vista, pare proprio che gli avvocati di cui si sono serviti non abbiano operato con quella forza che questo caso necessitava. L’ultimo avvocato non ha saputo dire a che punto si trovi la pratica che ha curato, dopo due anni che ha presentato opposizione all’archiviazione, eppure ha il mio numero telefonico come riferimento, dato che mi chiamò quando richiese l’ultimo pagamento della sua parcella; non è una polemica ma una constatazione. Per questa pratica la Procura ha sentito il parere di coloro che Maria Grazia e suo marito avevano indicati come ospitanti le apparecchiature emittenti ed i relativi operatori ma non quello del ricercatore del CNR che ha stilato la perizia ed ha subito per tutto il periodo della sua ricerca gli effetti dell’inquinamento. Maria Grazia ha cercato aiuto al “Centro delle donne per non subire violenza” ma hanno detto che il suo caso non rientra in quelli di cui si occupano loro, ossia quelli in cui il marito picchia la moglie. La hanno indirizzata ad un centro che ha come slogan: - Vittime, mai più sole! – in cui però le hanno detto che legalmente non sanno come aiutarla perché è un caso troppo complesso, la sua richiesta è stata di potere almeno frequentare l’associazione. Questo solo per dare un’idea delle cose che paiono assurde, visto che si tratta di aiutare una vittima di un gravissimo caso di stalking e di far emergere una realtà agghiacciante. Quindi chiedo l’aiuto di chiunque abbia a cuore la legalità e possa operare per essa, di chiunque possa contribuire a far cessare questo crimine continuato e di chi possa contribuire a smuovere l’opinione pubblica affinché la Procura valuti questo caso con tutta la considerazione che merita.
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