StancodellaCasta

IL SISTEMONE


Favori grandi e piccolissimi, affari, ministeri e Vaticano: la rete di Diego Anemone e i suoi appalti milionariL’uomo delle Grandi Opere si prodigava per mille, minuscoli servigi. Sapeva curare i dettagli. E con ogni minimo dettaglio riusciva a tessere la rete del suo sistema: quello che un giorno l’avrebbe portato ai grandi appalti e alle grandi opere. Diego Anemone,
per anni, è stato l’imprenditore dei desideri. “Sono atterrato in questo istante dagli Stati Uniti. Se oggi pomeriggio, se Francesca potesse…io verrei volentieri…una ripassata”. Siamo a novembre 2008: da un lato della cornetta c’è Guido Bertolaso,
dall’altro il factotum di Anemone, e la “ripassata” s’organizza in un batter d’occhio. Trattasi di massaggi, si dirà dopo, ma il punto è che il capo della Protezione civile ha un desiderio. E Anemone lo soddisfa. Un minuscolo servigio, appunto, ma Bertolaso lo chiede proprio ad Anemone: all’imprenditore che tanti appalti, dalla Protezione civile, riesce a ottenere. C’è da sistemare lo sciacquone a Montepulciano , nella villa di Lorenzo Balducci. “La cassetta perde acqua”, dice Rosanna Thau, moglie di Balducci. E lui: “Faccio venire Luigi”. Un altro, minuscolo servigio. Però Balducci è l’ex “soggetto attuatore” per il G8 alla Maddalena. È l’ex presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici. E soprattutto, è un vecchio amico. Un uomo che conosce bene il “sistema gelatinoso”. Un sistema che, di dettaglio in dettaglio, tocca i servizi segreti, approda nelle stanze dei ministeri, usa preti come casseforti, mette in moto soldi contanti, che poi si trasformano in assegni, che poi servono a pagare le case di ex ministri , come Claudio Scajola
, e di personaggi apicali dei servizi segreti, come il generale Pittorru della GdF.
Anemone nega. Ma questa è la ricostruzione dell’accusa. E i fatti vanno ricostruiti almeno a partire dal biennio 2002-2003. Generali, case e assegni È in quel momento che gli Anemone s’occupano della sede del Sisde, a Roma, in via Zama. C’è un intervallo temporale da chiarire: Scajola è a cavallo con le sue dimissioni da ministro dell’Interno. Pittorru è nei servizi segreti. Entrambi poi acquisteranno, a prezzi stracciati, degli appartamenti. In entrambi le vicende spunta un amico di Anemone, l’architetto Angelo Zampolini
, con un mazzetto d’assegni tra le mani. Uno dei due – per ipotesi – potrebbe aver aiutato Anemone a ottenere il “nulla osta sicurezza”: il passaporto per ogni appalto secretato. Scorriamo ancora date ed eventi. Passiamo al biennio 2004-2006. Pietro Lunardi 
è ministro per le Infrastrutture. Il suo dicastero risulta committente di parecchi lavori per la società Medea. Secondo un teste tunisino, Hidri Fathi Ben Laid, “di fatto” era una “società di Anemone e Balducci”. La Medea – tra il 2003 e il 2006 – lavora per la caserma romana dei Corazzieri di via XX settembre, per il comando generale dell’Arma dei Carabinieri, per il comando generale della Finanza, per la Farnesina. Il committente: sempre il ministero delle Infrastrutture, retto da Lunardi che, di lì a poco, spingerà Balducci su un’importante poltrona: quella di presidente del Consiglio dei Lavori pubblici. Un ottimo investimento, per l’amico Anemone, che a quanto pare ne è pure “socio di fatto”. Restiamo al 2004: la famiglia Lunardi acquista un palazzotto nel cuore di Roma, in via dei Prefetti, a cinquanta metri dalla Camera dei Deputati.  Costo: 3 milioni di euro. 600 mila pagati in contanti. Il resto con un mutuo. Venditore: Propaganda Fide, una delle nove curie romane, diretta all’epoca da Crescenzio Sepe. Un uomo molto vicino a Balducci che, da sempre, è ben introdotto negli ambienti del Vaticano. E poi la Rai, l’Unità d’Italia... Gli anni passano, i governi cambiano, la Medea perde gran parte dei lavori, ma non c’è problema: Balducci è sempre più nell’orbita della Protezione civile. Che si avvale, come soggetto attuatore, anche di Fabio De Santis. I servigi si moltiplicano. Agosto, ottobre e novembre 2008: Simone Rossetti, factotum di Anemone, organizza a Venezia, per De Santis e il funzionario Mauro Della Giovampaola, gli incontri con una prostituta. Anemone non disdegna d’accontentare i vertici della Rai. Luglio 2009: assume Anthony Smith, su richiesta di Balducci, al quale è stato segnalato da Mauro Masi
, direttore generale della Rai. Anemone impiega e stipendia due custodi rumeni nella villa di Balducci a Montepulciano  Paga l’arredamento per l’abitazione del figlio, Filippo Balducci, gli ristruttura un appartamento e gli paga una Bmw da 71 mila euro. Passa un mese e fornisce anche i mobili per la villa di De Santis. Piccole cricche crescono Piccoli servigi per grandi eventi. Scrive il gip di Firenze: “Questo gruppo di imprenditori (…) può godere di rapporti privilegiati con i predetti funzionari ministeriali, con riferimento ai lavori finanziati nell’ambito dei Grandi Eventi, la cui gestione è stata affidata ai funzionari del dipartimento diretto da Angelo Balducci fino al 10 ottobre 2008 e, di fatto, ancora controllato da questi come presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici”. Balducci, il vecchio amico di sempre, il “socio di fatto” della Medea che faceva affari con il ministero di Lunardi. La “cricca” è cresciuta. Il “nos” è acquisito da anni.  Gli affari si fanno sempre più ghiotti. Il sistema è sempre più gelatinoso. Celebrazioni del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia: girano appalti per 700 milioni di euro. Anemone se ne aggiudica uno da 23 milioni di euro. C’è il G8 a La Maddalena: le imprese di Anemone s’aggiudicano un appalto da 58 milioni. Appalti delicati. Coperti dal segreto. Ma i segreti di Anemone, e della sua cricca, vengono violati dalla magistratura: si scopre il sistema. Attraverso Achille Toro, 
Il procuratore aggiunto di Roma Achille Toro  procuratore aggiunto di Roma, la “cricca” avrebbe cercato di saperne di più. I pm se ne accorgono: Toro viene accusato di rivelazione del segreto istruttorio. Di lì a poco Toro si dimette. Poi si dimette Scajola
. Servigio dopo servigio, inizia il declino. Sulla cricca di Anemone i segreti sono sempre meno.Da il Fatto Quotidiano del 7 maggioed ora sarà la volta di SANDRO BONDI :
.....CHE PER ORA BIOCOTTA CANNES IN SEGNO DI PROTESTA CONTRO LA LIBERTA' DI ESPRESSIONE PER LA PRESENZA DI UN FILM CONTRARIO AL SUOI " PRINCI'PI " (O PRINCIPI?)...  INFATTI:Bondi a Cannes non ci sarà. Il ministro boicotta il festival in segno di protesta contro la libertà di espressione. Non è una boutade, o una trovata satirica, purtroppo, ma una notizia che ieri ha trovato conferma ufficiale. Se c’è una che può essere grata al ministro Bondi, dunque, è Sabina Guzzanti,
che arriva Cannes con una inserzione pubblicitaria gratuita di portata internazionale regalata dal governo meno popolare d’Europa (perlomeno presso i cineasti). L’ultima del ministro della Cultura, infatti, è una novità assoluta: il boicottaggio selettivo del più prestigioso festival del cinema al grido: "Non vado perché ‘Draquila’, il film di Sabina Guzzanti, offende l’Italia". Spiega ancora Bondi, con una lettera aperta inviata agli organizzatori del festival, dopo aver preanunciato il suo gesto davanti alle telecamere dell’Ultima Parola venerdì sera: "Ho declinato l’invito con rincrescimento e sconcerto per la partecipazione di una pellicola di propaganda che offende la verità e l'intero popolo italiano". Il gesto, spiega l’ex ministro della cultura francese Jack Lang, "Dimostra una strana concezione della libertà". Parole che pesano due volte, perché Lang, dirigente storico del partito socialista, è oggi emissario di un presidente di centrodestra come Sarkozy
.Ovviamente insorge anche la sinistra italiana. E l’Italia dei valori, con il responsabile cultura Fabio Giambrone
 aggiunge: «Berlusconi e il suo governo mostrano sempre più insofferenza verso la satira e la libertà di espressione critica: è il tipico atteggiamento dei regimi totalitari».Ma una delle voci più critiche, ancora una volta, è quella dei finiani del Pdl, che parlano, con parole durissime, per bocca di Fabio Granata
, capogruppo Pdl in commissione cultura e vice presidente della commissione antimafia: "La decisione del ministro Bondi di disertare il Festival di Cannes lascia molto perplessi sia per le motivazioni addotte sia per la rilevanza dell'evento culturale dove una grande nazione come l'Italia non può non essere rappresentata ai massimi livelli". Aggiunge Granata: "Rappresentare l'Italia è un dovere del Ministro aldilà di polemiche su questa o quella opera". E Walter Veltroni
spiega come questo "tradisca un riflesso autoritario e cioè l’idea che ciò che è critico, è illecito". Il boicottaggio di un festival da parte di un rappresentante di un governo che protesta contro il film di un artista del suo paese non ha precedenti.Si discusse a lungo se boicottare la coppa Davis ai tempi della dittatura in Cile o i mondiali di calcio in Argentina per colpire i governi dei dittatori. Ma un ministro che denuncia come antinazionale una pellicola sottintende che il festival avrebbe dovuto negargli cittadinanza perché sgradita è un inedito assoluto. Un gesto non del tutto lineare, se si considera che già in passato Bondi si era segnalato per due tentativi di boicottaggio di film che (per sua stessa ammissione) non aveva visto: "Il sol dell’avvenir", documentario sugli anni di piombo di Gianfranco Pannone e Giovanni Fasanella. E la Prima Linea, di Renato De Maria.Nel secondo caso, Bondi si produsse in un piccolo capolavoro: dopo la stroncatura pregiudiziale (accusava il film di essere apologetico nei confronti dei due terroristi che raccontava) ammise che il giudizio era infondato. Ma non tornò indietro sul suo intento di congelare il prestito che il ministero aveva riconosciuto alla pellicola. La diatriba fu risolta dal produttore Andrea Occhipinti, che in una dichiarazione pubblica rinunciò ad ogni sostegno economico. L'altra perla il ministro la consegnò al Foglio, dopo aver vissuto con frustrazione il ricevimento al Quirinale degli artisti del cinema e il discorso di Giovanna Mezzogiorno (durante il quale nessuno lo aveva salameccato): "Davanti a tutto quel genuflettersi e inchinarsi di attori e attrici, di artisti e commedianti, di registi e teatranti, di cantanti e cantautori, quasi quasi mi dispiaceva di aver previsto leggi che non contempleranno più la posa prona, il servaggio, l’accattonaggio dell’artista al politico". L’unica morale che si può ricavare, dall’incrocio di queste storie grottesche è che in Italia, secondo il ministro Bondi, si possono produrre e finanziare tutti i film che incontrano il suo gradimento. E che nei festival all’estero non si possono mandare nemmeno quelli finanziati autonomamente, ma altrettanto fuori linea. E se fossero gli artisti italiani, a non mandare film a Venezia, per protesta contro il ministro Bondi?Da il Fatto Quotidiano del 9 maggioMA CHE PER LA VERITA'... DEVE DIFENDERSI DA NUOVI ATTACCHI:Bondi: "La mia onestà lordata
Nulla a che fare con i faccendieri" Il ministro dei Beni culturali risponde con una nota sdegnata al suo accostamento all'inchiesta sugli appalti grandi opere.da la repubblica.it.prossimo dimissionario??? .... STAREMO A VEDERE!....INTANTO GODETEVI IL PALAZZETTOUn bel lavorettoIl palazzetto di Bertolaso ai Parioli risistemato da Anemone e quel "boom immobiliare" tutto in famiglia
Alla prossima assemblea di condominio il sottosegretario Guido Bertolaso rischia una tirata di orecchie dagli altri inquilini del suo palazzo. Ma come? Uno compra casa in un villino liberty nella zona più chic di Roma, i Parioli, e poi si ritrova il suo palazzo rappresentato come una casa di periferia nei telegiornali italiani. "Tapparelle", il termine romanesco che fa venire in mente palazzi popolari con avvolgibili economici, suona come un’offesa per gli inquilini blasonati del condominio, come le figlie di Giovanni Malagò che hanno un appartamento sopra i Bertolaso mentre un altro è intestato alla Samofin del papà. "Tapparelle" è davvero un’onta per gli infissi nobili che tutti possono ammirare nella foto pubblicata sotto. Un’imprecisione semantica che sembra quasi un lapsus freudiano rivelatore dell’ansia del sottosegretario di minimizzare i lavori di Diego Anemone nella sua casa romana.Da il Fatto Quotidiano dell'11 maggioleggi tutto l'articolo:http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2486392&title=2486392