Stefano Patti

Themis (Temi) (di Stefano Patti)


Creata per dar la vita,mistero e paradosso del divino inganno,riscatto puro dell'umana stirpe,nell'alma eletta e nel corpo invisa,siedi oggi sull'ambito scanno,dal quale echeggia la menzogna dell'antica serpe.Dimmi, o donna, quale affanno tu patisti,schiava e amante del profano Adamo,sole oscuro del tuo lunar splendore,egli cieco volse gli occhi ai tuoi sorrisi tristi,mentore e artista dello squisito ricamoche adorna le toghe scure di impeccabile candore.Giustizia tu invocasti sì che Atena accolse le tue sembianze,ancella, vergine e poi martire fu il silenzio a cantar le tue grida,ed ecco sorgi oggi a nuova vita,a riscattar con forza e dignità quelle proibite stanze,ove l'ara e il talamo ti mortificarono sei tu oggi a lanciar la sfida.Trema Ulisse di qua dalle Colonne,chè Afrodite ha già oltrepassato il tempio,e siede nuda per dar la luce,scoprendo il vanto di una notte insonnesvelando l'inganno dell'antico scempioad ogni figlia che avversò il fato truce.Affrancata e franca rivendichi il tuo nome,non più invochi ma proclami Temi,e con l'Irremovibile assurgi infine fiera e forte,sì che all'alba di questo dì sarai Nazione,oltre il colore e l'idioma vincerai gli stremi,e come all'origine, a Delfi, ti arriderà la sorte.Sorella, madre e sposa,eco certo di ogni figlio d'uomo,vesti adesso di diritto questa toga,l'ordine delle cose su di te posae la tua mano regge delle norme il tomo,che sol tu custodir puoi con impareggiabil foga. (di Stefano Patti)