Stefano Patti

Mareggiata (di Stefano Patti)


Avrò cura di tenonostante il cuore,terrò con me la dolcezza dei tuoi occhinonostante adesso guardino lontano,perché ti ho amata acerbae aspra ti ho gustata,acre ti ho strettaimpervia ti ho cinta.Nell'impeto della giovinezzale mie mani ti han fatto scudo dal mondo,col cuore fanciulloti ho accolta e ti ho cullata,ho custodito il tuo segretotemendo per il tuo sorriso,ed ho raccolto i tuoi sguardiincerti e timidi verso l'orizzonte.La tua meraviglia è stata la mia,anche se scomoda alla ragione,l'ho sostenuta fino al calar del solecosì nella maturità ti ho persa,ti sei smarrita nella durezza della vita,lontana dal sogno di bambina,ed io già uomo son divenuto vecchio,cinico alla vita e martire egoista.Le mie verità ora le avversi,le contesti e le confuti con rabbia,i miei giorni son le tue nottie la mia luce è dove è il tuo buio,alla ricerca comune di un cielo nuovocol timore di perdere la rotta certaesuli vaghiamo per il mare aperto,mozzi di un vascello ormai alla deriva.Eppure il fiore della nostra primavera merita amore,di acqua necessita e di luce,tali che i nostri inverni non possono dare,e così moriamo, sciogliendo le nostre nevi,spezzando i nostri ghiacci, di nuovo per dare amore,per scegliere quel fiore già fiorito,renderlo rigoglioso e bello,nonostante il nostro insostenibile fardello.(di Stefano Patti)