Creato da StefStarano il 03/11/2009
luogo dove esprimere il proprio pensiero
 

Area personale

 

FACEBOOK

 
 

Black Sabbath - After Forever (Dopo per sempre)

Hai mai pensato alla tua anima?
Può essere salvata?
O forse pensi che quando sei morto
stai nella tomba e basta.
Dio è solo un pensiero nella tua testa
o è una parte di te?
Cristo è solo un nome che hai letto in un libro
quando eri a scuola?

Quando pensi alla morte ti manca il respiro
o resti calmo?
Vorresti vedere il Papa all'estremità d'una corda?
Pensi che sia un folle?
Bè, conosco la verità.
Si, ho visto la luce e sono cambiato.
E sarò pronto quando sei solo
e spaventato alla fine dei tuoi giorni.

Può essere che temi cosa potrebbero dire i tuoi amici
se sapessero che credi in Dio lassù?
Dovrebbero realizzare, prima di criticare,
che è Dio l'unica via da amare.

La tua mente è così piccola che devi metterti in riga
col branco ovunque essi corrano?
Sogghignerai ancora quando la morte sarà vicina?
Dicendo che potresti anche adorare il sole.

Penso sia vero che le persone come te
hanno crocifisso Cristo.
Penso sia triste che l'opinione che avevi
fosse l'unica già espressa.
Quando il tuo giorno sarà vicino sarai ancora così sicuro
di dire che non credi?
Hai avuto la tua occasione ma l'hai rifiutata
ora non ti puoi salvare.

Forse ci pensi prima di dire
che Dio è morto e sepolto.
Apri gli occhi, realizza che lui è l'unico,
l'unico che adesso possa salvarti
da tutto questo peccato e questo odio.
O ti farai beffe di tutto ciò che ascolti?
Si! Penso che sia troppo tardi.

 
 

 

« Lasciarsi andare« ‡ † ‣ ╪ &#... »

Chiudiamo le scuole (1^ parte)

Post n°32 pubblicato il 28 Dicembre 2009 da StefStarano

Diffidiamo de' casamenti di grande superficie, dove molti uomini si rinchiudono o vengon rinchiusi.
Prigioni, Chiese, Ospedali, Parlamenti, Caserme, Manicomi, Scuole, Ministeri, Conventi. Codeste pubbliche architetture son di malaugurio: segni irrecusabili di malattie generali. Difesa contro il delitto - contro la morte - contro lo straniero - contro il disordine - contro la solitudine - contro tutto ciò che impaurisce l'uomo abbandonato a sé stesso: il vigliacco eterno che fabbrica leggi e società come bastioni e trincee alla sua tremebondaggine.
Vi sono sinistri magazzini di uomini cattivi - in città e in campagna e sulle rive del mare - davanti a' quali non si passa senza terrore. Lì son condannati al buio, alla fame, al suicidio, all'immobilità, all'abbrutimento, alla pazzia, migliaia e milioni di uomini che tolsero un po' di ricchezza a' fratelli più ricchi o diminuirono d'improvviso il numero di questa non rimpiangibile umanità. Non m'intenerisco sopra questi uomini ma soffro se penso troppo alla loro vita - e alla qualità e al diritto de' loro giudici e carcerieri. Ma per costoro c'è almeno la ragione della difesa contro la possibilità di ritorni offensivi verso qualcun di noialtri.
Ma cosa hanno mai fatto i ragazzi, gli adolescenti, i giovanetti e i giovanotti che dai sei fino ai dieci, ai quindici, ai venti, ai ventiquattro anni chiudete tante ore del giorno nelle vostre bianche galere per far patire il loro corpo e magagnare il loro cervello? Gli altri potrete chiamarli - con morali e codici in mano - delinquenti ma quest'altri sono, anche per voi, puri e innocenti come usciron dall'utero delle vostre spose e figliuole. Con quali traditori pretesti vi permettete di scemare il loro piacere e la loro libertà nell'età più bella della vita e di compromettere per sempre la freschezza e la sanità della loro intelligenza? Non venite fuori colla grossa artiglieria della retorica progressista: le ragioni della civiltà, la educazione dello spirito, l'avanzamento del sapere...
Noi sappiamo con assoluta certezza che la civiltà non è venuta fuor dalle scuole e che le scuole intristiscono gli animi invece di sollevarli e che le scoperte decisive della scienza non son nate dall'insegnamento pubblico ma dalla ricerca solitaria disinteressata e magari pazzesca di uomini che spesso non erano stati a scuola o non v'insegnavano. Sappiamo ugualmente e con la stessa certezza che la scuola, essendo per sua necessità formale e tradizionalista, ha contribuito spessissimo a pietrificare il sapere e a ritardare con testardi ostruzionismi le più urgenti rivoluzioni e riforme intellettuali.
Soltanto per caso e per semplice coincidenza - raccoglie tanta di quella gente! - la scuola può essere il laboratorio di nuove verità.

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/StefanoStarano/trackback.php?msg=8195899

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
StefStarano
StefStarano il 28/12/09 alle 00:23 via WEB
Essa non è, per sua natura, una creazione, un’opera spirituale ma un semplice organismo e strumento pratico. Non inventa le conoscenze ma si vanta di trasmetterle. E non adempie bene neppure a quest’ultimo ufficio – perché le trasmette male o trasmettendole impedisce il più delle volte, disseccando e storcendo i cervelli ricevitori, il formarsi di altre conoscenze nuove e migliori. Le scuole, dunque, non son altro che reclusori per minorenni istituiti per soddisfare a bisogni pratici e prettamente borghesi. Quali? Per i genitori, nei primi anni, sono il mezzo più decente per levarsi di casa i figliuoli che danno noia. Più tardi entra in ballo il pensiero dominante della “posizione” e della “carriera”. Per i maestri c’è soprattutto la ragione di guadagnarsi pane, carne e vestiti con una professione ritenuta “nobile” e che offre, in più, tre mesi di vacanza l’anno e qualche piccola beneficiata di vanità. Aggiungete a questo la sadica voluttà di potere annoiare, intimorire e tormentare impunemente, in capo alla vita, qualche migliaio di bambini o di giovani. Lo Stato mantiene le scuole perché i padri di famiglia le vogliono e perché lui stesso, avendo bisogno tutti gli anni di qualche battaglione di impiegati, preferisce tirarseli su a modo suo e sceglierli sulla fede di certificati da lui concessi senza noie supplementari di vagliature più faticose. Aggiungete che sulle scuole ci mangiano ispettori, presidi, bidelli, preparatori, assistenti, editori, librai, cartolai e avrete la trama completa degli interessi tessuti attorno alle comunali e regie e pareggiate case di pena. Nessuno – fuorché a discorsi – pensa al miglioramento della nazione, allo sviluppo del pensiero e tanto meno a quello cui si dovrebbe pensar di più: al bene dei figliuoli. Le scuole ci sono, fanno comodo, menano a qualche guadagno: ficchiamoci maschi e femmine e non ci pensiamo più. L’uomo, nelle tre mezze dozzine d’anni decisive nella sua vita (dai sei ai dodici, dai dodici ai diciotto, dai diciotto ai ventiquattro), ha bisogno, per vivere, di libertà. Libertà per rafforzare il suo corpo e conservarsi la salute, libertà all’aria aperta: nelle scuole si rovina gli occhi, i polmoni, i nervi (quanti miopi, anemici e nevrastenici posson maledire giustamente le scuole e chi l’ha inventate!). Libertà per svolgere la sua personalità nella vita aperta dalle diecimila possibilità, invece che in quella artificiale e ristretta delle classi e dei collegi.
 
 
StefStarano
StefStarano il 28/12/09 alle 00:23 via WEB
Libertà per imparare veramente qualcosa perché non s’impara nulla d’importante dalle lezioni ma soltanto dai grandi libri e dal contatto personale colla realtà. Nella quale ognuno s’inserisce a modo suo e sceglie quel che gli è più adatto invece di sottostare a quella manipolazione disseccatrice e uniforme ch’è l’insegnamento. Nelle scuole, invece, abbiamo la reclusione quotidiana in stanze polverose piene di fiati – l’immobilità fisica più antinaturale – l’immobilità dello spirito obbligato a ripetere invece che a cercare – lo sforzo disastroso per imparare con metodi imbecilli moltissime cose inutili – e l’annegamento sistematico di ogni personalità, originalità e iniziativa nel mar nero degli uniformi programmi. Fino a sei anni l’uomo è prigioniero di genitori, di bambinaie o d’istitutrici; dai sei ai ventiquattro è sottoposto a genitori e professori; dai ventiquattro è schiavo dell’ufficio, del caposezione, del pubblico e della moglie; tra i quaranta e i cinquanta vien meccanizzato e ossificato dalle abitudini (terribili più d’ogni padrone) e servo, schiavo, prigioniero, forzato e burattino rimane fino alla morte. Lasciateci almeno la fanciullezza e la gioventù per godere un po’ d’igienica anarchia! L’unica scusa (non mai bastante) di tale lunghissimo incarceramento scolastico sarebbe la sua riconosciuta utilità per i futuri uomini. Ma su questo punto c’è abbastanza concordia fra gli spiriti più illuminati. La scuola fa molto più male che bene ai cervelli in formazione. Insegna moltissime cose inutili, che poi bisogna disimparare per impararne molte altre da sé. Insegna moltissime cose false o discutibili e ci vuol poi una bella fatica a liberarsene – e non tutti ci arrivano. Abitua gli uomini a ritenere che tutta la sapienza del mondo consista nei libri stampati. Non insegna quasi mai ciò che un uomo dovrà fare effettivamente nella vita, per la quale occorre poi un faticoso e lungo noviziato autodidattico. Insegna (pretende d’insegnare) quel che nessuno potrà mai insegnare: la pittura nelle accademie; il gusto nelle scuole di lettere; il pensiero nelle facoltà di filosofia; la pedagogia nei corsi normali; la musica nei conservatori. Insegna male perché insegna a tutti le stesse cose nello stesso modo e nella stessa quantità non tenendo conto delle infinite diversità d’ingegno, di razza, di provenienza sociale, di età, di bisogni ecc. Non si può insegnare a più d’uno. Non s’impara qualcosa dagli altri che nelle conversazioni a due, dove colui che insegna si adatta alla natura dell’altro, rispiega, esemplifica, domanda, discute e non detta il suo verbo dall’alto. Quasi tutti gli uomini che hanno fatto qualcosa di nuovo nel mondo o non sono mai andati a scuola o ne sono scappati presto o sono stati “cattivi” scolari. (I mediocri che arrivano nella vita a fare onorata e regolare carriera e magari a raggiungere una certa fama sono stati spesso i “primi” della classe.)
 
   
StefStarano
StefStarano il 28/12/09 alle 00:24 via WEB
La scuola non insegna precisamente quello di cui si ha più bisogno: appena passati gli esami e ottenuti i diplomi bisogna rivomitare tutto quel che s’è ingozzato in quei forzati banchetti e ricominciare da capo. Vorrei che i nostri dottori della legge, per i quali la scuola è il tempio delle nuove generazioni e i manuali approvati sono i sacri testamenti della religion pedantesca, leggessero almeno una volta il saggio di Hazlitt sull’Ignoranza delle persone istruite, che comincia così: «La razza di gente che ha meno idee è formata da quelli che non son altro che autori o lettori. È meglio non saper né leggere né scrivere che saper leggere e scrivere, e non esser capaci d’altro». E più giù: «Chiunque è passato per tutti i gradi regolari d’una educazione classica e non è diventato stupido, può vantarsi d’averla scappata bella». Credo che pochissimi potrebbero – se sapessero giudicarsi da sé – vantarsi di una tal resistenza. E basta guardarsi un momento attorno e vedere quale sia la media intelligenza de’ nostri impiegati, dirigenti, maestri, professionisti e governanti per convincersi che Hazlitt ha centomila ragioni. Se c’è ancora un po’ d’intelligenza nel mondo bisogna cercarla fra gli autodidatti o fra gli analfabeti. La scuola è così essenzialmente antigeniale che non ristupidisce solamente gli scolari ma anche i maestri. Ripeti e ripeti anni dopo anni le medesime cose, diventano assai più imbecilli e immalleabili di quel che fossero al principio – e non è dir poco. Poveri aguzzini acidi, annoiati, anchilosati, vuotati, seccati, angariati, scoraggiati che muovon le loro membra ufficiali e governative soltanto quando si tratta di aver qualche lira di più tutti i mesi! Si parla dell’educazione morale delle scuole. Gli unici risultati della convivenza tra maestri e scolari son questi: servilità apparente e ipocrisia dei secondi verso i primi e corruzione reciproca tra compagni e compagni. L’unico testo di sincerità nelle scuole è la parete delle latrine. Bisogna chiuder le scuole – tutte le scuole. Dalla prima all’ultima. Asili e giardini d’infanzia; collegi e convitti; scuole primarie e secondarie; ginnasi e licei; scuole tecniche e istituti tecnici; università e accademie; scuole di commercio e scuole di guerra; istituti superiori e scuole d’applicazione; politecnici e magisteri. Dappertutto dove un uomo pretende d’insegnare ad altri uomini bisogna chiuder bottega. Non bisogna dar retta ai genitori in imbarazzo né ai professori disoccupati né ai librai in fallimento. Tutto s’accomoderà e si quieterà col tempo. Si troverà il modo di sapere (e di saper meglio e in meno tempo) senza bisogno di sacrificare i più begli anni della vita sulle panche delle semiprigioni governative. Ci saranno più uomini intelligenti e più uomini geniali; la vita e la scienza andranno innanzi anche meglio; ognuno se la caverà da sé e la civiltà non rallenterà neppure un secondo. Ci sarà più libertà, più salute e più gioia. L’anima umana innanzi tutto. È la cosa più preziosa che ognuno di noi possegga. La vogliamo salvare almeno quando sta mettendo le ali. Daremo pensioni vitalizie a tutti i maestri, istitutori, prefetti, presidi, professori, liberi docenti e bidelli purché lascino andare i giovani fuor dalle loro fabbriche privilegiate di cretini di stato. Ne abbiamo abbastanza dopo tanti secoli. Chi è contro la libertà e la gioventù lavora per l’imbecillità e per la morte. Giovanni Papini, 1 giugno 1914
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
francesca il 12/01/10 alle 21:02 via WEB
penso...che l'ho scampata bella!
 
mariastuarda62
mariastuarda62 il 28/12/09 alle 17:54 via WEB
ciao stef,questo argomento mi interessa molto. ti do completamente ragione,vivo sulla mia pelle alcuni risultati da te elencati,mio figlio di dodici anni,viene considerato un elemto timido che si esclude dai coetani...mentre mio figlio potrebbe insegnare anche ai professori per le cose che sa,imparate dalla natura,da persone con il sapere saggio. Ma veniamo a te,non lo sai che le leggi che vogliono proporre soon strane e tutte contro le tue tesi? volgiono rinchiudere tutto l'anno i bambini a scuola,allontanarli dai genitori ,tenerli a convitto nelle scuole...perche' dicono che la casa e' il posto piu' pericoloso che ci sia... ma forse non vedono cio' che succede nelle classi,il bullisomo tra coetani e le preferenze tra i professori...
 
 
StefStarano
StefStarano il 30/12/09 alle 00:50 via WEB
Le scuole sono prigioni per i tipi seri e sono parchi di divertimento per i tipi prepotenti. Tutto fuorché luoghi del passare l'esperienza, dello scoprire, dello sperimentare, dell'imparare, del creare, inventare, scrivere, osservare. Il bullismo uccide la fiducia e crea la base dell'insicurezza futura nei confronti del mondo e della società.
 
forzaeonorej
forzaeonorej il 28/12/09 alle 18:47 via WEB
Hai esposto un argomento lungo e complesso che implica responsabilità collettive: dagli insegnanti ai genitori, agli studenti. Si dovrebbe pensare ad un ritorno all'insegnamento degli antichi maestri greci che avevano uno stretto contatto con i loro discepoli e facevano del ragionamento filosofico il cardine dell'insegnamento...oggi ci scontriamo con realtà molto diverse:l'insegnamento è standardizzato, la classe insegnante non è incentivata, aggiornata, lo stato favorisce un'istruzione di massa che non riconosce il merito e anzi contribuisce alla "fuga" di cervelli;le vere intelligenze spesso sono fraintese...il rimedio qual'è? forse una volontà politica e consapevole della gestione della scuola in tutte le sue declinazioni, un insegnamento che punti più sull'individuo visto come potenziale intellettivo, più che come "contenitore" di nozioni.... la cosa non è semplice,ma si può sempre provare.... ^___^
 
 
StefStarano
StefStarano il 29/12/09 alle 00:48 via WEB
Certo, la scuola deve insegnare il pensiero creativo, il pensiero critico della società, l'inventiva. Il coltivare l'arte, la musica, il gioco. Poter pensare con la propria testa, poter controbattere il professore. La scuola oggi serve solo a creare disoccupati privi di speranza.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
francesca il 12/01/10 alle 20:48 via WEB
bè, oggi ero più depressa che mai a causa del disagio che mio figlio sta vivendo nei confronti della scuola, e forse non tanto di questa quanto dei cd. "professori" che ahimè, turbano pare il suo bisogno di volare, sognare, vibrare, creare.... così, mi ha consolato questo post, magari esiste anche questa lettura delle cose... ciao
 
 
StefStarano
StefStarano il 13/01/10 alle 16:32 via WEB
Cara Francesca, non è solo questo scritto di epoca antica ma studi e scienziati contemporanei che dicono che il bambino e il ragazzo devono svilupparsi in libertà e in emozionalità. La creatività è una forma di intelligenza e tentare d'imbrigliarla non fa che danneggiare la crescita. Spesso i grandi geni erano sregolati nella vita ordinaria. Secondo me già il dire "ordinario" è un insulto. Far morire la curiosità come anche la capacità di sognare, l'imbrigliare la voglia di volare con il cuore e con il cervello, è un delitto. Io credo che anche i piloti professionisti abbiano cominciato a volare con la fantasia prima che con la pratica. Il desiderio ardente ci fa andare avanti, non la volontà "forzosa" imposta dall'esterno.
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 

Peter Gabriel - In your eyes

 

Ultimi commenti

bellissima...
Inviato da: forzaeonorej
il 27/12/2011 alle 13:51
 
“Amore a volte mi sento così perso, i giorni passano e...
Inviato da: StefStarano
il 27/12/2011 alle 01:31
 
già...
Inviato da: forse.esisti
il 18/11/2011 alle 17:54
 
Curiosità: visto che non è più consentito guardare i video...
Inviato da: forse.esisti
il 18/11/2011 alle 17:52
 
Non credo sia così, non per tutti e poi bisognerebbe...
Inviato da: forse.esisti
il 18/11/2011 alle 17:48
 
 

Ultime visite al Blog

mark_leinscorasmithforzaeonorejelgnufmariastuarda62bbcocoa_virtual_ladyperdendomineisensisonora_1972coccoildrilloStefStaranovolando10forse.esistidueoreper1Nickgre_tel
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963