Stefano Maciocchi

Il Gatto e la Volpe


C'erano una volta le carceri italiane ed erano in condizioni disastrose. I detenuti vivevano ammassati l’uno sull’altro, i fenomeni di violenza ed i contagi di brutte malattie si moltiplicavano in modo esponenziale. Di questa situazione vergognosa se ne accorse persino Papa Giovanni Paolo II che andò a Montecitorio per chiedere clemenza ed umanità davanti alle camere in seduta congiunta. Non ottenne alcun consenso: i maggiori partiti di destra e di sinistra si mostrarono d’accordo in teoria, ma in pratica nessuno fece niente.Passarono molti mesi, il Pontefice morì e l’avvocato Previti andò a visitare le patrie galere non di sua volontà, anche se solo per un paio di nottate. Ma anche a sinistra le cose non andarono meglio: Giovanni Consorte fu indagato per la scalata dell’Unipol alla BNL e circolarono delle intercettazioni non rilevanti penalmente, ma assai imbarazzanti politicamente, in cui era coinvolto il simpatico e longilineo Fassino.Bastò uno sguardo tra D’Alema e Berlusconi. Improvvisamente tutti i parlamentari si ricordarono dell’affollamento delle carceri e delle parole del papa polacco. Si fece avanti il pingue Mastella da Ceppaloni che, in qualità di guardasigilli e forte di un migliaio di voti razzolati in tutta la penisola, propose l’indulto. Non si accontentò dei reati minori, sarebbe uscita troppa poca gente. Si preoccupò di inserire tra i baciati dalla sorte i colpevoli di reati di corruzione e concussione contro la pubblica amministrazione. Sarà un caso ma tra i senatori e gli onorevoli condannati in via definitiva figuravano i seguenti reati:18 reati di corruzione; 16 finanziamenti illeciti;9 abusi d’ufficio e falso; 7 bancarotte fraudolente e turbative d’asta; 6 falsi in bilancio; 4 concussioni e frodi fiscali.Morale della favola: in carcere si continuerà a morire di AIDS, si uscirà più delinquenti di prima e senza alcuna speranza di reinserimento sociale. In compenso D’Alema e Berlusconi potranno continuare a giocare al gatto ed alla volpe, scambiandosi vicendevolmente i ruoli. E vissero felici e contenti.