Stefano Maciocchi

La strage degli innocenti


Mi chiamavo Sarah ed avevo cinque anni. Mio padre mi chiamava "la mia piccola regina" perchè avevo un modo di fare elegante, quasi non fossi nata da una povera famiglia di Cana. Mi piaceva molto giocare con le mie amichette, qualche volta ci azzuffavamo e poi correvamo a nasconderci dietro al muro del giardinetto, per paura che le nostre mamme ci sgridassero. Noi non avevamo la televisione, ma ascoltavamo la radio: a papa' piacevano molto le canzoni tradizionali libanesi anche se a me facevano venire un po' sonno. Ma un giorno la radio ha smesso di mandare le canzoni, ha cominciato a far parlare degli uomini con una voce seria e che dicevano parole che non capivo: evacuazione, bombardamenti, ritorsione ed altre che nemmeno so pronunciare. Mamma piangeva sempre e papà non parlava più: stava seduto davanti al tavolo con le mani sulla testa. Io cercavo di giocare con lui, ma non voleva, era triste e qualche volta si chiudeva in bagno. Alcune mie amichette se ne sono andate via in casa di qualche zio o cugino. Noi eravamo soli, non avevamo parenti, nessuno ci veniva a trovare la domenica pomeriggio per portarci un po' di datteri e di pane azzimo. Ma io ero felice lo stesso, avevo il mio lettino, quell'antipatico di mio fratello più grande che mi faceva sempre i dispetti ed il lettone dei miei genitori, dove mi andavo a nascondere tra i cuscini, e mamma mi sgridava sempre. Improvvisamente si è sentito un ronzio, come una grossa ape che si posa nell'orecchio quando dormi. E dopo neanche un secondo si è fatto tutto buio ed ho sentito mancare la terra sotto i piedi. Poi non ricordo più niente, perchè sono morta. Ora debbo andare: sono venuti degli angeli bellissimi e mi hanno detto che mi siederò alla destra di Allah. Però una cosa voglio chiederGli: perchè mi hanno ucciso? E quanti altri miei amichetti verranno ancora seppelliti nelle loro case? Spero che me lo possa spiegare perchè io ero solo una bambina di cinque anni, e mi chiamavo Sarah.