Stefano Maciocchi

Il realismo di Fidel e l'utopia di Berlinguer


Michele Serra, nel suo odierno elzeviro sulla Repubblica, si dichiara in disaccaordo con gli auguri di buon compleanno esternati da Fausto Bertinotti ed indirizzati a Fidel Castro, pur riconoscendo che la dittatura del "Lider maximo" non è paragonabile a quella di Pinochet.In realtà non esistono classificazioni per le dittature perchè la vita di un sol uomo ha lo stesso valore di mille vite umane: è un bene inestimabile che nessuna ideologia politica può arrogarsi il diritto di sopprimere o soggiogare.E' vero, Fidel Castro ha creato uno stato sociale che ha assicurato lo studio ed il diritto alla salute a tutti i cittadini, ma il prezzo che il popolo ha dovuto pagare è stato altissimo. Il regime castrista non prevede il dissenso e per chi non rientra nei canoni del "perfetto socialista" c'è il carcere, la tortura e la pena di morte.Questo è stato il vero motivo del fallimento del "socialismo reale": comunismo non significa soltanto condivisione dei mezzi di produzione e dei beni prodotti, ma e soprattutto condivisione delle idee e delle metodologie attuative. Il comunismo è innanzi tutto una regola morale, un esempio di altruismo ideologico che si può imporre solo attraverso il consenso e non con la coercizione.Tutto questo era stato capito da Enrico Berlinguer che, in tempi non sospetti, compì "lo strappo" dal partito comunista sovietico e, solo ed inascoltato, sollevò la questione morale, in nome di quella diversità etica che contraddistingue gli uomini di sinistra.Quanta modernità in queste visioni! La "terza via" fu sbeffeggiata e catalogata come un'utopia dagli uomini politici di allora. Le grandi idee appaiono utopie agli occhi dei mediocri e dei disonesti ed oggi, dopo il crollo dei regimi comunisti ed il fallimento del liberismo selvaggio, tutti si affannano a cercare la nuova strada che solo la morte prematura dello statista sardo impedì di trovare.Uno stato può e deve incentivare la libera iniziativa, purchè vengano impediti monopoli e concentrazioni di potere. Ma uno stato non è un'azienda e la suà salute non si misura soltanto col prodotto interno lordo. Un paese deve fornire servizi alla collettività che non debbono avere fine di lucro, come la sanità ed il diritto allo studio. E tali diritti non debbono essere privilegio di chi può permetterseli, ogni cittadino, e non solo di fronte alla giustizia, deve essere uguale a tutti gli altri.Questa era l'utopia di Enrico Berlinguer, l'unica via oggi percorribile.