Stefano Maciocchi

Pensione a 5 stelle


Ci risiamo. Ogni volta che i conti pubblici non tornano i politici (di destra e di sinistra) cercano di arraffare denaro dalle solite tasche: quelle dei dipendenti pubblici e privati e dei pensionandi. Sembra che l'unica voce che incide sul buco delle finanze pubbliche sia quella relativa ai pensionati. Certo, la vita media è aumentata e l'invecchiamento della popolazione ha determinato uno squilibrio tra la forza lavoro e quella in pensione. Tuttavia i nostri politici dimenticano che chi va in pensione ha versato contributi all'ente pensionistico per circa trent'anni e, soprattutto, dimenticano di dirci che fine ha fatto tutta questa marea di soldi.Questa facile e demagogica ricetta ha lo scopo di fuorviare l'opinione pubblica dalla voce che veramente incide sul disavanzo: il costo della politica, o meglio, dei politici.Leggendo il blog di Beppe Grillo possiamo farci una seppur minima idea di quanto ci costa l'esercito di senatori ed onorevoli, la pletora dei loro portaborse e l'infinita sequela di agevolazioni di cui possono usufruire. Senza contare che a questi probi viri basta una misera legislazione per aver diritto ad una pensioncina non proprio paragonabile a quella che la maggioranza dei lavoratori percepirà dopo una vita spesa dietro ad una scrivania.Ecco, tutte queste cose non incidono affatto sulla spesa pubblica, come non incidono le sovvenzioni elargite alle forze armate per andare a portare la pace con le bombe; come il finanziamento pubblico a giornali e giornalucoli che spesso sparano addosso allo stato sociale.E' Torquato il pensionato che fa languire la spesa pubblica, perchè vuole andare in pensione a 65 anni, dopo 35 anni di contributi versati. E allora facciamolo lavorare fino a 70, magari fino a 75 anni. Bisogna vedere se le aziende private sono daccordo, visto che tendono a licenziare tutti quei lavoratori che hanno un'età anagrafica superiore a 40 anni.E se manteniamo nella forza lavoro Torquato, quando mai lavoreranno i suoi figli ed i suoi nipoti, in uno scenario di crescita economica prossima allo zero?Propongo un'idea: mandiamo in pensione tutta la classe politica attuale. Otterremo una serie innumerevole di vantaggi tra cui un ricambio generazionale che porterà alla gestione della cosa pubblica persone meno avide. Pensate che bello: Berlusconi e D'Alema finalmente in pensione. Il primo potrà dedicarsi al mestiere che più gli è appropriato, il posteggiatore nelle osterie. Il secondo avrà tutto il tempo per navigare con la sua barca, sperando che si porti appresso tutta quella ciurma di opportunisti che hanno fatto diventare i DS il nuovo partito socialista di craxiana memoria.