Stefano Maciocchi

PMI, Per Morte Improvvisa


In questi giorni, come è consuetudine laica e religiosa, si onora la memoria dei nostri cari defunti. Anch'io voglio ricordare chi non c'è più, in particolare tutte le persone che ogni anno muoiono per gli incidenti sul lavoro. Secondo l'INAIL, gli incidenti mortali sul luogo di lavoro denunciati nel 2005 sono stati 1.206, una cifra impressionante. Ma questo numero è in difetto di tutti quegli operai extracomunitari, assunti senza alcun contratto, mal pagati e privati delle più elementari norme di sicurezza, che spariscono improvvisamente, oppure che vengono trovati a chilometri di distanza dal cantiere, oramai agonizzanti. Non sono le grandi industrie che compiono queste vergogne: sono le piccole e medie imprese (PMI) quelle che vantano questo triste primato. L'Italia, in maniera del tutto anomala rispetto al resto d'Europa, vanta il maggior numero di PMI: mentre uno sparuto numero di grandi imprese può essere efficacemente controllato, un esercito di micro-aziende necessita di una grande quantità di ispettori in grado di sanzionare le infrazioni commesse. Ispettori che le esigue casse dello stato non possono permettersi di pagare. Recentemente, autorevoli rappresentanti di queste piccole imprese si sono lamentati della finanziaria: scagli la prima pietra chi di loro ha assunto gli operai nella piena regola o ha denunciato interamente l'imponibile percepito. J.F. Kennedy, il presidente degli U.S.A. barbaramente assassinato dalle oscure lobby di potere, così rispondeva a chi si lamentava e piagnucolava: "Non chiederti cosa lo stato può fare per te, ma cosa tu puoi fare per lo stato!". Ma a quarant'anni dalla scomparsa del presidente americano, questa lezione di civiltà in Italia è rimasta vana ed inascoltata.